Oggi è santa Cecilia e Taranto “entra” nel vivo delle festività natalizie, ma la musica davanti alle portinerie dello stabilimento (ex) Ilva di Taranto non cambia.
ArcelorMittal ha iniziato a emettere i primi bonifici nei riguardi degli autotrasportatori, ma la situazione, per molte aziende appaltatrici, è ancora in alto mare.
Continua così la protesta da parte degli autotrasportatori e delle ditte dell’indotto, che hanno deciso di non smobilitare e di mantenere attivo il presidio davanti alle portinerie dello stabilimento. Presidio, inizialmente promosso da Confindustria Taranto, che va avanti ormai dalla scorsa settimana.
Ad ogni buon conto, manca poco più di un mese a Natale e molte famiglie nella provincia jonica rischiano davvero di vivere la tragedia de filippiana, se ArcelorMittal non dovesse ottemperare ai suoi impegni con i fornitori.
Tanti i nodi da sciogliere, dunque, e tante ancora le incertezze per il futuro.
A questo proposito, “Oltreilfatto” stamane si è recato dinanzi alle portinerie dello stabilimento e ha scambiato due “chiacchiere” con il presidente della sezione Trasporti di Casartigiani di Taranto, Giacinto Fallone, che ha delineato la situazione attuale… “Iniziano ad arrivare i primi bonifici agli autotrasportatori, mantenendo le promesse fatte dall’amministratore delegato, Lucia Morselli”.
Ma per le restanti aziende… “Invece, per quanto riguarda le altre aziende, pochissime hanno ricevuto il dovuto. Praticamente molto meno di quello che è stato promesso”.
E adesso… “Comunque il presidio sino a quando anche l’ultima azienda non avrà ricevuto tutti i pagamenti noi da qui non ci muoviamo”.
E così, centinaia di persone passeranno santa Cecilia lontane dalle loro famiglie, mangiando le pettole davanti allo stabilimento, aspettando che il gruppo franco-indiano si decida a saldare sino all’ultimo centesimo.
E per il futuro? “Per quanto ci riguarda, valuteremo, perché continuare a lavorare per un’azienda che non paga e della quale non abbiamo neanche la certezza che rimarrà a Taranto (e se rimarrà, a quali condizioni?), non è confortante. Poi se non hanno rispettato il contratto stipulato con il governo, figuriamoci se rispetteranno i fornitori…”.
Cosimo Lucaselli
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