Il 1° Lgt Antonello Ciavarelli, delegato Co.Ce.R Marina Militare, laureato in scienze politiche e scienze della Formazione, ha svolto tra l altro il corso di Consigliere giuridico presso il Centro Alti Studi Difesa, ci ha rilasciato una dichiarazione sulla controversa legge Corda.
Ci ha dichiarato che i rappresentanti del Cocer interforze, il 9 luglio hanno esternato in modo unanime la necessità di avere diritti sindacali, parere non solo del Co.ce.R ma di tutti i militari.
I difetti di tale legge sono tanti, per questo gli abbiamo chiesto di citarne alcuni.
In un articolo del testo viene citato il divieto di essere eletti nel sindacato più di due volte, ciò comporterebbe l’impossibilità di dare continuità allo stesso, e andrebbe contro anche alla volontà degli associati.
Sono escluse le materie come l’impiego. Oggi di fatto dopo tanto impegno, nonostante l’esplicito divieto del Codice, trattiamo indirettamente la materia in quanto ricade sul benessere del personale, le carriere, la vita familiare, nonché sull’efficienza e sul funzionamento della Amministrazione.
Non si chiede che l’impiego debba essere “contrattato” con l’organizzazione sindacale, ma quanto meno si chiede che sui principi le Organizzazioni sindacali possano “concertare”.
In un altro articolo, si vieterebbe, durante le navigazioni di poter condurre l’attività sindacale sulle navi.
Oggi i consigli di Base pur con tutti i limiti sulla carta possono deliberare. Con tale legge il personale navigante potrebbe essere sprovvisto di rappresentatività.
Infine, sono previste tutte una serie decreti Legislativi, ministeriali, attuativi e correttivi. La Rappresentanza militare che ha una storia più che quarantennale verrà estromessa da tutta l’attività consultiva che oggi le è riconosciuta. Al contempo verrà “disonorevolmente” spedita a casa dopo tre mesi dalla approvazione della legge, durante i quali rimarrebbe in carica solo per gli “affari correnti”. Ma gli affari correnti non si riferiscono ai Consigli di Amministrazione? Le Rappresentanze militari hanno amministrato mai qualcosa? Quando quest’ultime saranno sciolte, le Amministrazioni, senza un confronto maturo con le rappresentanze militari, non saranno legittimate almeno moralmente ad interpretare al ribasso il ruolo sindacale?”
Chiediamo, intanto di confermare i diritti acquisiti nel corso degli anni anche come consuetudini, ad esempio, il confronto sull’impiego. Chiediamo di poter partecipare pienamente al miglioramento delle condizioni professionali e morali del personale rappresentato, e le necessarie tutele per coloro che sono stati eletti.
Pur riconoscendo che dopo la prima stesura ci sono stati dei miglioramenti, oltre agli esempi citati innanzi, aggiungerei quello della Giurisdizione che è affidata al T.A.R. e non al Giudice del Lavoro.
Ciò che non piace è tutto l’impianto. Era scontata che la sindacalizzazione del mondo militare, fosse equiparati ai sindacati di Polizia.
In conclusione. Vorrei ricordare che 40 anni fa, quando fu varata la legge sulla rappresentanza militare, ci fu un grande dibattito in Parlamento, con il coinvolgimento dei Comitati spontanei dei militari. Invece, in questo frangente il Co.Ce.R è stato convocato in fretta e furia ed ascoltato solo per pochi minuti.
Non si deve dimenticare che con l’articolo 21 della legge sui principi della disciplina militare, furono “condonate le sanzioni disciplinari di Corpo inflitte o da infliggere per infrazioni disciplinari a tutto il 30 novembre 1977. Delle sanzioni condonate non deve rimanere alcuna traccia”…. inoltre, ci fu la possibilità di “revocare i trasferimenti che risultassero connessi a comportamenti rivolti a prospettare la necessità della riforma del regolamento di disciplina militare”. Questo per dare l’dea di quanta partecipazione ci fu alla stesura di tale legge (382/78) al punto che la stessa ”politica” riconobbe la bontà dell’azione dei “Comitati spontanei” non autorizzati.
Oggi, sopo oltre 40 anni, i parlamentari non hanno tempo si condividere le decisioni con coloro che saranno eletti a rappresentare i militari
Quindi la legge deve nascere dalle radici della rappresentanza militare per dare dignità ai militari. È possibile concedere una legge ai militari involutiva per la loro rappresentatività? Il Parlamento ed anche il Governo, che tace, dovranno assumersi le proprie responsabilità.”.
Gianfranco Maffucci