Cronaca di una lunga giornata di 5 ministri a Taranto
Cominciamo dalle solite note stonate

Arrivati in netto ritardo i 5 ministri del governo giallo verde, Di Maio, Costa (ambiente), Lezzi (sud), Bonisoli (cultura) e Grillo (salute), tutto il programma è slittato, e così la conferenza stampa ha avuto inizio alle 18,30. Dopo una lunga giornata che ci ha visti sempre presenti sul posto, alla fine non ci è stato possibile rivolgere una domanda al vice primo ministro. Come sempre accade i tempi sono contingentati e chi si occupa di passare il microfono ha privilegiato le testate nazionale, che in parte hanno rivolto domande di politica generale. Educatamente abbiamo atteso il nostro turno ma, terminato il tempo concesso alla stampa, il microfono a noi non è arrivato.

La conferenza stampa (video)
Due riunioni, due target, due interessi diversi

Il primo incontro ha riguardato il CIS; quasi 90 i presenti tra sindaci e rappresentanze istituzionali e sociali. I principali stake holders economici del territorio. Quelli, per intenderci, a cui interessa la continuità della produzione industriale, ognuno per le sue ragioni. In definitiva la rappresentanza dal maggior peso specifico, quelli che possono influenzare le decisioni della politica. L’unica voce fuori dal coro quella di Emiliano che in sintesi ha parlato di incontro che nulla aggiunge ai precedenti. Il governatore ai microfoni di chi lo intervistava ha rinnovato la sua idea sulla decarbonizzazione del processo produttivo dell’acciaio ( vedi video intervista).
Il Sindaco Melucci si è detto invece soddisfatto perchè Taranto è al centro dell’agenda del governo e perchè molti progetti si realizzeranno a breve. (video intervista).

Alle 15,30 l’incontro con le associazioni. Non tutte hanno aderito all’invito pervenuto con 24 ore di anticipo. Un gruppo ha preferito consegnare un documento a Di Maio, altri hanno parlato e sono poi andati via, come nel caso della mamma di Giorgio Di Ponzio. C’è stato invece un confronto con altre sigle come i Liberi e Pensanti, Peacelink, Legambiente, Osa, Attiva Lizzano. Tra gli altri ha parlato il noto attore e attivista tarantino Michele Riondino. Nessuno, in questo caso, si è detto soddisfatto.
Acciaio strategico, siderurgico al momento intoccabile
Di Maio ha più volte parlato di “riconversione economica”; mai però ha detto con chiarezza, o forse non lo abbiamo inteso noi, se nel tempo l’acciaieria è destinata alla chiusura. Al momento non si tocca. L’idea è quella di fare ricerche per individuare i sistemi tecnologicamente più idonei a rendere lo stabilimento compatibile con ambiente e salute. Il che, c’è poco da interpretare, vuol dire continuità, ancora per lungo tempo dell’attività industriale. Ci vorranno decenni, lo ha chiaramente ribadito in conferenza stampa, per una riconversione economica completa. Di Maio avrebbe voluto annullare il contratto con Mittal preferendo l’altra offerta. Ma, ha detto, non è stato possibile. C’è da chiedersi a questo punto, con tali premesse, come si possa immaginare di ottenere con Mittal la decarbonizzazione e nel caso in quali tempi.

I dubbi sulla immunità penale
Entro il mese di agosto, secondo Di Maio, cessa l’immunità penale, che in realtà sarebbe venuta meno già il 30 marzo 2019. Sul tema Peacilink (Marescotti) in particolare ha espresso forti dubbi senza ottenere chiarimenti dl Ministro del MISE.
Il presidio in piazza Carmine e l’imponente spiegamento di forze
Come preannunciato si è svolto in piazza Carmine, causa divieto di accesso per l’area antistante la prefettura, un presidio da parte di una rappresentanza di varie associazioni. Si è svolto tutto in modo assolutamente tranquillo con vari attivisti che si sono alternati al microfono. E’ stato anche letto un documento consegnato a Di Maio. Davvero imponente lo schieramento di Forze dell’Ordine con decine di agenti, mezzi, blocchi in cemento e ad un anche un elicottero. Un intero quadrilatero isolato con danni non da poco per gli esercizi commerciali che non sappiamo se qualcuno risarcirà. Un Paese in cui si blinda una città per l’arrivo di 5 ministri, ovvero delegati (anche se indirettamente) dal Popolo a governare il Popolo, induce a farsi qualche domanda sul livello di democrazia reale.
Lo streaming
Diciamo le cose come stanno: lo streaming è utilizzato a fasi alterne. E’ un dato di fatto. Oggi sul profilo Facebook del Ministro Di Maio è andato tutto in streaming. Qualcuno ha anche attivato la condivisione in tempo reale. L’intermediazione, è noto, non piace. I tantissimi commenti di ogni genere, insulti e contumelie varie comprese, dovrebbero far riflettere sulla bontà di questa scelta. Che potrebbe risultare un vero e proprio boomerang. Anche per questo ci siamo limitati a riportare solo quello a cui ci è stato possibile assistere direttamente.
foto Gianfranco Maffucci
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.