Laicità vo’ cercando
riceviamo e pubblichiamo:
Letta la proposta di legge regionale del consigliere Gianni Liviano inerente la valorizzazione economica dei riti della settimana santa, sostenuta da ampio schieramento trasversale, tra i quali anche rappresentanti del Partito Democratico, e di cui taccio per carità di patria, non posso però sottacere alcune considerazioni che si rendono indispensabili per una seria riflessione sull’argomento.
Nulla da dire sulla validità culturale, ed aggiungo turistica, dell’evento che riguarda la nostra città ed altre province nel periodo pasquale. Ed ovviamente mi astengo da ogni considerazione nel merito religioso. E’ indubbio che in un contesto civico anche le espressioni di religiosità popolare debbano assumere valenza rispettabile, soprattutto se derivanti da tradizioni popolari. Precisato questo, per sgombrare il campo da eventuali equivoci, affermo che tale proposta è inammissibile in una società laica, quale si pretende debba essere la nostra.
Liviano trae fondamento di legittimità della sua proposta dalla convenzione Unesco per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, tra cui si annoverano, a giusta ragione, i riti della settimana santa. Obietto però che tale salvaguardia non si esprime unicamente con sovvenzioni e finanziamenti in denaro a carico dell’ente pubblico, bensì anche con altri strumenti meno onerosi, come ad esempio gli sgravi fiscali o la pubblicità e propaganda a carico degli enti pubblici, che del resto già è in atto da qualche anno sia in promozioni fieristiche che televisive. Obietto che il sostegno economico dell’ente pubblico ha un senso solo se il richiedente è sfornito di risorse proprie per un progetto o un’iniziativa. Nel caso delle confraternite e congreghe ecclesiali mi permetto di avanzare ampie riserve sulle precarie condizioni economiche, limitandomi a ricordare che proprio in questi giorni i media hanno pubblicizzato un introito di “offerte” di quasi 140.000 euro per la Confraternita dell’Addolorata, e di circa 200.000 euro per quella del Carmine, evidenziando l’aggiudicazione record di 110.000 euro per trasportare una statua. Che senso ha finanziare questi sodalizi se godono di tali entrate, che sicuramente devolvono, anche se non si sa in quale misura, a beneficenza? Ed ancora, con questi considerevoli introiti non si possono finanziare attività di studio, realizzazione di eventi e di percorsi di formazione, e di materiale multimediali, come prevede la proposta di legge? E le royalties per le riprese televisive delle processioni, a cura delle emittenti nazionali e da qualche anno anche estere, a chi vanno?
So che rischio lo stigma del laicista anticlericale ma non posso sottacere che, a fronte di questa proposta di legge, c’è una situazione regionale disastrosa sul fronte culturale, non ignota a Liviano per sensibilità e trascorsi assessorili. La Puglia è la quart’ultima regione d’Italia in cui il 40,5% dei suoi abitanti ha letto almeno un libro all’anno (Rapporto Istat 2017 p. 14), il restante 60% nemmeno quello. La situazione delle biblioteche pubbliche in Puglia è da collasso, per loro non ci sono mai soldi, non c’è turnover né per il personale né per i libri, sono entrambi vecchi. Tuttavia, gli amministratori virtuosi delle biblioteche, come il nostro avvocato Gianluigi Pignatelli, direttore dell’Acclaviana, hanno compiuto miracoli con due soldi. Ma, nonostante una legge regionale di promozione alla lettura, il livello resta ancora infimo perché mancano strutture efficienti. Le conseguenze pratiche non tardano a presentare il conto: populismo, mancanza di senso civico, disgregazione sociale, maggiore accentuazione dell’individualismo e delle devianze. Tutti fenomeni figli dell’ignoranza. Ed allora, se vogliamo esaltare lo spirito e la lettera dei principi Unesco, e mi permetto di aggiungere anche quelli della nostra Costituzione, sosteniamo chi ha disperatamente bisogno di maggior attenzione economica. Riempiamo i granai culturali rappresentati dalle biblioteche pubbliche. Quindi, se effettivamente sono disponibili 200.000, come prevede la proposta di legge, si distribuiscano alle biblioteche pubbliche dei territori in rapporto alle loro esigenze e consistenze.
Comprendo che nell’approssimarsi dell’appuntamento elettorale possa nascere la volontà politica anche di far uscire la luna dal pozzo, ma augurando a Liviano la meritata conferma della consiliatura per la costante generosità e genuinità del suo impegno politico, vorrei esortarlo a privilegiare maggiormente la politica culturale verso le strutture istituzionali pubbliche. Non votano solo i cattolici.
Taranto, lì 16.04.2019
IL PRESIDENTE
Avv. Francesco Guida