La Pace camminava scalza tra le rovine di un cuore.
Teneva in mano un filo d’erba e una parola semplice: ora.
Vendetta, appoggiata a un muro spezzato, rise:
— E cosa puoi fare tu? Io ho fuoco e memoria lunga.
— Io ho presenza, — rispose la Pace. — E chi mi abita smette di bruciare.
Risarcimento tentò di mediare:
— Che almeno si paghi ciò che è stato tolto.
Pace lo guardò con dolcezza:
— Il dolore non si compra, si ascolta.
— E la compensazione? — intervenne con fretta un’ombra antica.
— È un calcolo che non torna mai. Io non misuro, io abbraccio.
Allora una donna, che aveva perduto un figlio, si sedette accanto alla Pace.
Poi venne un uomo, tradito da un fratello.
Poi un giovane, ingannato dal tempo.
E uno a uno, senza proclami, cominciarono a costruire una casa.
Non era grande, né perfetta.
Ma lì dentro nessuno cercava ragione, solo presenza.
Così nacque un paese. Poi una città.
Non era fatta di leggi nuove, ma di cuori pacificati.
E la Pace sussurrava:
— Io non arrivo da fuori. Sono sempre stata in voi. Solo che parlavate troppo forte per sentirmi.
Buona Domenica delle palme a tutti
Egidio Francesco Cipriano
Foto di Martin Lazarov da Pixabay