
Nome omen ?
Il ritorno del nome Leone nella Chiesa
Ieri, 8 Maggio 2025, con l’elezione di Leone XIV, il nome Leone è tornato a risuonare sulla Cattedra di Pietro dopo più di un secolo di silenzio. Un nome potente, che evoca battaglie spirituali, difese eroiche della fede e svolte decisive nella storia della Chiesa. L’attenzione oggi si posa inevitabilmente su chi lo ha portato prima: uomini diversi per epoca e temperamento, ma uniti dal simbolismo stesso del leone — segno di forza, custodia e talvolta, ruggito di riforma o di conservazione.
La visione di Leone XIII: tra leggenda e documento
Tra i papi Leone, il più evocato oggi è Leone XIII (1878-1903). Soprattutto per una storia che ha il sapore della profezia e che continua ad affascinare e inquietare: la cosiddetta visione demoniaca. Secondo una narrazione diffusa, il 13 ottobre 1884, dopo aver celebrato la Messa, Papa Leone XIII sarebbe stato colto da una sorta di trance mistica. Avrebbe visto Satana sfidare Dio, chiedendo il permesso di mettere alla prova la Chiesa per cento anni, promettendo di portare il mondo alla rovina. Il papa, impallidito e scosso, avrebbe poi dettato la celebre preghiera a San Michele Arcangelo, ordinando che fosse recitata dopo ogni Messa. Ma qui occorre distinguere: questa storia non è documentata nei resoconti ufficiali vaticani dell’epoca. Non esistono verbali o lettere papali che riportino la visione nei termini crudi che la leggenda racconta. La narrazione si è diffusa in ambienti devozionali a partire dal primo Novecento, e potrebbe essere stata modellata sul clima di paura apocalittica che percorreva l’Europa alla vigilia dei grandi conflitti e della diffusione del comunismo ateo.
La preghiera a San Michele: questo sì, è storia certa
Quello che è documentato senza ombra di dubbio è l’istituzione della preghiera a San Michele Arcangelo. Nel 1886, Leone XIII compose e ordinò che si recitasse alla fine di ogni Messa, come parte delle cosiddette Preghiere Leonine, nate inizialmente per difendere l’indipendenza della Santa Sede dopo la presa di Roma nel 1870. La versione più nota recita:
“San Michele Arcangelo,
difendici nella battaglia;
contro le malvagità e le insidie del diavolo
sii nostro aiuto.
Ti preghiamo supplici:
che il Signore lo comandi!
E tu, principe delle milizie celesti,
con la potenza che ti viene da Dio,
ricaccia nell’inferno Satana e gli altri spiriti maligni,
che si aggirano per il mondo a perdizione delle anime.
Amen.”
Questa preghiera autentica esprime con forza la visione di Leone XIII: una Chiesa militante, che combatte non contro carne e sangue, ma contro le potenze oscure. Una visione che oggi torna di attualità.
I papi Leone: una linea di fuoco e difesa nella storia
Se oggi Leone XIV assume questo nome, lo fa sapendo di raccogliere un’eredità densa. Vediamola in breve:
Leone I Magno (440-461): Il Papa che Fermò Attila
Il primo e il più celebre dei papi di nome Leone è Leone I, detto Magno, proclamato Dottore della Chiesa. Il suo pontificato si distinse per la difesa dell’ortodossia contro le eresie di Eutiche e di Nestorio. Ma è nella leggenda che la sua figura acquista una dimensione epica: nel 452, secondo il racconto tramandato, Leone incontrò Attila presso il Mincio e lo convinse a ritirarsi dall’invasione di Roma. L’immagine di Leone che affronta il «Flagello di Dio» è potente: un pastore che difende il suo gregge non con le armi, ma con la parola e l’autorità spirituale. Storicamente, il ruolo di Leone in quell’incontro è documentato, ma gli elementi miracolosi — come la visione di San Pietro e San Paolo armati che atterriscono Attila — appartengono alla leggenda agiografica.
Leone II (682-683): Il Breve Riformatore
Poco noto al grande pubblico, Leone II si impegnò nel completamento del VI Concilio Ecumenico, condannando il monotelismo. Il suo pontificato fu breve, ma segnato dal tentativo di purificare la Chiesa romana da corruzioni e pratiche simoniche. Una figura sobria, lontana dalla grandiosità del Magno, ma non priva di rigore.
Leone III (795-816): L’Incoronazione di Carlo Magno
Leone III legò il suo nome a un atto che cambiò la storia europea: l’incoronazione di Carlo Magno a imperatore del Sacro Romano Impero, nella notte di Natale dell’800. Questo gesto pose le basi per mille anni di storia europea e sancì la supremazia papale sull’autorità imperiale. Leone fu anche vittima di gravi accuse e tentativi di deposizione, ma riuscì a prevalere grazie al sostegno dei franchi.
Leone IV (847-855): Il Difensore di Roma
Durante il suo pontificato, Leone IV dovette affrontare le incursioni saracene. Fortificò Roma, costruì il Leonine City, che comprendeva il Vaticano, e consacrò l’importanza strategica del papato come difensore della Cristianità occidentale.
