Sospesa la produzione per fini commerciali
Lo stabilimento siderurgico non si fermerà completamente come in molti si attendevano ma continuerà a marciare ai fini del mantenimento in sicurezza. Questo in sintesi il contenuto del decreto prefettizio firmato ieri (26 marzo 2020) Dal Prefetto di Taranto Demetrio Martino. Saranno in totale 5.500, di cui 3.500 diretti e 2.000 indotto, gli addetti che continueranno a presentarsi nei tre turni di lavoro (quindi circa 1.500 per turno, considerando 4 turni 3+riposo).
Una decisione maturata sulla base del confronto con azienda, sindacati, enti di controllo, tra cui Spesal e Vigili del Fuoco.
Qualcosa in più del regime di comandata che viene utilizzato solitamente durante gli scioperi,e che garantisce la sicurezza solo per brevi periodi.
Il provvedimento del Prefetto è previsto dal decreto “chiudi Italia”

Tecnicamente quindi il Prefetto Martino ha SOSPESO l’attività produttiva a scopo commerciale. Arelor Mittal non produrrà per vendere ma solo il minimo necessario a garantire la sicurezza degli impianti.
Comprensibile la delusione di quanti avrebbero voluto un provvedimento più drastico.
Noi per storia personale, che nello stabilimento siderurgico si è formata per lungo periodo, da tempo invochiamo una radicale conversione economica del territorio, ergo la fine di un ciclo legato alla monocultura dell’acciaio. Difficile però pensare che ciò che non si è realizzato dal 2012 ad oggi, per precisa volontà politica, possa accadere in questo periodo di emergenza sanitaria. La questione ora si sposta sul controllo della puntuale adozione di tutte le precauzioni per evitare il diffondersi del contagio nello stabilimento. Compito affidato al Direttore dello Spesal. Compito sicuramente non da poco. Un focolaio che si sviluppasse nell’acciaieria sarebbe un evento a dir poco disastroso. Quindi oggi occorre focalizzare questo aspetto del problema. Dopo, quando tutto sarà finito, e nulla sarà come prima, ci sarà tempo per riprendere il dibattito sulla continuità produttiva del siderurgico e sul futuro del territorio. Futuro che noi vorremmo senza ex Ilva.

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