
Un diritto conquistato con il sangue ed un preciso dovere civico
Articolo 48 Costituzione
Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è DOVERE CIVICO.
Cos’è il dovere civico?
*Il dovere civico è un obbligo morale e sociale che ogni cittadino ha nei confronti della comunità in cui vive. Si tratta di comportamenti e azioni che contribuiscono al benessere collettivo e al funzionamento della società. Alcuni esempi di doveri civici includono:
- Votare alle elezioni per partecipare alla vita democratica.
- Pagare le tasse per sostenere i servizi pubblici.
- Rispettare le leggi e contribuire alla sicurezza della comunità.
- Essere solidali con gli altri cittadini e partecipare alla vita sociale.
Il concetto di dovere civico è strettamente legato alla cittadinanza e alla democrazia, poiché permette ai cittadini di essere parte attiva nella società.
La storia del diritto di voto in Italia è un percorso di progressiva inclusione e democratizzazione.*
- 1861: Con la proclamazione del Regno d’Italia, il diritto di voto era riservato ai soli cittadini maschi di età superiore ai 25 anni e di elevata condizione sociale.
- 1881: Il Parlamento estese il diritto di voto alla media borghesia e abbassò il limite d’età a 21 anni.
- 1912: Su proposta di Giovanni Giolitti, il suffragio fu ampliato a tutti i cittadini maschi di almeno 21 anni con istruzione elementare e a tutti i cittadini sopra i 30 anni indipendentemente dal grado di istruzione.
- 1918: Il suffragio universale maschile fu introdotto, includendo anche i giovani di almeno 18 anni che avevano prestato servizio militare nella Prima Guerra Mondiale.
- 1925: Durante il periodo fascista, il voto alle donne fu concesso solo per le elezioni amministrative, ma di fatto non esercitato.
- 1946: Le donne votarono per la prima volta alle elezioni amministrative e al referendum del 2 giugno, che sancì la nascita della Repubblica Italiana.
- 2021: Il Parlamento modificò l’articolo 58 della Costituzione, abbassando l’età minima per votare al Senato da 25 a 18 anni.
Il 6 aprile 1924 si svolsero le ultime elezioni libere con la partecipazione di tutti i partiti; poi la dittatura fascista.
Il voto a suffragio universale che conosciamo oggi è frutto della lotta per la liberazione, ed è costato tanto sangue.
Purtroppo non tutti conoscono la storia; non tutti si informano. Non tutti hanno idea del valore altissimo della partecipazione come esercizio della sovranità popolare.
C’è un grosso rischio nel progressivo disimpegno dei cittadini rispetto alla questioni che riguardano la “res pubblica”. Siamo ormai nei fatti passati da una democrazia rappresentativa che aveva nei partiti l’anello di congiunzione tra Popolo e Istituzioni, ad una forma che si avvicina all’oligarchia.
Molti di quelli che non vanno più a votare dichiarano di essere sfiduciati : “tanto sono tutti uguali, tanto non cambia nulla“; così facendo si delega ad un numero sempre più piccolo di soggetti ogni decisione. Continuando questa progressione alla fine il rischio è che quel numero di soggetti si riduca sempre più fino magari ad essere uno solo. L’uomo solo al comando!
E’ vero anche che apprezziamo le cose quando ci mancano!
E’ un fenomeno che ha proporzioni ormai planetarie con poche eccezioni.
Taranto al voto domani e dopodomani (25 e 26 maggio), il vero rinnovamento, la vera svolta sarebbe una partecipazione massiccia, convinta, consapevole al voto. Ci sono circa 860 candidati al consiglio comunale, sicuramente un numero esagerato, sproporzionato. Che dire: speriamo che almeno piova!
*Le note storiche sono frutto di ricerca con I.A. con seguenti fonti:
wikipedia – brocardi.it – laleggepertutti.it – treccani.it
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