Prevenzione, controlli ed effettività della pena sono le strade da percorrere.

Nel 2021 c’è stato un preoccupante aumento delle esecuzioni e delle condanne a morte in alcuni degli stati già più prolifici, i cui tribunali hanno ripreso a funzionare a pieno regime con la fine delle restrizioni dovute alla pandemia. È quanto ha dichiarato oggi Amnesty International nel suo rapporto sulla pena di morte nel 2021. Lo scorso anno vi sono state almeno 579 esecuzioni in 18 stati, con un aumento del 20 per cento rispetto al 2020.” Ciò dipende in parte da una recrudescenza da parte di stati in cui i diritti umani sono ignorati, vedi un esempio per tutti l’Iran, ma anche dallo scarso effetto deterrente.

Mettendo da parte la pena di morte che riteniamo debba in ogni caso essere abolita ovunque, resta il dato che evidenzia come l’inasprimento delle pene, da solo, non possa considerarsi la soluzione rispetto alla richiesta di sicurezza dei cittadini.

Alcuni recenti studi dell’ ’Eurispes (Istituto di Studi Politici Economici e Sociali) indicano una percezione di insicurezza degli italiani, dato medio ovviamente, di oltre il 40%.

Se pensiamo ad esempio ai femminicidi, rileviamo come nonostante il codice rosso il fenomeno non tenda a ridursi.

L’inasprimento delle pene ha sicuramente un valore deterrente anche se parziale. Impedire a chi delinque di farla franca perchè continuamente incinta, ad esempio, è un provvedimento giusto checché ne dicano i grandi costituzionalisti. Come l’impunità per i minorenni. Delinquere non è un diritto da tutelare!

Ma, dati alla mano, inasprire le pene non basta. Occorre più prevenzione e più controlli, ovvero più risorse; e poi che la pena sia effettiva.

Facciamo un esempio tra i tanti che potremmo fare. Uccide la compagna con ben 57 fendenti!!! In carcere arriva a pesare 200 chili e fumare 100 sigarette al giorno! In queste condizioni non può restare in galera e viene inviato per un anno ai domiciliari. Come è possibile che in carcere gli sia stato consentito di aumentare così tanto di peso e fumare in queste dimensioni? E perchè non inviarlo in una struttura di cura in stato di detenzione anziché a casa del padre che oltretutto continua a difenderlo?

Di casi ne potremmo citare tantissimi. La pena va scontata fino in fondo; che si punti alla rieducazione e alla riabiltazione del reo va pure bene, se vi si riesce, ma basta con sconti e impunità di fatto.

Foto di Marcello Rabozzi da Pixabay

Francesco Ruggieri

Francesco Ruggieri classe 1957 laureato in Pubblicità, Marketing e Comunicazione Aziendale, specializzato in Management e Comunicazione di impresa, Master universitario in Moduli Didattici e Tecnologie Informatiche, Master in Business Administration Advanced Management, I.C.T. Senior Consultant, Formatore professionale, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dei Giornalisti di Puglia nr. 146760. Informatico, responsabile Test Center Aica, formatore ed esaminatore Ecdl, consulente Privacy. Fondatore nel 2015 della testata e direttore responsabile fino al 8 agosto 2020 - ora editorialista

Di Francesco Ruggieri

Francesco Ruggieri classe 1957 laureato in Pubblicità, Marketing e Comunicazione Aziendale, specializzato in Management e Comunicazione di impresa, Master universitario in Moduli Didattici e Tecnologie Informatiche, Master in Business Administration Advanced Management, I.C.T. Senior Consultant, Formatore professionale, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dei Giornalisti di Puglia nr. 146760. Informatico, responsabile Test Center Aica, formatore ed esaminatore Ecdl, consulente Privacy. Fondatore nel 2015 della testata e direttore responsabile fino al 8 agosto 2020 - ora editorialista

Lascia un commento