Prima causa di morte delle donne tra i 16 e i 44 anni

Il caso di Giulia Cecchettin, l’ultimo dei 100 casi riportati dal sito https://femminicidioitalia.info/ricerca?q=anno%202023, soprattutto per le modalità e le circostanze in cui è avvenuto ci ha scosso tutti. Ma, purtroppo non è diverso da tanti altri e sullo sfondo ha le stesse ragioni. L’umanità nel tempo ha fatto grandi passi in avanti in quasi tutti i settori dell’agire umano, ma tarda ancora oggi, nell’era dell’intelligenza artificiale, ad accettare, perché di questo si tratta, la piena parità di genere.

Continua ad essere molto diffusa l’idea della donna come oggetto, parte debole della società, destinata a ruoli ben definiti: madre e moglie. Nonostante alcuni oggettivi cambiamenti. Il femminicidio è solo la punta dell’iceberg, l’atto estremo, più eclatante e mediaticamente più visibile. Ma la violenza, anzi le violenze, sono tante e si manifestano in varie forme, molto spesso senza apparire apertamente.

Qui https://www.studenti.it/femminicidio-e-condizione-delle-donne-nella-storia-ricerca.html un’interessante studio sulla condizione della donna nella storia dall’antica Grecia ai giorni nostri, passando dal Medioevo e dalle lotte femministe.

Non dimentichiamo che le donne in Italia hanno cominciato a votare solo nel 1946 con il referendum Monarchia-Repubblica!

Si continua a ragionare in termini di inasprimento delle pene ma la strada da percorrere è altra. Alla base c’è sempre da un lato la incapacità del maschio di accettare il diritto della donna alla sua piena autonomia, dall’altro la tendenza delle donne ad accettare situazioni di rischio, a perdonare, a credere in un cambiamento.

L’educazione familiare è fondamentale ma non è sufficiente anche se assolutamente necessaria. Non bastano le fiaccolate, non bastano i dibattiti televisivi. Occorre che l’intera società sia improntata effettivamente all’ affermazione piena della parità di genere; c’è molta ipocrisia in giro. Basti pensare alle pubblicità, alle trasmissioni televisive in cui la donna è presentata secondo alcuni vecchi cliché, e alle condizioni nei luoghi di lavoro.

E, più in generale, occorre educare alla non violenza. In un mondo che non ha mai smesso di guerreggiare, la vediamo difficile.

Foto di Nino Carè da Pixabay

Francesco Ruggieri

Francesco Ruggieri classe 1957 laureato in Pubblicità, Marketing e Comunicazione Aziendale, specializzato in Management e Comunicazione di impresa, Master universitario in Moduli Didattici e Tecnologie Informatiche, Master in Business Administration Advanced Management, I.C.T. Senior Consultant, Formatore professionale, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dei Giornalisti di Puglia nr. 146760. Informatico, responsabile Test Center Aica, formatore ed esaminatore Ecdl, consulente Privacy. Fondatore nel 2015 della testata e direttore responsabile fino al 8 agosto 2020 - ora editorialista

Di Francesco Ruggieri

Francesco Ruggieri classe 1957 laureato in Pubblicità, Marketing e Comunicazione Aziendale, specializzato in Management e Comunicazione di impresa, Master universitario in Moduli Didattici e Tecnologie Informatiche, Master in Business Administration Advanced Management, I.C.T. Senior Consultant, Formatore professionale, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dei Giornalisti di Puglia nr. 146760. Informatico, responsabile Test Center Aica, formatore ed esaminatore Ecdl, consulente Privacy. Fondatore nel 2015 della testata e direttore responsabile fino al 8 agosto 2020 - ora editorialista

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