
Tra storia e congetture un presunto mistero che dura da 9 secoli.
Giorgio Di Antonio
Nei miei 25 anni di militanza in associazioni neo Templari mi è capitato spesso di dover affrontare questi temi, di dover fornire risposte. Chiarisco subito che questo non mi da alcune specifica patente di autorevolezza, è questa militanza solo di aiuto per eventuali approfondimenti o se si vuole per porgere qualche elemento di riflessione.
Dal punto di vista metodologico c’è un solo modo per rispondere a domande di storia, è il ricorso alle fonti certe e accreditate, al frutto dello studio approfondito di insigni studiosi.

C’è un altro modo, molto in voga al giorno d’oggi, di affrontare le questioni storiche, evadere dal tempo e dal luogo, in quel posto e allora, per misurare invece con parametri odierni i fatti avvenuti molti secoli fa, è un modo per aggiustare le dimensioni della storia alle nostre percezioni, un metodo relativista che fornisce sempre risposte arbitrarie, tuttavia anche delle risposte arbitrarie e che attualizzino strumentalmente la storia possono avere un interesse e in qualche modo coincidere con qualche verità e fornirci spunti di un certo interesse.
Entriamo dunque nel tema della domanda di inizio riferendoci alle fonti storiche.
Come premessa dobbiamo citare che gli avvenimenti qui riferiti sono strettamente legati alla esecuzione della Prima Crociata (1099) proclamata dal Papa Urbano II (1095) e alla riconquista della città di Gerusalemme con lo stabilirsi di stati feudali quali il Regno di Gerusalemme, la Contea di Edessa, il Regno armeno di Cilicia, il Principato di Antiochia e la Contea di Tripoli. Questo agglomerato di stati venne chiamato in francese “Outremer” e più in generale erano la “Terrasanta” dei Cristiani.
Lo stabilirsi di governi Cristiani in quelle terre che erano state nel tempo conquistate dagli islamici, spinse moltissimi pellegrini Cristiani, europei e mediorientali, ad intraprendere il difficoltoso viaggio fino a Gerusalemme, per espiazione, per fede, per avventura.

I feudatari della Terrasanta non avevano a loro disposizione un esercito, ma solo pochi armigeri e uno sparuto gruppo di cavalieri di ventura, più utili alla sicurezza personale dei dignitari che non al controllo del territorio; dunque, i tanti pellegrini che continuavano ad arrivare rimanevano in balia di malfattori e di bande di predoni, in maggioranza musulmani ma non solo; infatti, non poche erano le bande di disperati rimasti in loco dopo la fine della Crociata.
Sotto il Regno di Baldovino II Re di Gerusalemme avvenne la prima costituzione di quello che in breve tempo divenne un potente ordine monastico-guerriero. Nel 1119 viene costituito il “Pauperes Commilitones Christi Templique Hierosolimitani” su iniziativa di un nobile francese Hughes de Payn e altri 8 nobili francesi ed italiani. Per brevità fin dall’inizio, visto che erano ospitati presso il Tempio di Salomone, furono conosciuti come “Militia Templi” dunque ai giorni nostri Templari. I documenti dell’epoca riferiscono che lo scopo era garantire la sicurezza dei pellegrini in viaggio dai porti di Cesarea ed Accri ai luoghi Santi. La particolarità fu che questa “Militia Christi” non si definì come un “Ordine Cavalleresco” ovvero un gruppo di militari a cavallo, ma come un gruppo di monaci che prendevano i voti ed esercitavano il mestiere delle armi.
Il tema del monaco guerriero sollevò da subito questioni Teologiche, che tuttavia vennero brillantemente risolte da San Bernardo di Chiaravalle. Questa grande figura sistematizzò tutta la questione nello scritto “De laude novae militae” che di fatto costituì la regola del nuovo ordine. Il nodo centrale dello scritto era la teorizzazione del “malicidio” ovvero l’autorizzazione dell’uso della violenza per sopprimere il male. Il “De laude” fu redatto a più riprese ma si utilizza la data del 1130 come riferimento centrale.

