“Sebbene gli Stati Uniti rappresentino un partner strategico per i vini e l’agroalimentare pugliese, oggi è importante non farsi prendere dal panico ed esplorare nuove opportunità. C’è la necessità di investire nella promozione all’estero, nella qualità certificata e nella capacità di intercettare i nuovi linguaggi del vino”, ha detto Beatrice Brizi, direttrice di Confagricoltura Puglia, a margine dell’importante manifestazione veronese.
Con una superficie coltivata a vite di circa 91mila ettari, la Puglia è la terza regione per estensione a livello nazionale, un dato che conferma come il vino sia una leva economica e culturale centrale per il territorio. Secondo l’indagine presentata a Vinitaly, la Puglia è percepita dai consumatori italiani come una delle regioni produttrici di vini di maggior qualità, posizionandosi tra le prime dieci a livello nazionale. Un riconoscimento che acquista valore in un momento di profonda trasformazione dei comportamenti d’acquisto e delle modalità di consumo.In Italia, il consumo complessivo di vino è sceso da 29,3 a 21,8 milioni di ettolitri tra il 2003 e il 2023, con una progressiva affermazione dei consumatori “occasionali”: nel 2023, il 73% dei Millennial (26–40 anni) ha dichiarato di non bere vino quotidianamente. Le preferenze si orientano sempre più verso prodotti di qualità (41%), provenienti da regioni diverse (27%), con una crescente attenzione per gli aspetti green (14%) e per i vini freschi e leggeri (13%).
Per Confagricoltura Puglia, in questo scenario la valorizzazione dell’identità territoriale, l’innovazione sostenibile e la narrazione trasparente della filiera diventano asset strategici. La regione, grazie alla varietà dei suoi vitigni autoctoni e alla crescente curiosità dei consumatori verso le produzioni meridionali, ha l’opportunità di proporsi in modo competitivo sui mercati globali.