Fabio Matacchiera è, nel bene o nel male, uno dei personaggi particolarmente partecipi nella città di Taranto. Partecipe, perché da sempre impegnato nel sociale. Così, abbiamo deciso di andarlo a trovare per ripercorrere insieme alcune tappe della delle sue attività dedicate al capoluogo jonico. Dalla sua lunga carriera di ambientalista sino alla sua ultima esperienza da regista.
Innanzitutto, chiacchierando con lui della sua attività di ambientalista, Matacchiera ci spiega da dove è nata… “La mia lunga esperienza di ambientalista non nasce dal nulla. Nasce da eventi della mia vita che mi hanno spinto e formato a diventare una persona sensibile a quelle che sono le tematiche ambientali. Questo è accaduto stando a contatto con la natura, praticando i miei sport e il mio lavoro, ovvero facendo podismo nei boschi, nuotando e facendo il subacqueo. La mia attività fisica, quindi, mi ha avvicinato in maniera diretta a quelle che sono le bellezze nel nostro ambiente. E così ho iniziato ad accorgermi anche delle tante cose brutte causate dall’uomo stesso e che abbiamo intorno a noi”.
Ma cosa ha capito Matacchiera da questa sua esperienza… “Noi cittadini Taranto siamo sfortunati, perché abbiamo dovuto condividere i nostri spazi con un ‘mostro’, uno dei peggiori che esista sulla terra (l’ex Ilva – ndr). Abbiamo pensato solo alla produzione dell’acciaio, senza pensare a quello che avrebbe potuto causare. Ho cercato di aprire gli occhi a tutti, infatti le mie prime battaglie risalgono al 1990″.
Amore per Taranto, che poi lo ha portato anche a pensare di candidarsi sindaco… “Pensai a un’eventuale candidatura (alle ultime consultazioni comunali – ndr), perché secondo un sondaggio della testata Inchiostroverde, risultai essere fra le persone più gradite a coprire questo incarico. Ma nonostante questo volevo un ulteriore riscontro. Scelsi una domenica sera d’inverno (il febbraio prima delle ultime elezioni – ndr), e chiesi ai miei concittadini di presentarsi in piazza e appoggiare la mia candidatura. E nonostante la serata fosse fredda si presentarono 300 persone. Non poche, assolutamente. Ma non quante avrei voluto. E allora decisi di lasciar perdere. Dopo queste battaglie, nasce l’esperienza da regista e la produzione di un cortometraggio (“Passi d’amore” – ndr), con un risvolto dedicato a una delle più delicate problematiche sociali, la disabilità… Facendo dei bei lavori si possono ottenere grandi risultati. Perché in questo cortometraggio, come gli altri che ho prodotto, ha potuto veicolare dei messaggi molto importanti. Ovvero ho potuto mettere in risalto il mondo della disabilità.
Un mondo che ha davvero bisogno di tantissime attenzioni. E, in questo caso, l’attenzione della città è stata elevatissima e abbiamo riempito il teatro. E riempire il teatro ha significato devolvere il ricavato per l’acquisto di materiale sanitario per la Asl di Taranto”.
Ovvero… “Nello specifico abbiamo acquistato 30 carrozzine, delle quali verranno destinate circa una decina al Pronto Soccorso del ‘SS. Annunziata’ di Taranto. Mentre le altre verranno divise fra la Geriatria (di recente trasferita presso l’ospedale ‘San Marco’ di Grottaglie), e l’Ostetricia e Ginecologia del SS. Annunziata”.
Cosimo Lucaselli