
Taranto città universitaria, questo è il sogno condiviso di un’intera comunità.
riceviamo e pubblichiamo:
Purtroppo però, nonostante i numerosi passi in avanti, registriamo ancora delle criticità che meritano non solo la nostra attenzione ma, soprattutto, interventi incisivi e decisioni politiche adeguate alla gravità della situazione.
La sede tarantina del Politecnico di Bari è un fiore all’occhiello in termini di qualità dell’insegnamento,tanto è vero che i tassi di occupazione dei laureati, anche a pochi mesi dal conseguimento del titolo, sono davvero lusinghieri. Stessa cosa possiamo certamente dire per i corsi di laurea dell’università di Bari che si tengono, appunto, a Taranto.
Istituito all’inizio degli anni novanta del secolo scorso, il Politecnico ha vissuto alterne vicende, diventando comunque un punto di riferimento per la crescita e il consolidamento del polo universitario ionico complessivamente considerato.
Eppure, da quel che mi risulta, negli ultimi tempi alcune problematiche sembrano comprometterne il futuro. La sede del Politecnico è periferica anche rispetto al quartiere Paolo VI dove è ubicata; la convivenza con alcune classi di un istituto superiore, a cui sono state concesse alcune aule dell’edificio, non è semplice. L’intera struttura che ospita docenti e studenti versa peraltro in condizioni non ottimali, per non dire fatiscenti. Ma, soprattutto, si avverte la distanza dal centro cittadino. La vita universitaria si nutre infatti di scambi, di incontri e frequentazioni tra gli stessi studenti e gli ambienti cittadini, a partire dalle biblioteche e dai luoghi dove si tengono presentazioni di libri e altre iniziative a vario titolo legate proprio alla crescita culturale.
E poi ci sono i servizi: dalla mensa alle residenze universitarie a beneficio degli studenti, sono molte le questioni sul tappeto che abbiamo la necessità di tornare ad approfondire per trovare soluzioni all’altezza della sfida che abbiamo davanti. A questi aspetti si lega dunque l’esigenza, già manifestata da parte di alcuni referenti e docenti dell’università, di cambiare sede, di portare cioè il Politecnico nel cuore di Taranto, possibilmente in città vecchia.
Qualcosa si è mosso, alcuni immobili di pregio sono stati o saranno messi a disposizione dei dipartimenti universitari ma molto ancora c’è da fare. Il rischio che corriamo è che gli studenti decidano di proseguire gli studi in altre sedi e università o, peggio ancora, che al momento dell’immatricolazione non prendano più in considerazione i corsi del Politecnico di Bari che si tengono a Taranto. Sarebbe una disfatta e non possiamo permettercelo.
C’è quindi bisogno dell’aiuto di tutti per sostenere il Politecnico e l’università in generale: delle istituzioni locali, delle forze politiche, dell’Edisu, della città che si esprime e rappresenta attraverso i suoi ordini professionali, il suo tessuto imprenditoriale, la sua classe dirigente.
Per quanto mi riguarda, sono a disposizione del corpo docente e di tutti coloro che vorranno occuparsi di questo tema. Non c’è altro tempo da perdere.