Il Tribunale civile ha stabilito che non furono falsificati i conti dei bilanci comunali dal 2000 al 2004.

Il nuovo processo ha scagionato tutti gli imputati, Rossana Di Bello, l’allora vice sindaco, Michele Tucci, Luigi Lubelli, dirigente Risorse Finanziare e i sei componenti del collegio dei revisori, Eugenia Carelli, Mauro Ingrosso, Carlo Aprile, Vincenzina Cilio, Osvaldo Negro e Cosimo Orlando.

Nessuno dovrà pagare il mezzo milione di euro richiesto dal Comune di Taranto .

Questa nuova sentenza ribalta quelle della Cassazione e della Corte d’Appello. Riabilita i nove imputati e afferma che i bilanci non erano falsificati.

Tutti gli imputati erano stati accusati di aver inserito crediti inesistenti, per nascondere i debiti.

Nel 2008, il giudice, Martino Rosati, condannò tutti a pene che andavano da uno a tre anni ed al risarcimento di mezzo milione di euro nei confronti del Comune. Nel 2010 furono tutti assolti nel processo di appello. Due anni dopo la Cassazione annullò la sentenza ordinando un nuovo processo, che però fini in prescrizione. Ma il processo civile (per il risarcimento)è andato avanti e la Cassazione(nel 2017) decretò che andava riscritta anche la parte riguardante il risarcimento.

Il nuovo processo che si è svolto dinanzi ai giudici, Michele Campanale, Ettore Scisci e Pietro Genoviva , per valutare le prove del penale, finito in prescrizione , ha stabilito che non ci fu l’intenzione di nascondere i debiti, di conseguenza la domanda di risarcimento del comune rappresentato dall’avv. Caffio è stata rigettata.

Gianfranco Maffucci

Redazione

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