Tecnologie informatiche come ausilii comunicativi e alla vita (seconda parte)
La disabilità secondo il modello sociale dei diritti umani
Il 13 Dicembre 2006 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato in via definitiva il testo della Convenzione dei Diritti Umani delle Persone Disabili, primo importante trattato sui diritti umani del 21° secolo. Si tratta di un altro traguardo storico, raggiunto in tempi molto rapidi, su cui sono riuscite a convergere posizioni e richieste da un lato dei governi, dall’altro delle maggiori federazioni e associazioni di persone diversamente abili presenti in tutto il mondo. Scopo della Convenzione è promuovere, proteggere e assicurare il pieno ed eguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali di tali persone, e di sollecitare il rispetto per la loro inerente dignità. I capisaldi di questa sorta di “trattato internazionale possono essere fissati in quattro punti:
• accessibilità
• partecipazione e inclusione
• non discriminazione
• pari opportunità
La Convenzione si compone di cinquanta articoli, dei quali i primi trenta si incentrano sui diritti fondamentali (associazionismo, diritto di cura, diritto alla formazione personale, ecc.), mentre gli altri venti riguardano le strategie operative atte a promuovere la cultura della disabilità. Nonostante il grande impegno e relativo accordo internazionale sul tema della convenzione, risulta però evidente che questo documento è mancante di una chiara definizione del concetto di disabilità, pur facendo continuo riferimento alle persone disabili. Tale lacuna è con molta probabilità imputabile alla mancata definizione univoca, a livello internazionale, del concetto di disabilità. Ciononostante nell’articolo uno, vengono esplicitamente indicate le persone disabili come “coloro che presentano una duratura e sostanziale alterazione fisica, psichica, intellettiva o sensoriale la cui interazione con varie barriere può costituire un impedimento alla loro piena ed effettiva partecipazione nella società, sulla base dell’uguaglianza con gli altri”. Questo “accordo” affonda le sue radici nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, adottata dall’ONU nel 1948 che subito dopo la Seconda Guerra Mondale è diventata progressivamente il paradigma “teorico” su cui ricostruire il tessuto delle relazioni tra gli esseri umani, i popoli e gli Stati.
Movimento mondiale: disabilità è nell’ambiente che non accoglie
Il movimento mondiale delle persone con disabilità, facendo proprio questo modello, ha avviato un processo di costruzione di una nuova visione culturale della propria condizione; una visione culturale non più basata su un modello medico che, ponendo l’equazione disabilità uguale a menomazione, ne sottolinea la tragicità, ma sul modello sociale che valorizza le diversità umane di razza, di genere, di orientamento sessuale, di cultura, di lingua, di condizione psico-fisica. Si concretizza, di conseguenza, un nuovo punto di vista, secondo cui lo svantaggio è una costruzione sociale e non una condizione personale, per cui una persona ha una disabilità non perché si muove con una sedia a rotelle, comunica con il linguaggio labiale, si orienta con un cane guida, ma perché gli edifici sono costruiti con le scale, perché si pensa pregiudizialmente che comunicare sia possibile solo attraverso il linguaggio orale, perché è possibile orientarsi solo attraverso la vista. Lo svantaggio va quindi “colmato” attraverso un intervento sociale che garantisca e permetta la fruizione di diritti beni e servizi. Il modello sociale prevede quindi la creazione di nuovi servizi che permettano una piena partecipazione anche attraverso la rimozione delle barriere.

La tecnologia
Focalizzando l’attenzione sull’attuale progresso tecnologico ed informatico, per cui un non vedente può “diversamente vedere” tramite il suo apparato uditivo per mezzo della sintesi vocale, un non udente può “diversamente udire” attraverso i suo occhi utilizzando dei display o la LIS (Linguaggio Italiano dei Segni) automatizzata, un tetraplegico può “diversamente scrivere” con l’ausilio di sistemi di rilevamento e trasduzione di movimenti residui, il trattamento differente non ha più giustificazione: ogni segregazione in istituto o laboratorio protetto, ogni sito web che non rispetta le norme di accessibilità, ogni mezzo di trasporto senza adeguamenti per non deambulanti, non udenti e non vedenti rappresenta una violazione dei Diritti Umani
Dott. Egidio Francesco Cipriano
Psicologo Informatico
Bibliografia
- Articolo 3 – Principi generali – http://www.un.org/disabilities/
- Paul K. Longmore and Laurie Umansky (2001), The New Disability History: American
Perspectives, New York Univ. Press. - Shapiro Joseph P., (1993) No Pity: People with Disabilities Forging a New Civil Rights
Movement,Times Books
Immagini
https://pixabay.com/it/illustrations/graffiti-disabilit%c3%a0-donna-maschio-1088873/
Egidio Francesco Cipriano
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