Leone V (903): Il Papa Ombra
Leone V regnò per pochi mesi e fu deposto in un periodo caotico noto come la “pornocrazia romana”, dominata da lotte tra famiglie nobili e potenti. Di lui si conserva poco: un nome quasi sussurrato nei corridoi della storia.
Leone VI (928-929) e Leone VII (936-939): I Papi Oscuri
Entrambi regnarono in periodi di forte influenza delle famiglie aristocratiche romane e lasciarono scarse tracce di sé. Leone VII, però, cercò una timida riforma della vita monastica, aprendo il cammino a futuri movimenti di rinnovamento.
Leone VIII (963-965): Il Papa dell’Imposizione Imperiale
La sua elezione fu controversa, imposta dall’imperatore Ottone I in opposizione a Giovanni XII. Leone VIII rappresenta il culmine delle tensioni tra potere papale e potere imperiale, una lotta che accompagnerà la Chiesa per secoli.
Leone IX (1049-1054): Il Riformatore e l’Uomo del Grande Scisma
Figura chiave della riforma gregoriana, Leone IX combatté simonia e nicolaismo, ma il suo pontificato fu segnato dal tragico scisma del 1054 tra Chiesa latina e Chiesa greca. Fu anche un papa guerriero, sconfitto militarmente dai Normanni, ma vincente nella battaglia spirituale per l’autorità papale.
Leone X (1513-1521): Il Medici e la Frattura della Cristianità
Giovanni de’ Medici, salito al trono pontificio come Leone X, fu l’incarnazione del Rinascimento romano: mecenate, amante dell’arte, ma anche colui sotto il cui pontificato esplose la Riforma protestante di Lutero. Celebre la sua frase: “Dio ci ha dato il papato, godiamocelo”, che ben rappresenta il clima mondano e decadente della curia romana dell’epoca.
Leone XI (1605): Il Papa di 27 Giorni
Zio di Maria de’ Medici, regnò solo 27 giorni. La sua morte precoce impedì qualunque azione significativa, ma il suo nome segna un altro passaggio della tradizione leonina.
Leone XII (1823-1829): Il Restauratore Autoritario
Conservatore e autoritario, Leone XII si oppose alle idee liberali e rivoluzionarie che circolavano nell’Europa post-napoleonica. Ripristinò rigide norme morali e rinforzò l’Indice dei Libri Proibiti.
Il significato del nome Leone nella Chiesa
Tutti i papi Leone, in modi diversi, sono stati chiamati a difendere la Chiesa: dalle invasioni barbariche, dalle eresie, dalle minacce politiche o spirituali. Il nome stesso — Leone — evoca il leone di Giuda, simbolo di Cristo, ma anche la forza necessaria per custodire il gregge. Non stupisce che nei secoli passati, il nome Leone sia stato scelto spesso nei momenti in cui il papato sentiva di dover affermare la propria forza, o di dover rispondere a sfide drammatiche eppure le prime parole sono state:
“La pace sia con tutti voi! …una pace disarmata e una pace disarmante”
Con l’elezione di Leone XIV, questo nome torna carico di storia e di attese. In un tempo in cui la Chiesa affronta nuove sfide — la secolarizzazione, le ferite interne, le tensioni geopolitiche — il richiamo al Leone può suonare come un invito alla vigilanza e alla difesa.
Robert Francis Prevost, 69 anni, è stato eletto come il 267° Papa della storia, un evento che ha segnato una pietra miliare nella storia della Chiesa Cattolica. Non solo è il primo Papa statunitense, ma anche il primo Papa agostiniano.
Leone XIV è nato, forse non a caso, il 14 settembre 1955 a Chicago, Illinois, da Louis Marius Prevost, di origini francesi e italiane, e Mildred Martínez, di origini spagnole. È cresciuto in un contesto che ha influenzato profondamente la sua vocazione religiosa, studiando teologia e diritto canonico, per poi intraprendere una carriera missionaria e pastorale che lo ha visto impegnato in Perù, dove ha ricoperto numerosi ruoli di leadership all’interno della Provincia Agostiniana “Madre del Buon Consiglio“.
Nel corso della sua carriera, ha ricoperto ruoli di crescente importanza: è stato amministratore apostolico della diocesi di Chiclayo, vescovo di Chiclayo, e infine Prefetto del Dicastero per i Vescovi. Nominato cardinale nel settembre 2023, Prevost ha sempre avuto una vocazione a unire la Chiesa universale, come il suo motto episcopale “In Illo uno unum”, tratto dal sermone di Sant’Agostino.
Sarà sicuramente interessante vedere se il nuovo pontefice sceglierà di evocare i suoi predecessori, magari riprendendo la preghiera a San Michele o rilanciando la dottrina sociale inaugurata da Leone XIII.
Quel che è certo è che quando il nome Leone risuona a Roma, si riaccende anche la memoria di secoli in cui la Chiesa ha dovuto, di volta in volta, ruggire, proteggere, e a volte combattere.
Egidio Francesco Cipriano
Fotografia disponibile negli Stati Uniti d’America nella libreria del Congresso nella divisione stampe e fotografie con ID digitale cph.3a00543. con licenza creative commons
William Kennedy Dickson (1860–1935)