Dove finirà la Forsu dei Tarantini?
riceviamo e pubblichiamo:
Neanche un mese addietro, era il 19 giugno scorso, il Consiglio comunale di Taranto approvava di gran fretta il Piano per la raccolta differenziata dei rifiuti, sul quale in quella occasione espressi molte perplessità.
Innanzitutto perché il sistema con cassoni “ingegnerizzati” per la raccolta differenziata nel Borgo e in Città vecchia, non con il “porta a porta” come negli altri quartieri, nel primo anno obbligherà a un “investimento” di 9 nove milioni di euro per l’acquisto degli automezzi e di “soli” 935.532 euro per l’acquisto di 393 cassoni ingegnerizzati!
Per il “poco felice” calendario della raccolta differenziata, inoltre, i commercianti dovrebbero sostenere costi e disagi per realizzare magazzini interni per la gestione dei rifiuti fino al giorno della raccolta, mentre per altri motivi sarebbero penalizzati gli abitanti di condominii numerosi.
Sono notevoli sacrifici, in termini economici e di impegno quotidiano per i cittadini, che tutta la nostra comunità deve comunque sopportare per realizzare quelle importanti percentuali della raccolta differenziata che una città civile e rispettosa dell’ambiente deve raggiungere.
Ma mentre a Taranto l’Amministrazione comunale spingeva per approvare il Piano per la raccolta differenziata dei rifiuti elaborato dalla società PMF, forse per evitare un Commissariamento dell’AMIU, in quello stesso periodo in Regione Puglia ci si è già resi conto che era in atto una vera e propria emergenza regionale per la Forsu, la Frazione Organica degli RSU raccolta in maniera differenziata, cosa sicuramente nota agli “addetti ai lavori”, come i dirigenti dell’Amiu…
Già il 6 giugno, infatti, con una ordinanza il presidente Michele Emiliano aveva reso noto un “Piano per i rifiuti pugliesi” per fronteggiare la chiusura anticipata delle due discariche, Aseco di Ginosa e Maia Rigenera di Lucera, che trattavano il 40% della frazione organica prodotta in regione. Il 16 giugno Michele Emiliano emanava una seconda ordinanza con nuove misure di sostegno al recupero della Forsu prodotta dai Comuni pugliesi.
Il 21 giugno, infine, Michele Emiliano emanava una terza ordinanza con cui ordinava all’Ager, l’agenzia regionale per la gestione dei rifiuti, fino al 31 luglio prossimo di “disciplinare i flussi di FORSU prodotti dai Comuni pugliesi che non trovano collocazione sul mercato della filiera del compostaggio regionale ed extra regionale, verso gli impianti di trattamento meccanico biologico in esercizio sul territorio regionale, destinando tale frazione presso i TMB che sono destinatari della frazione indifferenziata prodotta dai medesimi Comuni”, in provincia di Taranto sono la CISA spa di Massafra e la Manduriambiente spa di Manduria.
In pratica la Forsu finirà in discarica come un qualsiasi rifiuto, con buona pace di chi si è impegnato nella differenziata dell’organico!
Cosa accadrà dopo il 31 luglio è fin troppo facile prevederlo: una nuova ordinanza che prolungherà tale periodo…
Ora mi chiedo: prima di partire con il Piano per la raccolta differenziata dei rifiuti, che dovrebbe essere operativo già dall’ottobre prossimo, spendendo milioni di euro dei cittadini, non sarebbe il caso di accertarsi prima se i Rifiuti organici ei Tarantini saranno conferiti in un impianto di compostaggio, ovvero se l’emergenza regionale dei Forsu sarà cessata, o se invece finiranno nella solita discarica con tutti gli altri RSU?
Consigliere Comunale
Floriana de Gennaro
Capogruppo La Scelta per Taranto