Oggi, 17 aprile, presso l’Aula Magna del Dipartimento Jonico di Taranto dell’Università degli Studi Aldo Moro si è tenuta la finalissima del “Torneo della disputa: dire e contraddire” a cui hanno partecipato 150 studenti di otto classi appartenenti a cinque istituti superiori di Taranto (Archita, Pitagora, Vittorino da Feltre, Battaglini, Moschetti) e uno di Manduria (Einaudi). Organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Taranto nell’ambito dei progetti di alternanza scuola lavoro ed educazione al civismo del Consiglio Nazionale Forense, in media partnership con Rai Cultura, il torneo consiste in una competizione di retorica e attitudini al discorso, finalizzato a rafforzare nei giovani le tecniche argomentative e persuasive per acquisire capacità di comunicare in maniera efficace.
Dopo i quarti e le semifinali, hanno avuto accesso alla finalissima la squadra “Nec plus ultra”, della classe IV B economico-sociale del Liceo Vittorino da Feltre di Taranto, e la squadra “Einaudi’s team”, della classe III A del corso di amministrazione finanza e marketing dell’istituto Luigi Einaudi di Manduria, che si sono contese il titolo intraprendendo un’avvincente disputa su una frase di Buddha: “Le parole hanno il potere di distruggere e di creare. Quando le parole sono sincere e gentili possono cambiare il mondo”.
I partecipanti, che, preparati dai docenti e dagli avvocati che si sono prestati al ruolo di tutor, hanno mostrato notevoli doti dialettiche, così che è risultato difficile per la giuria tecnica stabilire quale delle due squadre meritasse di vincere il torneo, titolo che, con una decisione salomonica, è stato attribuito ex aequo ad entrambe le squadre.
Il nostro plauso va alle squadre vincitrici, per il traguardo raggiunto, a tutti gli studenti partecipanti, per l’impegno profuso, e a tutti coloro che hanno ideato e reso possibile questo progetto, in primis i coordinatori, gli avvocati Vincenzo Di Maggio (neo eletto consigliere nazionale forense) e Angela Mazzia, e tutti gli avvocati-tutor, che hanno saputo mettere la loro professionalità al servizio dei giovani, aiutando loro ad acquisire modalità di dialogo e di confronto basate sulla forza dell’argomentazione e sul dibattito costruttivo, in un’epoca in cui appare sempre più frequente, nelle molteplici sedi della vita sociale, comprese quelle virtuali, una modalità di disputa fondata sull’ aggressione e il rifiuto dell’ascolto dell’altro.
Giuseppe Pesare