Per Pet e scintigrafia in particolare si immette iodio radioattivo
riceviamo e pubblichiamo:
“Vi è stato dato dello iodio radioattivo per eseguire una scintigrafia corporea totale (totalbody). La maggior parte dello iodio verrà eliminata, soprattutto nelle urine. Per alcune settimane una parte dello iodio rimarrà nel vostro corpo, perciò potreste irradiare la gente che vi sta vicino. Avete perciò la responsabilità di proteggere familiari, amici, parenti, colleghi di lavoro ed estranei.” Questo è l’inizio di un avviso consegnato da una ASL italiana ad un paziente. Le linee guida naturalmente sono valide su tutto il territorio nazionale, Taranto compresa. E ciò che riguarda la scintigrafia è estensibile anche alla PET. L’avviso continua con una lunga serie di raccomandazioni. Ciò che va sottolineato è quel “Avete perciò la responsabilità di proteggere familiari, amici, parenti, colleghi di lavoro ed estranei.” In sintesi tutto è lasciato alla capacità ( non si mette in discussione la volontà) dell’ammalato che, dopo l’esame, va via dall’ospedale in totale autonomia; può farlo con un proprio mezzo da lui stesso guidato, o invece accompagnato da un parente, o con un mezzo pubblico. Le raccomandazioni parlano di una distanza minima da mantenere di almeno 2 metri. Ci sono poi altri accorgimenti come quello di evitare assolutamente il contatto con donne incinte, bambini, persone a rischio. Si consiglia per qualche tempo di evitare luoghi affollati come ad esempio il cinema. Addirittura si chiede di dormire in stanze separate dall’eventuale coniuge. Raccomandazioni stringenti che insinuano un dubbio: chi assicura che vengano scrupolosamente rispettate? La risposta è: nessuno! Come è noto oggi si punta molto sugli esami strumentali, e in particolar modo in un’area come la nostra dove, purtroppo, si ricorre spesso a esami come la PET. Chi garantisce la popolazione? Quanti conoscono i rischi? Che ne pensa l’assessore regionale alla sanità? (per chi non lo conoscesse: Michele Emiliano).
Giacinto Fallone
(Fratelli d’Italia)