• Dom. Feb 9th, 2025

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    Hikikomori? Dipendenza da internet e smartphone?

    l’Hikikomori è una condizione psicologica in cui le persone, specie gli adolescenti, si tagliano fuori dalla società e si rinchiudono in casa per lunghissimi periodi di tempo. E’ una condizione che si è rilevata da prima nei giovani giapponesi ante invasione tecnologica, ma che in seguito all’adozione massificata di smartphone e internet, si è denotata in tutto il mondo “tecnologizzato”. Sempre più spesso i figli dell’era digitale preferiscono stare nelle loro camere da letto davanti agli schermi piuttosto che essere coinvolti in attività all’aperto. Mentre hanno centinaia di amici e follower sui social network, esistono pochi o nessun compagno nella vita reale.

    Come individuare un Hikikomori ?

    Non è difficile rilevare un potenziale Hikikomori nei propri figli, è però necessario porre attenzione a come trascorrono l’intera giornata e porsi qualche domanda: trascorrono gran parte del tempo in casa? Si sentono riluttanti a parlare con gli ospiti o a partecipare a incontri sociali? Hanno pochi o nessun amico? Stanno gradualmente diventando timidi, insicuri e infelici? Si isolano nelle loro camere da letto? Se la le risposte convergono verso il ““, allora ci sono altissime possibilità che nostro figlio sia candidato ad un caso di Hikikomori. Le cause possono essere profonde e sistemiche così come anche comportamentali ed epigenetiche e seppur presentando a volte una correlazione d’incidenza statistica, i casi conclamati non possono essere direttamente attribuibili a fenomeni di dipendenza tecnologica. L’uso della tecnologia è spesso presente, a volte come ultima ed utile finestra sul mondo che non va abbandonata o disincentivata se viatico verso il ritorno sociale o unica opportunità di frequentazione scolastica.

    Dipendenza da smartphone e internet negli adolescenti

    Internet è realmente un immenso contenitore d’interessanti informazioni, servizi come YouTube, contengono innumerevoli video che fidelizzano lo spettatore, così come fanno d’altronde i social network come Instagram, Facebook e TikTok, che donano la falsa percezione di essere socializzati, mentre si è diversamente connessi ma isolati. Non solo i bambini e adolescenti, anche gli adulti hanno difficoltà a spegnere o posare il proprio smartphone perché fornisce loro sensazioni preferite e sempre disponibili. Si sviluppa così una vera dipendenza dai telefoni cellulari e da Internet. I ragazzi finiscono per vivere nei loro smartphone e nell’universo virtuale che materializzano, piuttosto che uscire e partecipare attivamente alle situazioni sociali. Questa dipendenza, che si differenzia anche per intervento terapeutico dall’Hikikomori , genera un grave impatto negativo sulla loro salute mentale, emozionale e fisica candidandoli a potenziali forme di depressione, scarsa autostima, e perdita di capacità sociali, tra cui la fondamentale empatia che si ottiene dal vivo rispecchiamento nell’altro. Questa fragilità sempre connessa espone gli adolescenti a devastanti atti di cyberbullismo, che possono risultare innocenti e di poca rilevanza per un adulto disconnesso.

    Tossicodipendenza da internet

    Diversamente dai casi di Hikikomori, che vanno considerati individualmente, il primo passo per prevenire uno stato di dipendenza e ossessione da smartphone o da videogames interconnesso sta nel limitare il tempo di visualizzazione. I genitori possono e devono svolgere un ruolo chiave nel sostenere i loro figli affetti da dipendenza dalla rete. Non bisogna permettere ai bambini di dedicare la loro completa attenzione e il loro tempo all’uso indebito di smartphone e dispositivi digitali. Bisogna però mostrare il giusto esempio e non rimanere da padre o da madre incollati al nuovo aggeggio elettronico. E’ necessario incoraggiali a impegnarsi in attività fisica all’aperto senza tecnologia. Non è necessario però staccare completamente la spina, per non generare un altro tipo di disadattamento sociale.

