Il Consiglio di Stato ribalta la decisione del TAR; l’acciaieria non va fermata
“Vince la ragione di Stato, quella dei decreti Salva #Ilva, dell’immunita’ penale: il Consiglio di Stato annulla sentenza TAR Lecce e ordinanza del sindaco #Taranto #ArcelorMittal potrà continuare la sua produzione Tarantine e tarantini un popolo dannato a vivere nell’inquinamento”
Facciamo nostro il contenuto di un tweet di Angelo Bonelli di cui condividiamo pienamente la sostanza. E’ importante soffermarsi sulla “Ragion di Stato“, soprattutto ora che alla fine siamo tornati alle vecchie partecipazioni statali.
Questo per sgombrare il campo da qualunque altra ipotesi; l’occupazione, in particolare è solo un alibi. Tra l’altro da anni gran parte dei dipendenti è a carico dello Stato con i vari ammortizzatori sociali!
Va anche detto che sull’intera questione da tempo si confrontano l’azione giudiziaria e quella politica. Quella giudiziaria, in maniera alterna, come dimostra l’ultimo provvedimento, sanziona comportamenti lesivi della salute e dell’ambiente, anche condannando i responsabili, e quella politica che, senza alcuna eccezione purtroppo, continua a sostenere le ragioni della produzione.
Taranto aveva sperato nel “nuovo”, nel “diverso”, nella “democrazia diretta”, e nelle promesse di chi aveva garantito la chiusura di “tutte le fonti inquinanti”. Ancora una volta Popolo illuso e tradito.
La questione è politica; non sarà il Tar o il Consiglio di Stato a decidere la chiusura dell’acciaieria. Non è neppure il caso di leggere le motivazioni del provvedimento ultimo. Ci saranno sicuramente tutte le ragioni giuridiche. E’ il governo che deve assumere decisioni concrete e risolutive. O si presenta un piano fattibile, dal punto di vista di costi e tempi, o si riconverta. La speranza è che davvero il popolo tarantino decida di decidere della propria vita e cominci a ribellarsi. Speranza, non altro.