Oggi avrebbe compiuto 43 anni Alessandro Leogrande, usando le parole di Christian Raimo, “il migliore tra gli intellettuali, i giornalisti e gli attivisti della sua generazione”, se la morte improvvisa non lo avesse colto tre anni fa. Il MArTA pubblica l’omaggio del maestro Vinicio Capossela.
Si è occupato degli ultimi, trattando temi come il caporalato, l’immigrazione, la questione meridionale. Era molto legato alla sua città natale.
Nato a Taranto il 20 maggio 1977, Alessandro Leogrande si è diplomato all’Archita per poi proseguire i suoi studi a Roma, laureandosi in Filosofia. Ha esordito nel 1999 con il reportage narrativo “Un mare nascosto”, dedicato proprio a Taranto e poi ha continuato il suo intenso lavoro dedicandosi alla difesa degli ultimi. In “Uomini e caporali” ha raccontato le condizioni di schiavitù a cui erano costretti i braccianti impegnati nelle campagne del foggiano, oggetto del primo grande processo contro il caporalato in Puglia. Si è occupato di questione meridionale. Ha trattato il tema dell’immigrazione: ne “Il naufragio” ha ricostruito la tragedia della nave carica di migranti albanesi speronata nel golfo di Otranto da una motovedetta della Marina militare; con “La frontiera”, invece, attraverso storie di migrazioni dal Medioriente e dall’Africa raccolte nel corso dell’operazione Mare Nostrum, ha raccontato quella “linea immaginaria eppure realissima: la frontiera che separa e insieme unisce il Nord del mondo, democratico e civilizzato, e il Sud, morso dalla guerra, arretrato e antidemocratico”. Ha scritto moltissimi articoli per giornali e riviste come Il Corriere del Mezzogiorno, Il Manifesto, Internazionale, l’Unità, Panorama, Il Fatto Quotidiano, ha condotto trasmissioni su Radio 3 RAI e Radio Svizzera Italiana, è stato vicedirettore del mensile “Lo Straniero”.

Il suo legame con Taranto è sempre rimasto fortissimo: ha dedicato alla sua città libri, saggi e articoli. In “Fumo della città” ha raccontato con rabbia e amore venti anni, dall’ascesa del sindaco Giancarlo Cito alle vicende dell’ex Ilva, e spesso ha utilizzato la realtà ionica per spiegare e interpretare vicende storiche e attuali del Mezzogiorno. Il calcio era un’altra sua grande passione, tifoso rossoblù, ne ha scritto e ha curato “Il pallone è tondo” sulla corruzione nel ricco mondo del calcio, e “Ogni maledetta domenica. Otto storie di calcio”, il calcio visto da un punto di vista differente.
Scomparso improvvisamente il 26 novembre 2017, Taranto gli ha dedicato la passeggiata sul lungomare di Taranto.
Anche il MArTA omaggia lo scrittore tarantino: su Facebook, Vinicio Capossela legge un brano tratto da “Le macerie”
Foto copertina: profilo twitter Leogrande
Francesca Perrone
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.