    Attività all’aperto

    Come genitori anche se non abbiamo il pieno controllo delle attività dei nostri figli, ne siamo comunque pienamente responsabili. Sicuramente le famiglie che non pianificano attività fisiche all’aperto hanno altissime probabilità che i loro figli crescano isolati e con scarse abilità sociali e comportamentali. I genitori dovrebbero individuare attività alternative all’esclusivo virtuale, che siano anche più piacevoli, nonostante le eventuali proteste dei loro piccoli. Non bisogna pianificare attività costose o turismo sfrenato nella natura incontaminata, è anche sufficiente il solo godersi il ​​tempo della famiglia sorseggiando una bevanda calda d’inverno o facendo una passeggiata in un parco vicino. Ci sono molti modi per passare dei momenti di condivisione divertenti con i propri figli. Di tanto in tanto un assoluto periodo di disintossicazione può anche tornare utile, così se si programmasse un viaggio sarebbe bene che i genitori lasciassero a casa i dispositivi digitali, dotandosi se necessario di vecchi cellulari, ancora in commercio, che sono privi di connessione internet, in modo da poter mostrare ai propri figli che una vita è possibile anche senza la rete.

    Regole digitali

    Le regole sono, superficialmente, la cosa che i bambini meno preferiscono, tuttavia sono potenzialmente una delle basi nella loro formazione per fargli abbracciare delle buone pratiche e per permettergli di sviluppare competenze, abilità e coscienza per cui un giorno potranno disfarsi proprio di quelle regole che gli saranno inutili. Nella prevenzione della dipendenza tecnologica, le regole possono essere efficaci se non prendono vita propria perdendo memoria dell’effetto ricercato nell’istituirle. E’ buona cosa compilare un elenco d’indicazioni relative all’uso di dispositivi digitali tra cui smartphone, computer, tablet e consolle per videogiochi. Alcune delle regole digitali più utili sono sicuramente: non utilizzare smartphone e altri dispositivi digitali dopo un’ora specifica del giorno e durante le “ore di famiglia”, come il pranzo, la cena e la colazione; disconnettere internet alla notte da ogni dispositivo, non consentire ai bambini di utilizzare app per adulti, inclusi social network e sicuramente non consentire la pubblicazione di informazioni personali sui social network. E’ necessario poi informare immediatamente i genitori e insegnanti di eventuali esperienze negative online come il cyberbullismo e non condividere le password con nessuno. Questi sono solo alcuni esempi di buone prassi per educare i bambini all’uso responsabile dei dispositivi digitali. Tali regole per essere utili e accettabili andrebbero rispettate anche dagli adulti che i bambini tendono a modellare.

    Mostrare un comportamento digitale responsabile

    I Figli così come gli studenti, generalmente, tendono a non seguire le istruzioni impartite dai genitori, apprendendo e modellando invece quello che loro e gli altri membri della famiglia o docenti fanno. Ad esempio, se trovano il padre che utilizza il telefono cellulare e risponde alle e-mail aziendali sul tavolo da pranzo, come conseguenza possono non sentirsi riluttanti a connettersi ai social network mentre mangiano. E’ necessario adottare in proprio i migliori comportamenti affinché i figli e alunni possano imparare qualcosa di buono da chi li precede e li ha preceduti. Un insegnate che filma i suoi studenti mentre ne combinano una grossa, minacciandoli poi di condividere i contenuti con i genitori per farli calmare, seppur armata di buone intenzioni, mette in atto un vero e proprio atto di cyberbullismo mostrando un comportamento che può essere facilmente imitato dai suoi studenti.

    Stare attenti e Parental Control

    Se si nota un improvviso cambiamento nel comportamento nel proprio figlio, è bene indagare con discrezione sul motivo di questa variazione emozionale. Ci sono estreme potenzialità che il bambino o l’adolescente stia vivendo una situazione di cyberbullismo se il suo umore varia repentinamente dopo aver letto un messaggio whatsapp. E’ bene allora utilizzare della app di parental control per monitorare le attività online così come nella vita non vituale è un dovere conoscerne le azioni dei figli nel mondo.

    Parental Training

    Nel 21′ secolo ai genitori, così come ad insegnanti ed educatori, vengono richiesti oltre che sani principi anche nuove competenze. La genitorialità non è più solo questione di educazione, giusta affettività (sempre indispensabile), e passaggio di competenze generazionali. Sono ora necessari skills digitali e tecno sociali, che non ci sono stati tramandati dai nostri genitori o dalle istituzioni scolastiche che abbiamo frequentato. E’ così sempre più consigliabile rivolgersi ad esperti psico-tecnologi; psicologi con competenze digitali, non dimentichi delle dinamiche profonde e familiari, che sono diventanti i nuovi supporti per una moderna salute mentale.

