La storia del virus raccontata da un cast esplosivo
Questo primo episodio chiamato “Una vita nuova”, è caratterizzato da numerosi ostacoli. In primis, il team di medici sempre contraddistinto da efficienza e collaborazione sembra si stia per sciogliere, infatti Gabriel (Alberto Boubakar Malanchino) desidera tornare in Etiopia e allo stesso tempo affronta problemi nella relazione con Elisa (Simona Tabasco); Giulia (Matilde Gioli) sta per partire per Genova; Lorenzo (Gianmarco Saurino) perde ogni stimolo nel continuare questo duro lavoro… Questa atmosfera viene poi bruscamente sconvolta dalla diffusione di un virus sospetto, il “Covid-19”. Ed è proprio in questa parte della puntata che gli spettatori vengono catturati e trasportati in quel momento lì, quando le vite di ognuno di noi sono cambiate. Improvvisamente guardando gli attori combattere contro un virus invisibile, rimettiamo piede in quel lontano febbraio 2020. Nella fase iniziale, il team cerca di identificare tutti i sintomi del nuovo virus, e perderanno una parte del tempo nel cercare delle soluzioni valide, fino a quando dopo mesi segnati da milioni di morti non si riesce a porre fine a questo tremendo capitolo.
Il secondo episodio
La fine della tragedia dà a tutti grande speranza, quella speranza che abbiamo provato noi, convinti che tutto fosse finito, ma in realtà era solo un’illusione. Nel secondo episodio intitolato “La guerra è finita”, la pandemia sembra scomparsa, ma le vite di ciascuno di loro seguiranno strade diverse. Infatti il dottor Fanti (Luca Argentero) ha l’intenzione di lasciare l’ospedale, però arrivano un nuovo internista e un’infettivologa, Cecilia Tedeschi (Alice Arcuri) che Doc crede di conoscere bene, ma è piuttosto cambiata rispetto a quando frequentavano insieme l’università.
Perché soffermarsi a guardare la serie dopo aver parlato tanto di Covid-19?
L’argomento della pandemia viene affrontato in chiave più leggera, senza immagini troppo forti che possano colpire la sensibilità del pubblico, allo stesso tempo è giusto ricordare ciò che abbiamo vissuto in modo che tutti possano capire che il virus è arrivato come un fulmine a ciel sereno, infatti, i medici seppur dotati di competenze tecniche e scientifiche, non erano preparati a qualcosa di così pericoloso, hanno avuto bisogno di tempo per analizzarlo e scegliere le soluzioni più efficaci. Ci siamo trovati in un momento in cui eravamo tutti sullo stesso piano, tutti impotenti, senza alcun mezzo per combattere.