Tutti sogniamo
Esiste un denominatore comune per la quasi totalità degli esseri umani, sogniamo. Inevitabilmente siamo trasportati in uno stato onirico che ci unifica così come il respiro. Tutti siamo passati dalla vaghezza inspiegabile e leggera di un sogno felice alla terrificante sensazione di un incubo incalzante. Quanti di noi che non siano neurofisiologi, psichiatri, psicologi o meditatori esperti si sono mai chiesti cosa veramente succede durante il nostro sonno nel dipanarsi dei fantastici eventi che costellano i nostri sogni ? La verità ? In qualche modo ce lo siamo chiesti un po tutti, e questo ce lo dice la tradizione popolare che mai si è risparmiata l’attribuzione di significato al contenuto e all’orario dei nostri sogni. Cosa è veramente questo stato della nostra vita in cui indulgiamo gran parte del nostro tempo ? Come possiamo utilizzarlo a nostro e altrui beneficio senza spreco di prezioso tempo ?
Biologicamente
Biologicamente pare che una precisa zona del cervello, quella corticale posteriore, si presenta più attiva nell’atto del sognare, si osserva inoltre la diminuzione delle onde cerebrali delta , quelle a bassa frequenza, e l’aumento di quelle gamma, quelle ad alta frequenza. Che questa attività rilevata sia la causa o l’effetto dell’attività onirica è ancora tutto nel campo delle ipotesi, di fatto i sogni impegnano una bella fetta della nostra vita, e gran parte di noi pare esserne più effetto che causa, i sogni vengono subiti, belli o brutti che siano; che ci si ritrovi all’interno o li si guardi dall’esterno sono sempre come una sorta di film immersivo dove l’operatore cinematografico monta la pellicola e tutto viene proiettato sul fondo della nostra coscienza senza che apparentemente sia per noi possibile intervenire coscientemente sulla proiezione o addirittura su regia e interpretazione di questi meravigliosi film dotati di tutte le percezioni sensoriali.
Anticamente
Esistono in realtà metodologie antichissime per permettono inizialmente di prendere coscienza dello stato di sogno e in seguito di guidare il sogno nel suo succedersi d’immagini, suoni e sensazioni tattili, arrivando ad utilizzare al meglio il tempo del segno per meditare secondo l’antica scuola o rendersi produttivi secondo una nuova più occidentale tendenza.
Nella tradizione del Buddhismo tipico delle regioni del Tibet esistono diverse pratiche da poter operare in sogno, addirittura interi training mentali e di meditazione da eseguire in questo meraviglioso stato; sono state nei secoli pratiche segrete riservate ad adepti e iniziati di lunga data; solo nella seconda metà del ventesimo secolo maestri tibetani come Choghyal Namkai Norbu (Accademico Docente dell’Università Orientale di Napoli tra il 1962 e il 1992 e Maestro Scuola Dzogchen) hanno deciso di rendere pubbliche e più accessibili queste metodologie. Parallelamente si sono sviluppate in occidente le pratiche del sogno lucido, mirate ai più svariati intenti onirici, dall’esperienza ludica a quella della realizzazione spirituale o più frequentemente all’ottenimento dell’esperienza sensoriale dell’OBE (Out of Body Experience).
Modernamente
Sulla base di queste millenarie esperienze nasce oggi una nuova branca della Mindfulness, quella del Sogno, che rende più accessibile all’uomo moderno queste “tecnologie mentali”; un nuovo wetware che permette di utilizzare un tempo prima non disponibile per raggiungere un nuovo stato di benessere allo stesso modo in cui la mindfulness classica viene utilizzata durante lo stato di veglia.
Dr. Egidio Francesco Cipriano
Psicologo
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