La fuga di una significativa quantità di extracomunitari dall’hotspot di Taranto, solo in parte rintracciati e riportati indietro, grazie all’encomiabile impegno delle Forze dell’Ordine, è solo l’ultimo, per quanto eclatante, episodio che impone l’assunzione di un immediato provvedimento di chiusura della struttura.
Nata per identificare i migranti e smistarli non oltre le 72 ore dal loro arrivo, con la fine degli sbarchi (oggi purtroppo ripresi grazie al governo giallo-rosso), l’hotspot è stato a lungo utilizzato per identificare gruppi provenienti da Ventimiglia. Uno spreco sproporzionato di risorse! Da qualche tempo ne è stata totalmente stravolta la destinazione d’uso trasformando un centro per la identificazione e lo smistamento, in vera e propria (anzi impropria!) struttura sanitaria. Si è infatti ricorso all’hotspot per far svolgere il periodo di quarantena a soggetti probabili positivi al Covid-19.
Tendoni montati in un’area del porto, assolutamente inidonei a svolgere attività di natura sanitaria-ospedaliera, con gravi rischi per chi vi è ospitato e per tutto il personale che lo assiste. Rischi che ora si estendono al di fuori a causa della fuga messa in atto in queste ore. E’ ormai noto che il maggior rischio di una nuova ondata di contagi viene dall’estero, tant’è che sono stati assunti provvedimenti da parte del governo per limitare alcuni accessi nel nostro Paese. Taranto deve fare i conti con una quantità notevole di problematiche e vive da anni un’ emergenza sanitaria causata dall’inquinamento ambientale, e aggravata da un sistema sanitario ai minimi termini; non si possono aggiungere altre emergenze. Si chiuda subito l’hotspot.
On.le Avv. Gianfranco Chiarelli
Vice Coordinatore Regionale
foto G.Maffucci