La regola dei Templari fu discussa e ufficialmente stabilita nel Concilio di Troyes nel 1129. Questo concilio ecumenico riconobbe formalmente l’Ordine del Tempio e approvò la sua Regola primitiva.
La regola, basata largamente sulla Regola di San Benedetto, imponeva voti di povertà, castità e obbedienza, obbedienza al Papa e alle gerarchie ecclesiastiche, unendo l’ideale monastico alla funzione militare.
Fin qui le evidenze documentali storiche, cosa possiamo arbitrariamente arguire? La Chiesa aveva dato il via alla prima Crociata (Deus vult!) radunando masse di esaltati e disperati che non erano certo un esercito disciplinato e che furono condotte da molti nobili europei con le loro piccole guarnigioni di militari di professione.
I pellegrini – guerrieri Crociati, spinti dalla penuria e dalla convinzione di una sorta di responsabilità ebraica nell’uccisione di Cristo, saccheggiarono e massacrarono gli israeliti nelle città di Spira, Worms, Treviri, Colonia, Magonza, Belgrado, Zemun, Costantinopoli, e comunque l’unico assetto logistico conosciuto durante quella sciagurata crociata fu il saccheggio, cosa che li portò a scontrarsi con molte popolazioni lungo il cammino e con lo stesso esercito Bizantino. La crociata culminò con la conquista di Gerusalemme e con l’orrendo massacro delle popolazioni di quella città che ne seguì (quasi tutti gli Ebrei ed i Musulmani furono trucidati senza misericordia).
“L’esercito” Crociato, come evidente, non era certamente rispondente ai comandi e ai dettami delle autorità ecclesiali, gli atroci massacri perpetrati lasciarono segni pesanti anche all’interno delle gerarchie ecclesiali, per cui una “militia” che pur non essendo un esercito autonomo fosse tuttavia sottoposta ed obbediente alla gerarchia fu vista indubbiamente come una necessità non rinviabile dagli alti gradi della Chiesa.
Come si organizzarono i Templari? E’ materia troppo lunga sulla quale soffermarsi in queste note, ma possiamo brevemente dire che impostarono una logistica che li rese completamente autonomi, e questo attraverso proprietà, Case, Commende, Fattorie, artigiani, tutti rifornivano la “terrasanta” di derrate alimentari, cavalli, muli, somari, armi ed armature, stoffe, scarpe e pellami, ecc. il tutto connesso con una rete di porti ed una flotta, con ospedali e ogni altro strumento utile all’organizzazione autonoma.
Questa organizzazione autonoma era finalizzata a mantenere una piccola forza di cavalleria pesante, piccola numericamente ma militarmente devastante. Era come disporre di carri armati contro una fanteria appiedata e male armata. Inoltre, i Templari dedicavano molte ore al giorno agli allenamenti militari, erano, si direbbe oggi, dei militari professionisti. I grandi risultati ottenuti ne moltiplicarono presto il prestigio, la reputazione militare, la potenza economica, legata soprattutto a grandi donazioni ricevute dalle famiglie nobiliari europee.
Dalla data di fondazione per circa due secoli si assistette ad una crescita costante del potere economico e politico dei Templari.
Perché dunque ad un certo punto finisce l’epopea dei Templari?
Essi nascono per difendere la Terra Santa come abbiamo visto, non furono i soli, possiamo citare l’Ordine degli Ospitalieri di San Giovanni (oggi Cavalieri di Malta), i cavalieri Teutonici, ma tutti insieme con il passare del tempo, queste forze cristiane persero gradualmente il controllo della Terra Santa. La caduta di Acri nel 1291 segnò la fine della presenza crociata in Medio Oriente, privando i Templari della loro principale ragion d’essere.
