Noi il 2 agosto 2012 c’eravamo in piazza della Vittoria, ma anche prima in Ilva
Nell’articolo che leggete qui:
https://www.oltreilfatto.it/2721-2/ riferiamo della reazione del Comitato Liberi e Pensanti alle dichiarazioni del segretario nazionale della FIM-CISL Bentivogli rilasciate al Corriere della Sera del 30 aprile 2019. Il sindacalista avrebbe parlato di assalto con spranghe da parte dei Liberi e Pensanti (2 agosto 2012) . Usiamo il condizionale in prospettiva di una sempre possibile smentita. Noi eravamo presenti in piazza quel giorno, ed eravamo sul palco per intervistare i sindacalisti presenti. Noi di spranghe non ne abbiamo viste. Abbiamo saputo che il gruppo di lavoratori, che hanno poi costituito il Comitato, avevano chiesto la parola senza ricevere riscontro. O meglio, ricevendo diniego. Ognuno poi avrà valutato l’opportunità di entrare in piazza con il famoso motocarro, e ogni opinione ha diritto di essere presa in considerazione. Ma, di certo non ci risultano atti di violenza. Di questo evidentemente si occuperanno le sedi competenti, visto l’annuncio di querela da parte del Comitato. Ma l’intervista riporta altre dichiarazioni che a nostro parere vanno valutate. Bentivogli dice che i tumori dipendono dalla gestione pubblica, e poi da Riva. E’ un dato di fatto; ciò che gli sfugge è che la gestione pubblica dello stabilimento ha visto un’ampia condivisione delle scelte/responsabilità tra politica, management e sindacati. Chi ha lavorato negli anni del raddoppio del siderurgico tarantino ricorda, e noi siamo tra quelli, la stagione delle battaglie sindacali, degli scioperi, ma anche delle tante morti bianche, degli sprechi, dell’appalto continuativo affidato a grandi gruppi del nord. Visti gli esiti non guasterebbe un minimo di autocritica. Si può sempre sbagliare, ma se non si riconoscono gli errori si continuerà a sbagliare. Per Bentivogli, che chiama in causa anche la Regione Puglia, le responsabilità sono solo degli altri. In quanto alla affermazione che produrre acciaio senza inquinare si può, ci sembra una banalità se non si completa indicando come, e soprattutto quando e con quali risorse. In questi giorni di (ex) Ilva si continua a parlare tanto, anche con strategie di distrazione di massa, attraverso scientifici attacchi mediatici nei confronti di alcuni ambientalisti, primo dei quali il prof. Alessandro Marescotti; per contro è stata attaccata sul piano personale anche la collega giornalista, parlamentare dei 5 Stelle, Rosalba De Giorgi. Censuriamo senza se e senza ma ogni forma di attacco personale chiunque sia l’autore e chiunque sia il “bersaglio”. Di fatto però si mette in secondo piano la vera questione che noi abbiamo evidenziato qui
https://www.oltreilfatto.it/di-maio-l-acciaieria-per-il-momento-non-si-tocca-video/ Il 24 aprile Di Maio è stato chiarissimo: la riconversione economica richiede tempo, decenni. Nel frattempo Taranto dovrà tenersi una delle più grandi acciaierie a ciclo continuo (oltre 10 milioni di tonnellate anno potenziali), che, prima lo Stato, poi Riva, non hanno messo in condizione di non inquinare, e che ora, illusione, dovrebbe essere rimessa a posto da Mittal! Almeno diciamo le cose come stanno: l’acciaio è strategico e dobbiamo continuare a produrlo….comunque. A Taranto!