14 indagati per presunte irregolarità.

E l’ hotspot di Taranto serve ancora?

Ne abbiamo parlato più volte, la questione migranti, oggetto purtroppo di dispute e strumentalizzazioni politiche, ha determinato forzatamente due fronti opposti. Da un alto i cosiddetti “buonisti” che vorrebbero un mondo senza confini, dall’altro i sovranisti che difendono i confini e la identità nazionale.

Due posizioni estreme. L’accoglienza senza se e se ma non può funzionare; e infatti non funziona. Non funziona perchè accogliere non può significare solo parcheggiare i migranti in strutture trasformate in B&B di massa senza offrire alcuna prospettiva di lavoro e di reale integrazione. Né sotto occupare nei campi, o in pizzerie o a sgusciare cozze, non si sa con quali compensi. Accettare l’accattonaggio davanti ai supermercati, per non parlare infine di chi cade nella rete della malavita. Negare tutto ciò è ipocrita. Ci sono sicuramente associazioni, c’è la Chiesa, che offrono buona accoglienza, ma, ripetiamo, occorre offrire prospettive diverse, che vuol dire i mezzi per un futuro autonomo, un tetto, un lavoro. Per non parlare poi del fatto che, oggettivamente, non tutti coloro che arrivano in Italia fuggono da guerre e fame. Che nel mezzo ci sia qualche poco di buono quantomeno non possiamo escluderlo.

cof

La conclusione di indagine della Guardia di Finanza ( vedi QUI https://www.oltreilfatto.it/14-indagati-per-illeciti-dell-accoglienza-migranti/ ) dice chiaramente che sui migranti c’è anche chi ci fa i soldi. Del resto Mafia Capitale docet. Sull’altro fronte la chiusura totale rappresenta un altro estremo non condivisibile. In medium stat virtus. Più volte abbiamo suggerito che ad occuparsi dell’accoglienza Migranti siano i ragazzi del Servizio Civile; si darebbe la possibilità a tanti giovani di fare una interessante esperienza, garantendo un più diretto controllo dello Stato, soprattutto se si utilizzassero strutture militari in disuso. Non ci vuole molto. Un tema che abbiamo più volte affrontato è quello della assoluta mancanza di trasparenza che parte dal fatto che, ad esempio, gli Organi di Informazione non hanno accesso alle strutture di accoglienza né all’hotspot.

Serve ancora l’Hotspot a Taranto?

L’Hotospot di Taranto

Gli hotspot sono strutture allestite per identificare rapidamente, registrare, fotosegnalare e raccogliere le impronte digitali dei migranti, fino alla conclusione di tutte le operazioni di identificazione. Poche ore insomma. Dai dati resi pubblici dal Viminale gli arrivi nel 2019 si sarebbero ridotti del 90%. A Taranto,ci risulta, da mesi non ci sono arrivi. La domanda dunque nasce spontanea: c’è ancora un hotspot a Taranto? In caso affermativo a cosa serve? e quanto costa alla collettività? ( non si dica che sono soldi europei perchè l’Europa siamo noi!)

Francesco Ruggieri

Francesco Ruggieri classe 1957 laureato in Pubblicità, Marketing e Comunicazione Aziendale, specializzato in Management e Comunicazione di impresa, Master universitario in Moduli Didattici e Tecnologie Informatiche, Master in Business Administration Advanced Management, I.C.T. Senior Consultant, Formatore professionale, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dei Giornalisti di Puglia nr. 146760. Informatico, responsabile Test Center Aica, formatore ed esaminatore Ecdl, consulente Privacy. Fondatore nel 2015 della testata e direttore responsabile fino al 8 agosto 2020 - ora editorialista

Di Francesco Ruggieri

Francesco Ruggieri classe 1957 laureato in Pubblicità, Marketing e Comunicazione Aziendale, specializzato in Management e Comunicazione di impresa, Master universitario in Moduli Didattici e Tecnologie Informatiche, Master in Business Administration Advanced Management, I.C.T. Senior Consultant, Formatore professionale, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dei Giornalisti di Puglia nr. 146760. Informatico, responsabile Test Center Aica, formatore ed esaminatore Ecdl, consulente Privacy. Fondatore nel 2015 della testata e direttore responsabile fino al 8 agosto 2020 - ora editorialista

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