A un anno di distanza si può e si devono organizzare meglio i servizi.
Basta con l’ isolamento dei malati! Molto dipende anche da chi dirige le strutture ospedaliere. Ci sono strutture di eccellenza e altre che lasciano decisamente a desiderare.
E’ trascorso ormai quasi un anno dall’inizio della pandemia. 2.485.956 i casi in Italia, 86.422 i morti. 1.575.258 i vaccini somministrati. Dati ufficiali del Governo al 27 gennaio 2021.
Morti, tanti, economia in ginocchio, incertezze sul piano vaccinazioni. C’è però un altro aspetto che passa ingiustamente in secondo piano. L’isolamento degli anziani, in particolare.
Sappiamo di chi non ce l’ha fatta ed è passato a miglior vita senza che i parenti, mogli, mariti, figli, fratelli, sorelle, li abbiano più visti dopo il ricovero.
Durante la degenza, che può durare molto a lungo, non sono possibili le visite; e questo si può comprendere. Meno comprensibile è la grande difficoltà che si incontra nel poter comunicare o solo avere notizie. Ovunque in Italia. Con le normali differenziazioni ed eccezioni.
Parliamo di Taranto perché abbiamo diretta conoscenza. Per esperienza personale, ad esempio, abbiamo riscontrato grande disponibilità, organizzazione, valori umani, nell’Ospedale di Martina Franca, diretto dal Dott. Gianfranco Malagnino. Ma anche in altri ospedali.
E invece ci giungono preoccupanti notizie da alcuni presidi della provincia che al momento non segnaliamo, in attesa di ulteriori riscontri che presenteremo alla Direzione Generale dell’ ASL.
Ci giungono notizie di telefoni spenti la domenica o, addirittura di risposte del tenore : “sua madre ha xx anni, cosa vuole?“. Questa storia degli anziani che “tanto devono morire” deve finire. Come anche l’idea di dare priorità a chi può farcela. Non è questo che recita la nostra costituzione all’ art. 32.
Il diritto alla salute è per tutti. E l’art. 3 secondo comma dice “E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana […]”
Dunque nessuna graduatoria tra chi salvare e chi no.
Sappiamo di famiglie colpite dal Covid smembrate; suddivise in vari presidi nella provincia, che vivono situazioni angoscianti e per i quali chiediamo l’attenzione della Direzione ASL. Chiediamo umanità a chi organizza i servizi, a chi dispone i ricoveri, e un richiamo a chi dirige i reparti affinché tutti collaborino perché soprattutto gli anziani ( ma in generale i ricoverati in questo periodo) non siano isolati dalle famiglie.
F.R.
Foto di Sabine van Erp da Pixabay
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.