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    Caos tra gli avvocati: il deposito telematico degli atti penali

    Feb 7, 2025

    Dalle toghe alla giustizia digitale

    Forse tra poco non ci saranno più faldoni, borse pesanti, rumore di tacchi amplificati dalle ventiquattrore, scappate da un’aula all’altra, e telefonate che risuonano tra le stanze degli studi legali e le aule di tribunale a suon di “Ho dimenticato il fascicolo, non ho qui il foglio con me”. Tutto questo potrà scomparire con il processo penale telematico un giorno. Ma, almeno per ora, il Ministro della Giustizia Nordio ritiene, dal 28 dicembre scorso, di aver digitalizzato il processo penale. Adesso basterà un click, e se i legali non avranno adempiuto a tutte le procedure burocratiche e digitali richieste, numerosi ostacoli potranno rendere più difficoltoso il processo penale, ora in una vera e propria fase di transizione.

    Così ne abbiamo parlato con un noto penalista tarantino, l’avv. Fabrizio Lamanna, che ha chiarito alla redazione le nuove modalità introdotte dal ministero della Giustizia, e in che modo potranno cambiare, da ora in poi, il processo penale.

    Allora, ultimamente il decreto di Nordio sembra aver mandato in caos gli avvocati, l’Ordine degli avvocati e le camere penali, perché si trovano sommerse da queste nuove modalità telematiche. Intanto, partiamo col chiarire cos’è il deposito telematico degli atti penali.

    “Il 28 dicembre 2024 è entrato in vigore il decreto Nordio, che prevede il deposito telematico degli atti penali. Tuttavia, il processo telematico penale, fortunatamente per ciò che dirò, non è ancora entrato pienamente in vigore, nel senso che è ancora possibile utilizzare le modalità cartacee in udienza.Il problema principale riguarda l’invio telematico degli atti penali al di fuori dell’udienza, poiché le difficoltà sono molteplici. Ieri, ad esempio, durante un convegno organizzato dalla nostra camera penale, al quale hanno partecipato anche il dottor Ciardo e altri magistrati sono emerse numerose criticità nell’applicazione di questo sistema.Quando inviamo un atto penale – che può essere una lista testimoniale, una costituzione di parte civile, un deposito di un appello, una richiesta di incidente probatorio o anche solo l’invio di una semplice nomina – ci viene richiesto l’atto abilitante. Ieri, durante il convegno, sono state espresse notevoli perplessità proprio su questo aspetto.Sembra infatti che non ci siano revisori in grado di controllare o estendere la validità degli atti abilitanti a tutte le necessità pratiche. Ad esempio, l’avvocato Campanelli, venuto da Roma, ha raccontato di un caso in cui aveva ricevuto la nomina da parte di una vedova, il cui marito era morto in un incidente stradale. Ebbene, quella nomina, pur essendo valida, non veniva accettata dal portale dedicato perché l’atto abilitante non la riconosceva formalmente. Ciò ha creato una criticità temporale che ha impedito al legale di far riconoscere la nomina in tempo utile alla procura, che stava già per eseguire atti irripetibili, come l’autopsia e altre operazioni immediate essenziali nel procedimento successivo.”

    Ma concretamente, quali sono i problemi che possono emergere all’interno di un processo penale con l’introduzione di questo sistema telematico?

    Se un atto che comporta scadenze e termini perentori non viene riconosciuto dal sistema, rischio di trovarmi fuori termine. Involontariamente, potrei creare un danno alla parte assistita. Se una costituzione di parte civile o una lista testi non viene riconosciuta dal sistema, il procedimento ne risente pesantemente.Ieri mi è capitato persino di non vedermi riconoscere correttamente una richiesta di comparizione spontanea di un mio cliente dinanzi alla procura. Dopo aver scoperto tramite un modulo 335 di essere indagato, il mio cliente ha chiesto di essere sentito dal pubblico ministero, un suo diritto. Tuttavia, il portale ha avuto difficoltà a riconoscere l’atto abilitante, creando un ulteriore ostacolo.Questa è solo una delle tante casistiche problematiche. Il rischio è che, proseguendo con la vecchia modalità cartacea, alcuni atti – come le nomine – non vengano più riconosciuti in modo tradizionale, rendendo il lavoro degli avvocati molto più difficile. Non si tratta solo di abitudine: il problema principale è che il portale presenta limiti strutturali che vanno rivisti per adeguarsi alle esigenze concrete.”

    Cosa potrebbe fare oggi Nordio per sbloccare la situazione e migliorare la vostra professione?

    Dovrebbe comprendere queste difficoltà e, in attesa di migliorare il sistema, restituire la possibilità di utilizzare la modalità cartacea come alternativa. Per atti come una lista testimoniale, una costituzione di parte civile o una richiesta al tribunale, gli avvocati dovrebbero poter scegliere liberamente tra il cartaceo e il telematico.Attualmente, alcuni atti possono ancora essere presentati in modalità cartacea, ma bisogna verificare attentamente quali rientrano in questa possibilità e quali invece sono obbligatoriamente telematici.Gli incontri come quello di ieri andrebbero amplificati e segnalati con maggiore visibilità, per attirare l’attenzione di chi ha imposto questo sistema. Il processo telematico è sicuramente utile e necessario, ma oggi sta creando un caos che ha colpito tutti gli studi legali, mettendoli in difficoltà.Credo che questa situazione sia un problema diffuso in tutta Italia. Personalmente, posso riportare le criticità di Taranto, dove opero. La Camera Penale locale organizzerà sicuramente iniziative di protesta per segnalare le problematiche e cercare soluzioni. Vedremo quali sviluppi ci saranno nelle sedi competenti.”

    Giuseppe Lamanna

    Studente in Scienze Politiche, scrive di politica, cronaca e attualità. Fondatore di un blog, La Voce del Dissenso, e ospite occasionale su RadioVera, una radio locale. Particolarmente attento alle vicende politiche nazionali ed estere, e ai conflitti Israelo-palestinese e Russo-Ucraino.

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