
Il nome Leone non è solo affascinante: è il simbolo di un animale reputato da tutti come il re, capace di rimettere ordine nel suo habitat e dettare legge, di mutare con un solo sguardo gli equilibri intorno a sé, di cambiare le carte in tavola. Ecco: ciò che occorreva in un occidente che va a rotoli, e all’interno di una Chiesa che può e deve dare segnali al mondo intero.
Bergoglio era stato eletto in un contesto globale differente rispetto a quello odierno: il 2013 non aveva ancora assistito all’invasione della Crimea e a quei segnali premonitori e devastanti che avrebbero condotto alla tragica e attuale guerra in Donbass. La situazione in Medio Oriente era rovente, ma non ancora precipitata nella escalation che dal 7 ottobre in poi ha animato tragicamente i racconti sulla guerra.
La Chiesa sguazzava e sguazza, tuttora, in un occidente che ha mostrato il peggio di sé: il primo leader occidentale per importanza, dall’ala statunitense, ha ridicolizzato la figura del Pontefice postando un’immagine generata con l’intelligenza artificiale che lo ritrae vestito da Papa. Non è solo una foto: è una dimostrazione di potere e di bullismo geopolitico. Questo conclave era più importante degli altri, proprio per il riquadro storico delicato che incornicia questo nuovo papato: da un lato una guerra commerciale e il sostegno ad un conflitto sanguinoso nel medio oriente, dall’altro un conflitto tra Russia e Ucraina.
È quindi importante dire che saranno tante le parole che questo nuovo Papa potrà spendere per la pace. Ormai al pari di un attore geopolitico a tutti gli effetti, potrà influenzare l’opinione pubblica sulla scia di Bergoglio. Così, l’espressione “pace disarmante e disarmata” bussa pesantemente nelle coscienze dei nostri governanti, affinché cristianamente agiscano per cessare il fuoco nelle zone di guerra, e per intraprendere azioni politiche volte alla pace.
Del resto, di cosa dovrebbe parlare un Pontefice se non di pace e Vangelo? Da Pio XII a Papa Bergoglio, i discorsi di pace erano sotto gli occhi dei fedeli. Pio XII si pronunciava nel periodo della seconda guerra mondiale, esclamando:”Nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra”. Paolo VI:”la pace deve guidare le sorti dei popoli e dell’umanità. “Così anche nel 2003, quando Giovanni Paolo II scongiurava la guerra in Iraq con numerosi appelli, sino a Bergoglio.
Leone XIV potrebbe ergersi come tale, un leone, per proseguire quel cammino già intrapreso, rivolgendo appelli, discorsi, lettere e azioni al solo scopo di scongiurare i conflitti.