Completamente guarito, il paziente esprime riconoscenza per la professionalità e l’umanità del personale che lo ha curato e assistito
Dopo circa quaranta giorni di degenza, questa mattina un paziente Covid, cittadino francese, ormai negativo al Coronavirus e completamente guarito anche dal punto di vista clinico, ha potuto lasciare l’Hub Covid “San Giuseppe Moscati” di Taranto per far ritorno nel suo paese.
Il paziente, dipendente – in qualità di autista – di un’azienda di trasporti internazionale, nello scorso mese di marzo si trovava nei pressi di Taranto per lavoro quando ha accusato i sintomi tipici dell’infezione da Covid-19, per cui è stato ricoverato nel reparto di Pneumologia del “Moscati”, ospedale che, come è noto, è stato individuato “Hub Covid” dal Piano Ospedaliero Coronavirus della Regione Puglia. Le sue condizioni sono apparse fin da subito assai critiche per le note complicanze polmonari del virus. Tuttavia, grazie alla grande professionalità e, aspetto non secondario, all’umanità del personale medico e paramedico della struttura diretta dal Dott. Giancarlo D’Alagni, dopo lunghi giorni difficili il paziente ha fatto registrare decisi miglioramenti fino alla conferma della negatività al virus, già rilevata la scorsa settimana, e alla completa guarigione anche dal punto di vista clinico.
L’umanità, si diceva, ha svolto un ruolo determinante in questa vicenda. Per una persona in un paese straniero, del quale non conosce la lingua, una persona lontana dalla famiglia e dagli affetti più cari, colpita da una malattia di cui si conosce ancora poco, il cui decorso è tutt’altro che scontato, diventa fondamentale poter trovare un appiglio in qualcuno che fornisca rassicurazioni e dia coraggio. Da molti anni, diversi studi hanno dimostrato che provare emozioni positive, sentirsi sostenuti nel percorso di guarigione da chi sta vicino, non lasciarsi prendere dallo sconforto sono aspetti che aiutano a guarire da patologie anche gravi, e la malattia da Coronavirus pare non fare eccezione. Il paziente francese, per un caso fortuito ricoverato a Taranto, è stato fortunato nell’essere assistito da persone che, per quanto possibile, gli hanno fatto dimenticare di essere, in questa circostanza, solo e lontano da casa. Rendendosi conto di ciò, e provando una grande riconoscenza nei confronti del personale che non solo gli aveva salvato la vita, ma gli stava offrendo anche un enorme sostegno morale, il paziente ha cominciato a lasciare a medici e infermieri, ogni giorno, numerosi bigliettini con su scritte frasi di ringraziamento, consapevole di essere maggiormente in grado di esprimersi in italiano scrivendo piuttosto che parlando. L’ultimo lo ha lasciato questa mattina, al momento di lasciare l’ospedale, e recita: «(in francese) Voglio ringraziare tutti dal profondo del cuore. Arrivederci e grazie ancora. Buona fortuna a tutti. (in italiano) Grazie di cuore per avermi salvato la vita. Troverò la mia famiglia. Grazie a tutti voi e grazie per la vostra gentilezza. Arrivederci».
Concetti, questi, ribaditi nella dichiarazione lasciata per la stampa: «Ci tenevo a ringraziare tutto il servizio di Pneumologia dell’ospedale San Giuseppe Moscati, sono delle persone molto professionali che mi hanno salvato la vita cosicché io possa ritrovare mia moglie, i miei figli e i miei nipoti. Sono uomini professionali e di gentilezza estrema, oltre che molto competenti. Ricorderò per tutta la vita questo personale qualificato di questo servizio. Io vi ringrazio dal profondo del mio cuore e potrò ritrovare, grazie a voi, tutta la mia famiglia. Vi ringrazio veramente dal profondo del mio cuore».
Il dott. Massimo Soloperto, pneumologo del Moscati, che ha seguito il paziente in tutta la sua permanenza presso il nosocomio tarantino, spiega come sia stato emozionante assistere ai suoi miglioramenti e poi alla sua piena guarigione: «Questo è stato un caso interessante perché, trattandosi di un cittadino francese, ha trovato più difficoltà rispetto agli altri, perché, oltre a tutti gli altri problemi c’era anche quello della lingua. Lui ha avuto molta pazienza nei nostri confronti, e anche noi nei confronti suoi. Siamo riusciti ad intenderci più che altro con gli sguardi e ad avere un bellissimo rapporto di amicizia. Ce n’è voluto di tempo, ma pian piano è uscito fuori da questa situazione, e noi siamo felici di poter farlo ritornare a casa sua dai suoi cari. Quando il paziente pian piano ha cominciato a migliorare e ad avere fiducia in se stesso: questo è stato il momento più esaltante e gratificante per me come medico e come uomo. La condizione di questa malattia è estremamente debilitante, toglie l’energia, svuota completamente, dà una debolezza estrema, un’astenia profonda che arriva sino all’anima. Poi pian piano senti tornare le forze, torna il respiro e, non appena ci si può mettere in contatto con i propri cari, questo è, anche per noi, uno dei momenti più belli».
Il dott. Giancarlo D’Alagni sottolinea il lato umano della vicenda: «Sono lieto della dimissione di quest’oggi, ci dà tanta gioia. Abbiamo ricevuto quotidianamente da parte sua segni di gratitudine e di affetto. Certamente non era possibile sostituire completamente gli affetti familiari a cui è stato sottratto il paziente però, nel nostro piccolo, abbiamo cercato di dare quel conforto e quell’umanità che, oltre a guarire la malattia, serve anche a guarire lo spirito».
Ora il nostro paziente è già in viaggio verso la Francia, accompagnato da un suo collega, ma lascia a noi, e soprattutto a chi combatte il Coronavirus in prima linea, come lo staff del reparto di Pneumologia del “Moscati”, oltre a una bella storia, la forza di insistere in questa battaglia e la speranza di un futuro in cui, come lui, potremo guardare a questo periodo come a un brutto momento del passato che si è potuto superare grazie all’impegno di tutti e alla professionalità e umanità degli operatori sanitari.
Giuseppe Pesare
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