A colloquio con il direttore generale della Asl Taranto, Stefano Rossi
Da una parte c’è grande attesa per la realizzazione del nuovo ospedale di Taranto, il “San Cataldo”, al quale spetterà il compito di avvicendarsi a un modello sanitario che pian piano sta già trovando il coraggio di uscire (tranne se non veramente necessario), dalle mura ospedaliere per spostarsi verso le strutture sanitarie del territorio. Dall’altra c’è una forte attenzione per una sanità che si sta confrontando con la sempre maggiore consapevolezza della gente a capire l’importanza della prevenzione e delle vaccinazioni. Sono questi gli “ingredienti” principali della sanità a Taranto di questi ultimi anni. Insomma, sono state davvero molte le cose realizzate per migliorare l’offerta sanitaria jonica, ma da fare c’è ancora tanto. E il tutto in un momento storico particolarmente delicato, che vede una città ferita e resa “ostaggio” da una situazione ambientale particolarmente critica…
Ed è quindi da queste considerazioni che nasce l’esigenza di capire “Dove va la sanità jonica?”. E per capire meglio qual è la strada che Taranto sta perseguendo, lo abbiamo chiesto direttamente al direttore generale della Asl Taranto, Stefano Rossi…
Avvocato Rossi, come lei puoi immaginare, i tarantini sono in trepida attesa per la realizzazione del nuovo ospedale, il “San Cataldo”. A che punto siamo?
“Per quanto riguarda la realizzazione del nuovo ospedale di Taranto, il ‘San Cataldo’, la gara è in corso e c’è già stata l’individuazione della ditta con la migliore offerta. La commissione ha però individuato un’anomalia (nel senso tecnico del termine). Ovvero l’offerta era così favorevole, sia dal punto di vista del ‘ribasso’, sia dal punto di vista dalla base d’asta, che per quanto riguarda i tempi di realizzazione dell’opera. Questi fattori hanno fatto sì che la commissione chiedesse dei chiarimenti alla ditta su come intendesse realizzare il tutto a quel prezzo. La ditta stessa ha comunque fornito le proprie motivazioni, che adesso verranno valutate dalla commissione. Quindi ci auguriamo che in un paio di mesi la gara possa completarsi definitivamente con l’individuazione dell’aggiudicatario che dovrà realizzare i lavori”.
Quindi siete fiduciosi?
“Certo… guai a non essere fiduciosi…” (risponde simpaticamente il d.g. Rossi).
Lei è da circa 4 anni a Taranto e uno dei punti cardine che ha caratterizzato il suo mandato è stato quello di “spingere” l’offerta sanitaria fuori dalle mura ospedaliere. E a questo proposito, uno degli esempi che lei cita spesso è il Presidio territoriale di assistenza (Pta) di Massafra, quale modello virtuoso di medicina territoriale…
“Sì, è vero. Perché il Pta è di Massafra per noi rappresenta una sorta di ‘gold standard’, che la regione che la stessa Regione guarda come modello di riferimento per l’intero territorio regionale. La sua caratteristica principale è la presenza, al suo interno, della medicina di base h12, che lavora in perfetta sinergia con gli specialisti ambulatoriali. Poi il Pta di Massafra ingloba a sé anche un Punto di Primo Intervento (Ppi), che garantisce gli interventi di emergenza/urgenza con il 118. E, infine, garantisce una serie di servizi di diagnostica e strumentale. Insomma, al suo interno c’è tutto quello che serve all’utenza per affrontare tutte quelle problematiche che non sono le acuzie (che per carità esistono e vengono affrontate bene negli ospedali), ma tutte quelle esigenze sanitarie appartenenti alla popolazione che è sempre più anziana e quindi più cronica. E questo modello stiamo cercando di replicarlo un po’ dappertutto, come abbiamo fatto anche a Grottaglie e a Mottola per esempio. Da questo punto di vista gli enti locali, i Comuni in particolare, ci stanno venendo incontro. Proprio in questi giorni, per esempio, ho firmato con il Comune di Taranto un protocollo d’intesa per un comodato d’uso con il quale lo stesso Comune ci ha ceduto un terreno nella zona del Tramontone (Talsano). La nuova struttura andrà a sostituire il vecchio poliambulatorio già presente in quella zona, rinnovando completamente l’offerta sanitaria per i pazienti. Anche l’attuale poliambulatorio del Tramontone è sito in uno stabile che noi abbiamo preso in affitto passivo. Uno stabile fra l’altro superato e non a norma. Quindi noi ne vogliamo costruire uno completamente nuovo, di proprietà della Asl Taranto (del quale, ripeto, non pagheremo più affitto passivo), affinché anche la parte orientale della città sia presidiata in maniera adeguata con una struttura che possa dare risposte concrete all’utenza. Ma a parte questo, noi abbiamo già siglato accordi con altri Comuni, come quello di Ginosa, di Lizzano, di San Giorgio Jonico. Insomma, stiamo procedendo bene. I Comuni ci danno i terreni e noi, con i fondi FERS, realizziamo queste strutture che ci consentono di realizzare un modello sanitario più vicino alla gente. Sia ben chiaro… gli ospedali servono, ma servono ospedali sempre più accorsati e ricchi dal punto di vista delle discipline. Però bisogna anche tenere presente che gli ospedali molto accorsati possono essere pochi in una provincia. Gli ospedali piccoli invece, presenti nei vari Comuni, non servono e vanno sostituiti con i Pta appunto, che rappresentano una vera e propria risorsa per il territorio. Pta che a loro volta hanno una chiave di successo grazie alla presenza al loro interno della medicina di base. Ed è questa la vera sfida… Una sfida che deve essere colta anche dei medici di base. Perché se loro non spostano la loro attività ambulatoriale dai singoli studi all’interno dei Pta (garantendo l’attività h12), il modello stesso del Pta finirà per fallire”.
