Gravi ritardi delle stazioni appaltanti, alcuni progetti irrealizzabili. Speso finora solo il 33% circa della dotazione disponibile.
“Non vado dietro alle chiacchiere e alle fantasia di chi prova a tirami la giacca”
Dallo scorso 5 marzo il Senatore Mario Turco, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alla programmazione economica e agli investimenti, è il referente per il CIS per Taranto. In questi due mesi, in piena emergenza sanitaria, ha attivato diverse iniziative portando a casa innanzitutto la Fondazione per il Tecnopolo del Mediterraneo che rischiava di andare verso altri lidi. Oggi un punto della situazione con una conferenza stampa presente il Prefetto dott. Demetrio Martino. Gravi ritardi da parte delle ben 15 stazioni appaltanti, diversi progetti di fatto non realizzabili e una manifesta tendenza alla frammentazione del territorio che determina non pochi ostacoli, rappresentano la sintesi dello stato dell’arte.
Cambiata la governance
E’ cambiata la governance del CIS oggi diretta dal presidente del Consiglio con la delega affidata al Sen. Turco. E’ cambiato il metodo, e questo, secondo il sottosegretario, non da tutti i partecipanti al tavolo è stato gradito.
Solo 327 milioni spesi finora
Ma a che punto siamo con i progetti? La ricognizione fatta parla di 10 interventi realizzati ( o in fase di conclusione) su 40 con una spesa complessiva di circa 327 milioni di euro rispetto ad un miliardo disponibile. Restano quindi da spendere oltre 700 milioni di euro. E’ evidente che il giudizio non può essere positivo.

Ritardi e criticità per tutte le 15 stazioni appaltanti
Ma perché questi ritardi? “ Vi è una incapacità di spesa del CIS Taranto” . Nessuna delle 15 stazioni appaltanti è esente da criticità. Ognuna delle stazioni appaltanti ha adottato proprie strategie, e ciò di fatto ha impedito e ancora impedisce quella accelerazione che si vorrebbe dare al CIS Taranto.
Il 25% (in termini di fondi) dei progetti irrealizzabile
Dall’analisi dei progetti è emerso che diversi interventi di fatto non sono realizzabili, o in ogni caso richiederebbero tempi lunghissimi. Alla nostra domanda circa la valutazione della entità di tali progetti Turco ha ipotizzato un 25% in termini di fondi disponibili. Nei prossimi giorni sarà possibile avere maggiori dettagli e comprendere in modo puntuale quali progetti siano purtroppo da annullare. Il CIS ha un obiettivo ben preciso: realizzare progetti che producano nuovo sviluppo economico e occupazione. Per questo occorre accelerare i tempi per un territorio che vive la crisi in modo più marcato rispetto al resto del Paese. Ma per questo occorre unità di intenti.
Voci fantasiose sul futuro politico
Non è mancato da parte del Sottosegretario un accenno ad alcune voci che circolano in città in relazione al suo futuro politico, voci seccamente smentite: “da parte di qualcuno vedo delle fantasie sul mio futuro politico; io sottolineo che sono prestato alla politica, non ho mai vissuto di politica e non intendo vivere di politica. Sono intervenuto in politica in un momento tragico per il mio territorio. C’è da parte di qualcuno l’intenzione di creare divisioni, fraintendimenti, spaccature sul territorio Questo non ci porta da nessuna parte”.
Questioni irrisolte da anni
Esaminando nel dettaglio alcuni progetti sono emersi gravi ritardi per iniziative di grande rilevanza per il territorio ,come ad esempio l’utilizzo delle acque reflue da parte dell’acciaieria tarantina. Oggi lo stabilimento consuma circa 500 litri di acqua potabile al secondo! E’ almeno dal 2012 che se ne parla. Come per la infrastrutturazione in termini di collegamento con l’aeroporto di Grottaglie. Spiegato anche perché si è scartato l’utilizzo del palazzo Frisini per il Polo Tecnologico. Si tratta di un manufatto da ristrutturare, per cui ci vorrà sicuramente molto tempo e il Polo invece deve avviare le proprie attività da settembre. Confermato l’acquisto del palazzo ex Banca d’Italia per la facoltà di medicina. Un momento molto importante che può determinare, se si creeranno le giuste condizioni, finalmente, l’autonomia della Università di Taranto. Tanta carne a cuocere quindi e un’ampia disponibilità del governo. La palla ora passa agli attori del territorio.
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