Non si può parlare di fatalità; c’è una questione manutenzioni che viene da lontano.
Dal 2012 la gestione dello stabilimento è stata nelle mani di commissari governativi.
Come sette anni fa ma più di 7 anni fa. Nel 2012 Francesco Zaccaria perdeva la vita proprio nelle stesse identiche circostanze dell’incidente di ieri (10 luglio 2019); addirittura sembra che la gru caduta questa volta sia la stessa di allora dopo l’avvenuto ripristino. Gira voce, tra le tante che si sono diffuse sui social, che l’operaio al momento disperso ( non ci sono altre notizie ufficiali al riguardo) nel 2012 sarebbe dovuto essere in servizio insieme a Zaccaria.

Insomma tutti gli elementi per far pensare ad un atroce destino, ad un tragico disegno. Una fatalità. E invece no. Tutt’altro che fatalità! Quella gru non doveva cadere e, in assenza di garanzie sulla sua tenuta anche in caso di eventi meteorologici eccezionali, non doveva essere armata ieri. Anche perchè l’allerta c’è stata. Forse non esatta visto che si è trattato solo di un codice giallo. Ma si è parlato di forti raffiche di vento. E, poi, durante la giornata sono giunte notizie su analoghi episodi verificatosi nel centro Italia lungo la costa adriatica.
Certo, alla fine è andata bene sotto certi aspetti; molti danni ma, non nascondiamoci la verità, potevano esserci più vittime. Quando ci sono questi eventi tutto può succedere; capita anche che cada un vaso da un balcone e colpisca qualcuno uccidendolo. Ma nel caso della gru non è così. Quella gru, ripetiamo, visti anche i precedenti, in assenza di certezza sulla sua tenuta non doveva lavorare ieri. Questo deve essere chiaro. Così come deve essere chiaro che dal 2012 a pochi mesi fa lo stabilimento è stato gestito da commissari governativi. 7 anni di gestione che nulla hanno prodotto in termini di miglioramenti ambientali, tanto meno di sicurezza.
Se, dunque, è bene oggi porre la questione sul tavolo di ArcelorMittal, e del Governo, sarebbe cosa buona e giusta chiedere conto a chi ha gestito l’acciaieria in questi anni. Commentare oggi : “non dovrà più accadere…”, come ha fatto il governatore Emiliano sul suo profilo social, o indire i classici tre turni di sciopero, non può più essere accettato. Si dica chiaramente se si intenda davvero rendere sicura e ambientalmente compatibile la fabbrica, tirando fuori le risorse necessarie e definendo tempi accettabili, o si chiuda. Subito. Non c’è ricatto occupazionale che tenga.
fonte foto UIL
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