Parlando quindi di pochi ospedali accorsati, ci viene nuovamente in mente il “San Cataldo” che, quando verrà realizzato, farà la tua parte…
“Certo… fra l’altro il ‘San Cataldo’ ‘guarderà’ non soltanto la provincia di Taranto, ma anche quella di Brindisi e quella di Lecce, visto che nascerà sulla direttrice per San Giorgio Jonico”.
Lei ci tiene moltissimo al fattore prevenzione e ha sempre spinto molto in questa direzione. Come va quindi Taranto da questo punto di vista?
“Va bene, soprattutto per quanto riguarda le vaccinazioni. E l’occasione è sempre propizia per ricordare che vaccinarsi è utile, fa bene a tutti, costa poco alla collettività e fa risparmiare tanto in termini di prevenzione delle malattie. Anche sullo screening mammario abbiamo numeri di estrema eccellenza. Taranto, come come tutta la regione Puglia, arranca solo sullo screening del colon retto, perché ancora non è partito. Ma proprio in questi giorni è stata pubblicata una delibera regionale che chiude un accordo con le farmacie per la distribuzione il ritiro del kit che una volta utilizzati vanno inviati i laboratori adibiti. Sì, è vero siamo in ritardo, ma speriamo di recuperare in tempi brevi”.
In questi giorni la Asl di Taranto ha consegnato al Comune di Taranto un report sui dati sanitari della città. Dati che il Comune vuole capire che relazione hanno con i fattori inquinanti dello stabilimento ex Ilva…
“Sì. Premetto che la città di Taranto è collocata è collocata in un’area Sin (Sito di interesse nazionale), purtroppo caratterizzata da una assai marcata presenza di fonti inquinanti. Questo perché c’è l’ex Ilva, l’area dell’Eni, vari discariche e c’era il cementificio. Tutti questi fattori, messi insieme, concorrono a far sì che Taranto sia un’area molto delicata dal punto di vista ambientale. Quindi è ovvio che questi dati devono anche essere filtrati al netto di queste criticità. Criticità che sono molto evidenti e che sono sotto gli occhi di tutti. Premesso questo, abbiamo più volte richiamato i dati del registro tumori che vedono, purtroppo, valori in eccesso rispetto al territorio regionale e non potrebbe che essere così, ovviamente. Però i dati degli ultimi anni indicano dei tassi in diminuzione, anche in termini di ospedalizzazione, per tutte quelle patologie direttamente correlate alle fonti inquinanti. Quindi, abbiamo i dati sull’ospedalizzazione in diminuzione che sono molto positivi, anche se, lo ripeto, deve scontrarsi con la complessità del territorio, dichiarato appunto Sin dal ministero, proprio per la situazione ambientale critica”.
In chiusura, vuole abbracciare idealmente i pazienti e i cittadini di Taranto…
“Certo… e lo faccio riallacciandomi appunto al fatto che la questione ambientale è direttamente correlata alla salute, ricordando che anche il dato culturale è direttamente correlato alla salute. Nel senso che la conoscenza culturale ci aiuta e ci indica a capire che la la salute è fatta anche da corretti stili di vita. E a questo proposito di cultura, permettetemi di aprire una parentesi, Taranto ha veramente tanto da offrire. Infatti, a questo proposito, mi viene in mente ad esempio il MArTA (il museo di Taranto – ndr), che un è ‘volano’ che racchiude tutte le eccellenze culturali della città ed anche la salute da questo può beneficiare”.
Grazie avvocato e buon lavoro…
“Grazie a voi di tutto…”.
Cosimo Lucaselli
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