A caccia di risorse si colpiscono i soliti noti e si penalizza chi produce; si passa dalla Flat alla Fat Tax!
“Stretta sulle partite Iva forfettarie vale 894 milioni nel 2021. La stretta sul forfait al 15% per le partite Iva vale 894 milioni nel 2021 e 568 milioni nel 2022. Il paletto più ‘pesante’ è quello sul divieto di cumulo per chi ha altri redditi da lavoro dipendente o assimilati superiori a 30 mila euro, che vale 593,8 milioni nel 2021 e 350 milioni nel 2022. Con lo stop alla flat tax sopra i 65 mila euro che doveva scattare dal 2020, invece, lo Stato ‘risparmia’ 154 milioni nel 2020, ma ben 2,5 miliardi nel 2021 e 1,5 miliardi nel 2022 quando la norma entrava a regime.” Questo racconta oggi (3/11/2019) il Fatto Quotidiano Online. La legge di bilancio, o di stabilità, o come la vogliamo chiamare, ha ricevuto la bollinatura e quindi passa all’esame del Parlamento. Il ministro dell’ Economia e Finanze in una intervista parla di sole tre nuove tasse: sulla plastica, sullo zucchero e sul web. Dimentica la mazzata data alle piccole partite IVA.
Un esercito di piccolissime attività che insieme alla P.M.I. costituiscono l’ossatura della economia nazionale. Si ritorna al de minimi impedendo l’accesso a chi cumula redditi da lavoro e “assimilati” (la pensione per intenderci!) che superano i 30.000 euro (lordi). Perché? La risposta è semplice : per recuperare risorse da destinare ad una serie di provvedimenti di natura assistenziale. Si penalizza chi produce, i piccoli ovviamente, quelli facili da spremere. Si dice che il divieto di cumulo eviterebbe il ricorso all’elusione; ciò potrebbe essere valido per i redditi da lavoro dipendente in quanto è semplice simulare attività autonoma in luogo di quella da dipendente. Ma i pensionati? Cosa eludono? Dalla tabella che segue si comprende quanto sia grave sul piano delle conseguenze fiscali questo provvedimento.


Soprattutto alla luce della attuale inadeguatezza del sistema di progressività. Un piccolo professionista che fatturi fino a 65.000 euro anno (magari ce “la mette tutta” per non superare questo limite) rientra nella tassazione forfettaria. Un pensionato che supera di un euro i 30.000 euro di pensione e fatturi lo stesso pagherà 11.000,00 (undicimila) euro in più! Il Movimento 5 Stelle, che con la Lega aveva introdotto la Flat Tax per il 2019 e che aveva previsto addirittura un’ allargamento della platea per il 2020, fa marcia indietro. Forse perché condizionato dai nuovi alleati? Sta di fatto che nei giorni scorsi circolava sui social un manifestino che pubblicizzava il mantenimento della Flat Tax. Oggi si apprende invece che così non sarà. Salvo un auspicabile ravvedimento in Parlamento. C’è anche una questione tecnica legata al principio di cassa. Un piccolo professionista fattura al momento del pagamento e in quel momento scatta il regime fiscale. Chi ha prodotto nel 2019 con il regime Flat Tax ma fatturerà nel 2020 (soprattutto chi lavora con la P.A. che paga notoriamente a lunga distanza) quale regime si vedrà applicato? Ai posteri, e agli elettori, l’ardua sentenza.
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