Il riferimento è ai presunti ritardi ed errori nella gestione della emergenza Covid-19
COMUNICATO STAMPA
Accertare le responsabilità di chi, Enti e Istituzioni, si siano resi responsabili della gravissima
situazione determinatasi a seguito del contagio da Covid-19, per aver sottovalutato il problema o
per aver agito con forte ritardo rispetto a tutte le misure di prevenzione che potevano mettersi in
atto allo scopo di arginare e contenere il dilagare dell’emergenza coronavirus sull’intero territorio
nazionale.
L’iniziativa è promossa dall’Acue, l’Associazione consumatori utenti europei che ha presentato una
dettagliata e articolata azione a tutela dei cittadini e, in particolar modo del personale, medico,
ospedaliero e infermieristico, impegnato in prima linea nel fronteggiare l’emergenza Covid-19.
Azione pronta ad essere supportata anche da una specifica petizione on-line.
“E’ indubbio – evidenzia il il dott. Antonio Pepe, presidente nazionale dell’Acue – che nella fase di
avvio del contagio vi sia stata una forte sottovalutazione del problema rappresentato dalla
diffusione del Covid-19.
Nessun presidio Ospedaliero è stato ampliato o adeguato per le esigenze emergenziali, nessun
ospedale alternativo o da campo è stato individuato prima dell’esplosione della crisi o meglio
dell’implosione del sistema sanitario. I medici, gli infermieri, i paramedici, i volontari della croce
rossa, del servizio “118” lavorano incessantemente perché fortemente sotto organico ormai da anni
per i tagli di natura prettamente economica e non di effettiva funzionalità perpetrati
indiscriminatamente dalle Asl. Nessun atto di approvvigionamento di adeguati Dispositivi di
Protezione Individuali previsti dal Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro n.81/2008 e/o adeguati e
menzionati nella delibera di emergenza del 31/01/2020.
IlD. Lgs. n.81/2008 (Testo Unico sulla Sicurezza del Lavoro) – specifica il dott. Pepe – impone al datore
di lavoro di adottare protocolli ben precisi atti alla tutela del lavoratore. Nell’attuale contesto, lo
stesso Decreto legislativo pone diversi oneri onere in capo al datore di lavoro e, più specificamente,
l’Articolo 266 prevede l’applicazione delle norme a tutte le attività lavorative nelle quali vi è rischio
di esposizione ad agenti biologici. Nella specie, secondo la classificazione ed il rischio di infezione
definiti dall’art. 268, ci troviamo davanti ad un agente biologico del gruppo 4 ovvero: “un agente
biologico che può provocare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i
lavoratori e può presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità; non sono disponibili,
di norma, efficaci misure profilattiche o terapeutiche”. L’Articolo 282 pone le sanzioni applicabili a
carico dei datori di lavoro e dei dirigenti.
A tali disposizioni – sottolinea il presidente Pepe – non può certo supplirsi con semplici continue
comunicazioni al personale impiegato al lavoro circa il rischio di contaminazione. E così il personale
medico/sanitario è stato costretto a lavorare spesso senza Dispositivi di Protezione Individuale, quali
mascherine, guanti e tute.
Una situazione inaccettabile, sfociata in questi ultimi giorni anche in diverse denunce inoltrate,
anche attraverso i social, dal personale sanitario. Ultima, in ordine di tempo, la lettera dei centomila
medici indirizzata al Ministro alla Salute, Speranza, ai Governatori di tutte le regioni, al Presidente
della Federazione degli ordini dei Medici, dott. Anelli e ai presidenti federali degli Ordini dei Medici
regionali. Denunce, molte delle quali – annuncia Pepe – le stiamo raccogliendo agli sportelli della
nostra associazione.
Ecco perchè – conclude il presidente Acue – vogliamo dar forza alla nostra azione anche attraverso
una specifica petizione che nei prossimi giorni proporremo on-line e sui social, per dar modo a tutti
i cittadini di poterla sottoscrivere”.
L’iniziativa promossa dall’Acue sarà presentata ufficialmente giovedì prossimo, 23 aprile, alle
18.15, in una video conferenza stampa alla quale saranno invitate le principali testate
giornalistiche nazionali e regionali e che vedrà la partecipazione anche di esperti e rappresentanti
del mondo forense e del comparto sanitario nazionale.
Mail: acue.ufficiostampa@gmail.com
acue.presidenza@gmail.com