In occasione della Giornata della Memoria, istituita nel 2005 dall’ONU per commemorare le vittime dell’Olocausto, lunedì 27 gennaio pomeriggio, l’Associazione Anspi Villaggio di Sant’Agostino, con il supporto del Comune di Martina Franca, porterà nuovamente in scena “Primo. Se non ora, quando”, una rappresentazione teatrale del regista Pasquale Nessa ispirata all’omonimo romanzo di Primo Levi.
“Dopo il successo e la partecipazione ottenuta quest’estate, quando la performance teatrale fu realizzata in occasione della Notte Bianca, ci è sembrato doveroso ripeterla anche in occasione del 75° anniversario della liberazione del Campo di Auschwitz-Birkenau – ha dichiarato Giacomo Abbracciavento, presidente Anspi Villaggio di Sant’Agostino – Grazie all’Amministrazione comunale, che ha inserito lo spettacolo nel calendario delle iniziative per la Giornata della Memoria, potremo proporre la performance ai ragazzi delle scuole medie e superiori che vorranno partecipare.”
“Primo. Se non ora, quando” è uno spettacolo che ripropone scene di vita all’interno dei campi di concentramento nazisti e coinvolge gli spettatori, rendendoli soggetti attivi di scene talvolta scioccanti. Il Villaggio di Sant’Agostino di Martina Franca, ospitato all’interno di un convento della fine del Seicento, diviene l’ambientazione ideale per un doveroso esercizio di memoria: il chiostro si trasforma nel cortile di un lager, nel quale si muovono deportati e nazisti che, di fronte al pubblico, rivivono scene che nessuno vorrebbe più vedere ma che è necessario ricordare.
“Questo spettacolo è un’idea nata per fare assaporare, seppur in minima parte, quello che hanno vissuto le persone deportate nei lager. – spiega il maestro Pasquale Nessa, ideatore dello spettacolo e regista della compagnia teatrale Le Quinte – “Primo” non è solo il nome di Levi, l’autore del romanzo a cui questa opera si ispira, ma Primo è ognuno di noi, è un numero unico, è una vita unica, è un soggetto unico e irripetibile che si identifica in una società che spesso non lo identifica. Tutti ci auguriamo che esperienze come queste non si ripetano più ma, in questo momento storico, caratterizzato da messaggi troppo spesso esasperati, non bisogna frasi prendere la mano. Questa rappresentazione nasce dall’esigenza di sensibilizzare lo spettatore e farlo entrare nella realtà vissuta dai deportati, affinché possa farne esperienza alla ricerca della risposta alla domanda: se capitasse a me un’esperienza del genere, cosa farei realmente? Come mi sentirei realmente?”.
Per maggiori informazioni, è disponibile la pagina Facebook de Il villaggio di Sant’Agostino (clicca qui).
Francesca Perrone
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