Nota del consigliere regionale e presidente Gruppo Misto Regione Puglia, Massimiliano Stellato
“L’avvio del negoziato esclusivo tra il governo italiano e Baku Steel, rispetto al gruppo Acciaierie d’Italia e allo stabilimento siderurgico di Taranto, rappresenta una fase cruciale. Se è vero, infatti, che la compagnia azera porta con sé investimenti e il gas utile ad avviare il necessario processo di decarbonizzazione, è pur vero che bisogna evitare di ripetere gli errori del passato”. Lo dichiara Massimiliano Stellato, consigliere regionale e presidente del gruppo misto.
“Le laceranti divisioni tra coloro che in città hanno alimentato il dibattito Ilva si – Ilva no, tra chiusura dell’area a caldo e riconversione della sola area a freddo, paiono superate da quanto stabilito dalla Corte di giustizia europea. È stato sancito che i diritti alla salute e alla tutela dell’ambiente prevalgono sul diritto di impresa a tutti i costi. Tali principi devono restare scolpiti quando si discuterà della nuova Autorizzazione Integrata Ambientale.
Ma non solo.
A meritare attenzione, in materia di sicurezza, è l’ipotesi che arrivi a Taranto una nave di rigassificazione.
Appaiono, poi, legittime e fondate le preoccupazioni dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali circa gli aspetti non previsti dal bando di vendita, o non ancora sufficientemente chiariti. Così come desta timori che il vincolo occupazionale sia limitato a soli primi due anni della nuova gestione.
Sono in gioco i destini di migliaia di persone e di famiglie, che non possono essere sottovalutati.
Al tempo stesso, ora dovrà costituire elemento centrale il necessario coinvolgimento delle aziende del territorio nella nuova privatizzazione dello stabilimento. Dalla produzione alle forniture, dai lavori alle relazioni industriali. La transizione giusta, auspicata e regolamentata dalla Comunità europea, non può che passare dal protagonismo del territorio che, in un processo così rilevante, non deve essere marginale.
Occorre, perciò, riscrivere un nuovo rapporto tra città e industria che, sulla linea di quanto accaduto in altre città a vocazione industriale, attraverso le istituzioni locali, investa anche nel territorio: nello sport, nella cultura e nel sociale. Non solo profitto, dunque.
Il bando di vendita ha posto tra le condizioni il rapporto con la comunità locale. Serve che questo si traduca in azioni concrete e progetti realizzabili.
La proposta di una fondazione per il rilancio dello sport a Taranto richiamata dal commissario di governo per i Giochi del Mediterraneo, può essere uno dei terreni – non l’unico – su cui costruire il nuovo rapporto, portando i tarantini all’avvio di una riconsiderazione della grande industria, affinchè diventi finalmente parte integrante della comunità ionica. Non come un ospite, tantomeno come invasore”.