
la Florida vieta la geoingegneria
C’è una sottile linea che separa la cospirazione dalla preveggenza, il delirio dal presentimento. La cronaca di questi giorni, dal cuore della Florida, si muove proprio su questo confine sfumato, dove i complottisti gridano all’allarme e gli scettici scrollano le spalle. Eppure, quella che sembrava solo l’ossessione di pochi si sta trasformando in legge dello Stato.
Il Senato della Florida ha approvato il disegno di legge SB 56 che vieta, nero su bianco, ogni attività di geoingegneria e modificazione climatica entro i confini statali. Non è una boutade o un colpo di teatro: è ora legge. Una legge che prevede sanzioni severe — fino a cinque anni di carcere e 100.000 dollari di multa — per chiunque venga sorpreso a “iniettare, rilasciare o disperdere” nell’atmosfera sostanze chimiche o apparecchi con lo scopo di alterare temperatura, clima, meteo o l’intensità della luce solare.
Persino i piloti e i controllori aerei finiscono nel mirino: rischiano multe fino a 5.000 dollari. E dal prossimo 1 ottobre 2025, tutti gli aeroporti pubblici della Florida saranno obbligati a segnalare ogni mese la presenza di velivoli dotati di dispositivi per l’emissione intenzionale di contaminanti atmosferici. Chi non lo farà, perderà i finanziamenti statali.
Un sistema di segnalazione pubblica sarà istituito: il Dipartimento per la Protezione Ambientale (DEP) raccoglierà via email e piattaforma online le denunce dei cittadini che credono di aver visto attività sospette. Il DEP indagherà, e potrà coinvolgere il Dipartimento della Salute o la Divisione di Gestione delle Emergenze, se necessario. Tutte le precedenti norme che autorizzavano studi o esperimenti climatici vengono così spazzate via: la Florida ha chiuso i giochi.
Dietro questa legge, il governatore Ron DeSantis e i senatori repubblicani gridano il loro “Not in Florida!“. Non qui, non ora: nessun esperimento per bloccare il sole, nessuna manipolazione climatica mascherata da salvataggio ambientale.
Il paradosso è potente. Da un lato, la comunità scientifica — come la professoressa Amy Clement dell’Università di Miami — deride l’ansia collettiva verso le cosiddette “chemtrails“, ricordando che quelle strisce bianche nei cieli sono solo vapore acqueo e che i progetti di geoingegneria, se mai dovessero decollare, sarebbero su scala globale, non regionale. Dall’altro lato, testimoni come l’ex giudice Bradford Thomas parlano senza esitazione di aerei che già oggi starebbero disperdendo nel cielo nanoparticelle di argento ioduro, alluminio, bario e perfino microplastiche. Sostanze che, secondo i fautori di questa teoria, non solo altererebbero il clima ma avvelenerebbero la salute pubblica.
E qui si apre la frattura che mi interessa. Perché se è vero che spesso i complottisti vedono fantasmi, è altrettanto vero che a volte sono proprio coloro che “esagerano”, che “delirano”, a segnalare le prime crepe nel muro della realtà accettata. A volte, ciò che disturba non è falso: è solo prematuro per la nostra accettazione.
Le grandi verità della storia — dalle manipolazioni industriali del secolo scorso all’ammissione tardiva di esperimenti medici non autorizzati — hanno mostrato come ciò che ieri era considerato paranoico oggi viene registrato nei libri come fatto accertato. Certo, il significato che i complottisti attribuiscono ai fenomeni può essere allucinatorio, distorto, impregnato di ansia persecutoria. O forse no. Forse, semplicemente, è ancora incompleto.
Il problema, come sempre, non è tanto nella domanda — “Ci stanno manipolando?” — quanto nell’incapacità collettiva di tollerare il dubbio. Perché ammettere anche solo la possibilità che qualcuno giochi a fare Dio con il clima significa uscire di colpo dalla comfort zone e ammettere che i poteri in gioco sono più grandi, più opachi, più inquietanti di quanto preferiamo credere.
La Florida, con questa legge, sembra voler chiudere il capitolo in anticipo, gridando al mondo che qui nessuno spegnerà il sole. Eppure, il vero finale lo scriverà il tempo. E forse, un giorno, la storia — quella vera — ci dirà chi aveva ragione. Forse allora scopriremo che tra i tanti che gridavano al lupo, qualcuno stava solo cercando di avvertirci.
E chissà se quel giorno guarderemo ancora le scie nel cielo con la stessa leggerezza di oggi.
Egidio Francesco Cipriano