Uno l’autore materiale, tanti i responsabili morali. Vergogna! Vergogna! Vergogna!
“Nella sua nuda essenza anche la tragedia più grande è fatta di numeri: il Vice Brigadiere Mario Cerciello Rega aveva 35 anni, era sposato da 43 giorni e 13 ne erano passati dal suo ultimo compleanno.
È morto stanotte a Roma per 8 coltellate, inferte per i 100 euro che i 2 autori di 1 furto pretendevano in cambio della restituzione di 1 borsello rubato. In gergo si chiama “cavallo di ritorno”.
Ma quei numeri non sono freddi: sono il conto di un’esistenza consacrata agli altri e al dovere, di una dedizione incondizionata e coraggiosa, di un amore pieno di speranze e di promesse. E la tragedia reca la cifra più alta: l’infinito.
Il più vivo dolore per una mancanza che affligge 110 mila Carabinieri. Il più vivo cordoglio ai Suoi cari, che stringiamo in un immenso, unico abbraccio. “
Sintetico, esaustivo, dignitoso, il post con cui sulla pagina Facebook i Carabinieri annunciano l’ennesimo caduto. Un ragazzo giovane, appena 35 anni, sposato da poco più di un mese. Vergogna! Vergogna! Vergogna!” Uno solo probabilmente l’autore materiale, un miserabile, vigliacco, che ha ucciso per 100 euro. Tanti i responsabili morali. Quelli che da tempo, norma dopo norma, continuano ad assecondare gli istinti peggiori di minoranze anti sistema, quelli che vanno alle manifestazioni con caschi e fazzoletti, spranghe ed estintori da lanciare! Quelli che approvano la legge sulla tortura prevedendo fino a 12 anni per le Forze dell’Ordine. Quelli che lasciano condannare un carabiniere che ha colpito un ragazzo che fuggiva non fermandosi all’alt. E tanti altri possono essere gli esempi da citare.
Occorre fare delle scelte e dire chiaramente da che parte si sta; se dalla parte dello Stato, dei cittadini onesti o da quella di chi ritiene di non dover avere regole. Dalla parte di lavoratori che con poco più di mille euro al mese rischiano la vita, e spesso la perdono, per garantire a noi tutti la sicurezza, o da quella di miserabili delinquenti.
Il fatto che probabilmente l’autore possa essere un immigrato, non aumenta né riduce la gravità del fatto. Ma una riflessione va comunque fatta, alla luce di dati statistici ( non opinioni): in Italia 1 detenuto su 3 è straniero. Ai primi posti Marocchini, Nigeriani, Rumeni, Albanesi. (fonte Ministero di Giustizia giugno 2019) Ciò deve far riflettere sul come avvenga la integrazione e soprattutto rappresenta la prova che non tutti quelli che vengono nel nostro Paese sono in cerca di un futuro migliore. Se sulla questione immigrazione non ci fosse un continuo scontro propagandistico, e si cominciasse ad entrare nel merito delle questioni, senza contrapposizioni tra buonisti e razzisti, forse qualcosa potrebbe migliorare. Ma su questo esprimiamo profondo scetticismo.