    Un utile riferimento per la sola problematica dell’Hikikomori è l’Associazione “Hikikomori Italia” che vede al suo interno chi ne fa diretta esperienza quotidiana.

    Dr. Egidio Francesco Cipriano
    Psicologo

    Immagini da Pixabay.com

    Egidio Francesco Cipriano

    Già docente a contratto presso le Università di Teramo e di Chieti, inizia la sua attività lavorativa e di ricerca nell’ambito delle nuove tecnologie e nello sviluppo di strumenti software intelligenti, diventa Presidente della Società delle Scienze Informatiche e Tecnologiche e si occupa di Cybersecurity, CyberIntelligence e CyberCrime; è autore di diversi testi, quali “Bullismo e Cyberbullismo – Comprendere per Prevenire” per Amazon, Eucip Business & System Analyst per i tipi di Hoepli e altri; ben presto realizza che l’informatica si pone spesso come una riduzione di quello che l’uomo suppone essere la struttura della sua mente. Inizia così i suoi studi negli USA e in Italia, in ambito psicologico della comunicazione, della psicogenealogia di Annè Ancelin Schützenberger e della PNL non trascurando la Psicologia Analitica di C.G. Jung e le Costellazioni Familiari secondo Bert Hellinger. Laureatosi in Psicologia oltre che in Scienze Pedagogiche consegue in seguito tre master universitari di specializzazione in “Mediazione Familiare e negoziazione del conflitto”, “Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione” e “Didattica avanzata”. Si specializza in psico teatro per adulti e bambini ed elabora un sistema di Mindfulness transgenerazionale. Negli anni tra la sua esperienza in New York e quella in Italia pratica e si certifica come facilitatore di Terapia Cranio Sacrale e Traumatic Incident Reduction per il trattamento del PTSD (Post Traumatic Stress Disorder). Si specializza nella rilevazione del Disturbo Narcisistico di Personalità e nel supporto e recovery delle persone codipendenti da narcisisti ("vittime") . Ha ricoperto il ruolo di E-learning Manager presso la ASL di Taranto progettando e gestendo percorsi formativi in ambito sanitario. E' attualmente vicepresidente dell'associazione Aps Art 21 e presiede il comitato tecnico scientifico dell'osservatorio permanente sulla disabilità (Osperdi) occupandosi anche di Assistive Technology come supporto alle persone diversamente abili.

    Di Egidio Francesco Cipriano

    Già docente a contratto presso le Università di Teramo e di Chieti, inizia la sua attività lavorativa e di ricerca nell’ambito delle nuove tecnologie e nello sviluppo di strumenti software intelligenti, diventa Presidente della Società delle Scienze Informatiche e Tecnologiche e si occupa di Cybersecurity, CyberIntelligence e CyberCrime; è autore di diversi testi, quali “Bullismo e Cyberbullismo – Comprendere per Prevenire” per Amazon, Eucip Business & System Analyst per i tipi di Hoepli e altri; ben presto realizza che l’informatica si pone spesso come una riduzione di quello che l’uomo suppone essere la struttura della sua mente. Inizia così i suoi studi negli USA e in Italia, in ambito psicologico della comunicazione, della psicogenealogia di Annè Ancelin Schützenberger e della PNL non trascurando la Psicologia Analitica di C.G. Jung e le Costellazioni Familiari secondo Bert Hellinger. Laureatosi in Psicologia oltre che in Scienze Pedagogiche consegue in seguito tre master universitari di specializzazione in “Mediazione Familiare e negoziazione del conflitto”, “Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione” e “Didattica avanzata”. Si specializza in psico teatro per adulti e bambini ed elabora un sistema di Mindfulness transgenerazionale. Negli anni tra la sua esperienza in New York e quella in Italia pratica e si certifica come facilitatore di Terapia Cranio Sacrale e Traumatic Incident Reduction per il trattamento del PTSD (Post Traumatic Stress Disorder). Si specializza nella rilevazione del Disturbo Narcisistico di Personalità e nel supporto e recovery delle persone codipendenti da narcisisti ("vittime") . Ha ricoperto il ruolo di E-learning Manager presso la ASL di Taranto progettando e gestendo percorsi formativi in ambito sanitario. E' attualmente vicepresidente dell'associazione Aps Art 21 e presiede il comitato tecnico scientifico dell'osservatorio permanente sulla disabilità (Osperdi) occupandosi anche di Assistive Technology come supporto alle persone diversamente abili.

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