
Certe volte l’erotismo inciampa. E mentre inciampa, inciampa anche la parola. Si strozza. Non è solo metafora. Si chiama choking, ed è una pratica sempre più diffusa tra adolescenti: il soffocamento volontario durante l’atto sessuale, cercato per aumentare il piacere. Ma questa non è tutta la storia. Perché c’è un altro choking, meno consapevole, più tragico e silenzioso: quello del choking game, il “gioco del soffocamento”, a volte solitario, a volte filmato, condiviso, sfidato.
Chi ne muore non lascia quasi mai un biglietto. A volte stringe ancora in mano una cintura. Una corda. Una fascetta. Nessun desiderio di morire, solo un estremo tentativo di sentire qualcosa di più. Un surplus di vita attraverso il vuoto d’aria. È in questo paradosso che vivono, oggi, molti adolescenti: alla ricerca di uno sballo spirituale, di una trance, di un modo per staccarsi da un mondo che li asfissia davvero, metaforicamente, e che loro provano a controllare asfissiandosi sul serio, fisicamente.
Il corpo come frontiera: fra desiderio e rischio
Nel choking erotico, praticato spesso dopo averlo visto in film porno mainstream, l’atto del premere la gola, tappare il naso, o stringere con una mano o un laccio, viene cercato per aumentare il senso di vulnerabilità, dominazione, abbandono. Un gesto apparentemente consensuale, carico di ambiguità. Molti adolescenti non ne conoscono i reali rischi neurologici, e ancor meno sanno dare un nome a ciò che stanno facendo.
A volte, per “piacere di più”, per essere “più intensi”, si lasciano fare. Senza fiatare. Senza dire “basta”. Fino a perdere conoscenza. Fino a non tornare.
E qui il pericolo non è solo fisico. È psichico, educativo, relazionale. Il choking erotico diventa spesso una recita inconsapevole appresa da video, una performance senza reale consapevolezza del limite. E chi ha il potere, chi stringe, spesso non sa cosa sta stringendo davvero.
Una generazione che cerca il limite con la gola
La generazione che si filma mentre si soffoca e posta su TikTok le ultime parole gorgheggianti tra risatine e blackout momentanei, non è più trasgressiva. È anestetizzata. Sta cercando, nel dolore e nella soglia del respiro, un ritorno al senso. Un confine che il mondo adulto ha reso troppo vago: senza iniziazioni, senza riti, senza vere parole sul corpo e sull’intimità.
Gli psicologi vedono aumentare i casi di adolescenti che raccontano episodi di “gioco del soffocamento” fatto in gruppo, tra amici o fidanzati, spesso registrati col cellulare. Le scuole iniziano a ricevere linee guida ministeriali, mentre i pronto soccorso pediatrici raccolgono dati. Ma l’impressione è che si resti sempre un passo indietro.
Il nodo del consenso e la pedagogia che manca
Il choking solleva una questione sottile: può davvero esserci consenso in chi non ha piena consapevolezza? Un sedicenne che vuole essere “più bravo” o “più brava a letto” perché ha visto certi video, è davvero libero di scegliere? E il partner che stringe, è consapevole delle arterie carotidee, dei rischi cerebrali, della possibilità di causare un danno permanente?
In un’educazione sessuale che manca o è puramente biologica, i gesti estremi entrano come emulazione e si fissano come norma. E l’immaginario collettivo, colonizzato da pornografia violenta e da serie che spettacolarizzano il trauma, non offre anticorpi.
Non si tratta di censurare l’erotismo né di criminalizzare il desiderio. Ma di restituirgli voce, parola, profondità. Un ragazzo o una ragazza deve poter dire: mi piace, non mi piace, fermati, non voglio, voglio con queste condizioni. Invece, a volte, le parole mancano. O peggio: si credono inutili. Così, nel silenzio, si gioca col respiro come si gioca col fuoco.
Una responsabilità condivisa: adulti muti, ragazzi strozzati
Gli adulti – genitori, insegnanti, terapeuti – spesso non sanno cosa dire. Alcuni negano. Altri giudicano. Altri ancora, purtroppo, ridicolizzano o si rifugiano in un’ignoranza auto-assolta. Ma è proprio qui che serve una nuova grammatica affettiva e corporea.
Parlare di choking, di erotismo estremo, di corpo come soglia, non significa scandalizzare. Significa educare. Significa creare uno spazio in cui si può parlare di piacere senza vergogna, e di rischio senza colpa. In cui l’intimità non è imitazione ma scoperta. In cui il desiderio non è sopraffazione ma relazione.
Ritrovare il respiro
Nessuno dovrebbe morire per mancanza di parole. Nessuno dovrebbe lasciarsi strangolare per essere accettato. Nessuno dovrebbe giocare col proprio respiro perché la vita non gli ha insegnato altre vie per sentirsi vivo.
Il compito, oggi, è restituire ai ragazzi la possibilità di respirare davvero. Non solo con i polmoni, ma con l’anima. Farli parlare. Farli pensare. Farli sentire. Farli toccare la profondità del desiderio, che non è sempre violenza, ma spesso bisogno d’amore, di contatto, di significato.
Ed è lì, in quel bisogno denso come una lacrima che non esce, che comincia la vera educazione erotica. Quella che non soffoca, ma apre.
Egidio Francesco Cipriano
Immagine AI
Fonti e approfondimenti
- CDC (2008). Unintentional Strangulation Deaths from the “Choking Game”. Link
- Busse, H. et al. (2015). Prevalence of the Choking Game in Adolescents, BMC Public Health.
- Herbenick, D. (2024). Sexual Strangulation and Young Adults. People
- The Guardian (2025). There is no safe way to do it…. Link
Fonti italiane e dati ufficiali
- Ministero della Salute, Linee di indirizzo per la prevenzione del soffocamento da cibo in età pediatrica (2017).
- Choking game (questo è reato!) (ministero della giustizia)
- SIPEC, Linee guida per la prevenzione del soffocamento da cibo in età pediatrica (2017).
- NostroFiglio.it (2023), indagine Skuola.net: 10 % conoscenza, 18 % esperienza diretta, 33 % conoscenza per amico; caso Igor Maj, Milano 6‑9‑2018.
- Croce Rossa Italiana (14‑9‑2018), Blackout Challenge: allerta per Roma e Milano.
- HuffPost Italia (13‑9‑2018), caso 14enne Milano con cavo PlayStation.
- Corriere della Sera (settembre 2018), dettagli sul gioco estremo e decesso di Igor Maj.
- Eco di Bergamo (aprile 2025), incontro genitori a Costa Volpino.
- Alimenti&Salute ER (2022), circa 1.000 ospedalizzazioni/anno da soffocamento alimentare, 60–80 % nei 0–4 anni.
- Tiscali News/Ministero della Salute (maggio 2022), otto regole e manovre di disostruzione pediatriche.