Persa la Terra Santa si rifugiarono a Rodi, ma presto la loro presenza politica e militare divenne ingombrante in Europa, in Francia soprattutto Il re Filippo IV “il Bello” si era fortemente indebitato con i Templari per finanziare le sue guerre e vedeva i pressanti richiami alla restituzione dei prestiti fatti dai vertici Templari come una minaccia alla sua autorità e alla continuità del suo potere.
Si giunge nel 1307, venerdì 13 ottobre Filippo IV emise un ordine ed orchestrò una operazione coordinata in tutta la Francia che portò all’arresto di un certo numero di Templari con accuse infamanti di eresia, blasfemia, sodomia e altri crimini. Gli arrestati furono sottoposti a tortura, molti per sottrarsi a queste atrocità confessarono il falso. Filippo IV esercitò anche forti pressioni su Papa Clemente V (francese, al secolo Bertrand de Got, eletto Papa nel 1305 e autore del trasferimento del papato ad Avignone, la “cattività Avignonese” durata fino al 1377) perché coprisse l’operazione e portasse ad una scomunica ed una soppressione dell’Ordine.
Nel 1312, durante il Concilio di Vienne, Papa Clemente V emanò la bolla “Vox in excelso” che decretava la sospensione dell’Ordine dei Templari; dunque, non una sentenza di colpevolezza che lo stesso Papa ammise di non poter prendere con le prove disponibili, ma una disposizione apostolica revocabile …
Nonostante il Papa avesse espresso dubbi sulla fondatezza delle accuse, la decisione fu presa per ragioni di opportunità e per placare il re francese.
Alcuni Templari, tra cui il Gran Maestro Jacques de Molay, furono condannati a morte e successivamente bruciati sul rogo (De Molay fu giustiziato a Parigi nei pressi di Notre Dame il 18 marzo 1314). I beni dell’ordine furono confiscati, in gran parte a vantaggio del re di Francia e la restante parte a vantaggio dell’Ordine degli Ospitalieri di San Giovanni. L’anno successivo il re Filippo IV e il Papa Clemente V morirono.
La fine dei Templari fu un evento complesso, risultato di una combinazione di fattori, tra cui la perdita della missione originaria, l’accumulo di potere e ricchezza, e la spietata politica di un monarca in cerca di risorse e desideroso di eliminare una potenziale minaccia al suo potere.
Ora si impone una riflessione, finisce la storia emersa dei Templari ed inizia un percorso carsico che presto diviene leggenda, i dati storici ci dicono che tutto finisce con la bolla papale, ma le cose andarono davvero così?
Partiamo dal “blitz” del re eseguito la notte del venerdì 13 ottobre 1307, è plausibile che in quel tempo si potesse coordinare una vastissima operazione con un sincronismo perfetto ed una sorpresa totale? E’ plausibile che i potentissimi Templari con il loro ramificato servizio segreto di informazione non avessero avute avvisaglie dell’operazione? Perché non si opposero in armi? Come mai non furono trovate ricchezze di nessun tipo in nessuna magione o commenda? Come mai la flotta Templare presente a La Rochelle, a Marsiglia, a Saint Raphael, a Collioure, a Genova, a Trani, a Brindisi, non fu trovata in porto e nessuna nave fu sequestrata?
Questi interrogativi non risposti hanno nel tempo alimentato le leggende e visto tornare in emersione i Templari ora in Scozia, ora in Portogallo, ora addirittura nel continente Americano, oppure in Georgia. E che fine hanno fatto i moltissimi Templari che non furono arrestati? La loro organizzazione ebbe mai fine? Si trasformarono? Perché di li a qualche anno appaiono le prime tracce della Massoneria? Non abbiamo risposte tramite evidenze documentali certe, solo ipotesi.
Mi sento di affermare che la storia dei Templari finisce sul rogo di De Molay, non ci sono eredi, ma rimane in vita la eredità spirituale e valoriale, l’impegno ad attualizzare la lotta del bene contro il male.
immagine di copertina realizzata con I.A. Canva