
Ci si deve preoccupare di un’invasione Turca del Tarantino?
Giorgio Di Antonio
In effetti la frase riportata sembra sia nata proprio nel XV secolo a seguito delle costanti incursioni Ottomane nel territorio pugliese culminate in molti massacri, quello forse più famoso l’eccidio di Otranto. Dunque “mamma li turchi!” evoca un incombente pericolo di disastrosi eventi.
E allora come rispondere alla domanda iniziale rapportata agli eventi odierni? Si e no. Si, se non fossimo in presenza di una visione unitaria circa lo sviluppo economico industriale e riconversione produttiva del Tarantino, no se il territorio con idee chiare e una ben definita indicazione di strategia e unitĂ politica intende affrontare le opportunitĂ che potrebbero concretizzarsi e arrivare in questa area determinante nel mediterraneo, determinante nel mediterraneo certo non da oggi.
Allo stato attuale la Politica nazionale, quella regionale pugliese e quella provinciale (riferita all’area vasta della provincia di Taranto) insieme ai comuni coinvolti, non sono stati in grado di produrre una visione progettuale integrata che offra il territorio Tarantino utilizzando con la massima sinergia le sue potenzialità , ci si è limitati di volta in volta ad indicare qualche progetto specifico spesso partendo da crisi industriali.
E dire che la presenza Turca sul territorio è tutt’altro che conflittuale, anzi a partire dalla costituzione della Camera di Commercio Turca in Italia presente da una decina di anni su Brindisi, le opportunità per parlarsi e progettare insieme con un grande partner economico dell’Italia certo non mancano, dunque più che preoccuparsi basterebbe occuparsi, occuparsi di progettare un futuro produttivo e industriale per il territorio, anche con i Turchi beninteso!
Dicevamo di vari interessi che nel tempo sono stati evidenziati dall’imprenditoria Turca verso il territorio, visto il momento potremmo citare l’interesse per Acciaierie d’Italia (ex ILVA) che si era giĂ nel passato manifestato con l’azienda Erdemir. Nel 2016, il ministro dell’Economia Turco Nihat Zeybekci aveva confermato l’interesse del gruppo siderurgico Erdemir per una acquisizione, menzionando “incontri tecnici” in corso.
Più recentemente, nel contesto delle travagliate fasi relative all’ex ILVA, sono stati menzionati diversi soggetti, tra cui anche uno Turco.
Ma esiste ora un altro nucleo industriale interessato a collaborazioni concrete con imprese Turche, si parla dello stabilimento aeronautico Leonardo di Grottaglie e si fa riferimento al recente accordo di Leonardo con la turca Baykar.
Recentemente, è stata ufficializzata la nascita di LBA Systems, una joint venture paritetica (50/50) tra Leonardo e Baykar Technologies, con sede in Italia. L’obiettivo di questa joint venture è lo sviluppo di una nuova generazione di sistemi aerei a pilotaggio remoto (UAS/UCAV) con capacitĂ avanzate e basate sull’intelligenza artificiale.
Nello specifico, il sito di Grottaglie è stato menzionato tra i siti di Leonardo che verranno coinvolti nel progetto, in particolare per la produzione di materiali compositi e per la realizzazione di piattaforme aeree destinate alle necessità future e attività sperimentali di volo.
In sintesi, l’accordo con Baykar rappresenta per Grottaglie:
- Nuove opportunitĂ produttive: produzione di parti di aeromobili in materiali compositi e la realizzazione di piattaforme aeree per i droni di nuova generazione.
- Valorizzazione delle competenze: impiego delle capacità e delle infrastrutture esistenti nel sito e progressivo sviluppo dell’ingegneria.
- Potenziale aumento occupazionale con impatto positivo sull’occupazione qualificata.
- Innovazione industriale: inserimento in progetti internazionali ad alta tecnologia nel settore dei droni.
Sia Leonardo che la Turca Baykar sono da tempo attive nella progettazione e realizzazione di droni. Baykar ha negli ultimi 10 anni prodotto aeromobili di grande successo (TB 1, TB 2, TB 3) operativi in molti teatri bellici e sta sviluppando nuovi velivoli dotati di turbogetto capaci di operare da portaerei (Kizilelma), Leonardo ha avuto un discreto successo con i suoi Falco, Falco Evo, Falco Explorer e con le piattaforme di ricerca Sky X e Sky Y, inoltre ha avuto ruoli importanti all’interno del progetto Europeo Neuron per un UCAV “stealth” e del prossimo drone strategico di costruzione europea Euromale RPAS, da notare poi che la divisione radiobersagli produce dei droni specifici della serie Mirach anche supersonici. Infine Baykar ha acquisito la storica azienda italiana Piaggio Aereo che produce aerei executive e droni tipo lo sfortunato P1- HH. Come si vede una prospettiva che potrebbe produrre risultati positivi.
GiĂ , potrebbe, ma senza una attiva, informata, convinta progettualitĂ e visione del futuro il rischio è che rimanga una delle tante promesse evanescenti, volendo un po’ immaginare se si riuscisse a consolidare questi progetti si creerebbe un volano, una massa critica, che fungerebbero da attrattore di altre iniziative. Un esempio? Lo spazioporto, è vero ancora rimane una iniziativa nebulosa anche se l’unica a livello Europeo, ma nonostante questo ha giĂ avuto la capacitĂ di attirare l’iniziativa di realizzare sull’aeroporto di Grottaglie il piĂą grande aereo da trasporto del mondo.
E’ stato confermato che a Grottaglie sorgerà lo stabilimento per la costruzione del WindRunner, un aereo progettato dalla società americana Radia, appositamente per il trasporto di pale eoliche di dimensioni eccezionali.
Questo è un progetto di grande rilevanza perché le pale eoliche di ultima generazione, lunghe anche più di cento metri, sono estremamente difficili da trasportare via terra. Il WindRunner è stato ideato per superare questa sfida logistica, consentendo la costruzione di parchi eolici in aree interne precedentemente inaccessibili.
La notizia, confermata dal sindaco di Grottaglie e da rappresentanti di Radia Italia, prevede che il nuovo stabilimento possa dare vita a circa 2.500 assunzioni e coinvolgere importanti realtĂ italiane del settore aerospaziale, come appunto Leonardo (per la fusoliera) e Magnaghi (per i carrelli). Il WindRunner, una volta operativo sarĂ l’aereo piĂą grande del mondo per dimensioni e capacitĂ di carico.
In conclusione, opportunitĂ sembrano esserci, anche grazie ad interesse di imprese Turche e dei loro imprenditori, e allora benvenuti, altro che mamma li Turchi!
Impressioni artistiche del WindRunner Radia.


immagine di copertina generata da Canva







