La Tosse, le Costellazioni e la Pozione del Silenzio

Piccola favola per grandi, grossi e vaccinati
Nel Villaggio di Gargaròla, dove i camini starnutivano e le scale parlavano sottovoce, la bambina Viola continuava a tossire. Ma nessuno riusciva a capirne il motivo, nonostante fosse stata vaccinata con la Pozione del Silenzio Totale.
«Questa la curerà!» aveva detto il farmacista Filos Fiala, agitando una bottiglietta color panna e cemento.
«È il vaccino universale contro tutte le emozioni fuori posto.»
E così a Viola era stato iniettato un liquido che sapeva di sogni dimenticati e lettere mai spedite.
All’inizio sembrava funzionare.
Poi la tosse tornò. Ma diversa.
Più profonda.
Più… antica.
Come se stesse scavando per uscire.
Una notte, la forchetta filosofica del sogno precedente tornò a trovarla.
Solo che stavolta, invece di trovarla in una tazza di tè, la portò in un Laboratorio dei Sussurri Non Detti, gestito da una creatura chiamata Dottor Malinteso.
Il Dottor Malinteso indossava un camice fatto di vecchie prescrizioni bruciate, e portava occhiali che vedevano dentro i pensieri.
«Cara mia,» disse con un ghigno, «il vaccino ha fatto il suo dovere.
Ha sigillato ogni parola troppo dolce, ogni pianto troppo vero, ogni amore troppo scomodo.
Ma in certi bambini… c’è qualcosa che non si può silenziare.
E così… la tosse si ribella.»
Viola, piccola e immensa, guardò attorno.
C’erano barattoli con etichette strane:
– Rabbia della Bisnonna sotto sale
– Pianto interrotto del papà a 8 anni
– Desiderio represso di libertà
– Risate trattenute
«Ma allora… la tosse non è nemica?» chiese.
Il Dottor Malinteso sorrise, con uno sguardo un po’ triste.
«La tosse è un tamburo di guerra in un regno che voleva solo dormire.
È l’urlo gentile delle parti dimenticate.
È il controeffetto poetico del vaccino del silenzio.»
Di nuovo apparve la Signora Tosse, elegante e sorridente.
«Oh cara, qui si va in profondità.
Vedi, questi vaccini non sono cattivi… sono specchi.
Portano alla luce ciò che è già dentro, ma che faceva troppo rumore per il mondo là fuori.
Non sempre curano.
A volte rivelano.
E quando nessuno è pronto ad ascoltare ciò che emerge… la tosse canta.»
E così Viola fu portata in un’altra stanza del sogno:
La Sala delle Costellazioni Sussurrate.
Dove le emozioni rimosse prendevano forma e si mettevano in fila, come a teatro, per essere viste una volta per tutte.
C’erano:
– La Tristezza travestita da Bronchite,
– Il Senso di Colpa camuffato da Raffreddore,
– La Paura in pigiama da febbre bassa.
E proprio lì, tra le quinte, c’era il Nonno Vaccinato da Bambino, che tossiva ancora ogni volta che ricordava il giorno in cui fu costretto a smettere di suonare la fisarmonica.
«Capisci?» sussurrò la forchetta.
«Quella pozione non fece sparire la musica… la seppellì sotto una coperta di tosse.»
Viola tornò al villaggio con una nuova consapevolezza.
Cominciò a disegnare stelle invisibili sul muro della sua stanza: erano le costellazioni della sua stirpe.
Ogni stella rappresentava un’emozione che non aveva potuto brillare.
Ogni colpo di tosse… una piccola scintilla che riportava luce.
E smise di avere paura.
Quando tossiva, invece di zittirsi, diceva:
«Scusate. Sta parlando qualcosa di importante. Non so ancora cosa… ma è mio. È nostro.»
Morale distopica (ma anche dolce):
Non tutto ciò che cura guarisce.
E non tutto ciò che guarisce, cura come pensavano i grandi.
A volte la tosse è un atto poetico.
Un ruggito d’amore antico.
Una costellazione che batte nel petto per ricordarci che non siamo soli in quello che portiamo dentro.
E se il mondo si ostina a spegnere la voce delle emozioni,
un po’ di marmellata di coraggio,
una forchetta ribelle,
e un vaccino che invece di tappare…
apre,
potrebbero davvero cambiare le cose.
Egidio Francesco Cipriano
Immagine generata AI