E’ sentire diffuso che i Tarocchi siano un mezzo di divinazione del futuro, nei secoli questo concetto si è stratificato nelle comuni credenze, arricchendo le casse di “maghi” , fattucchieri e commercianti di sofferenze.
Il futuro è affare difficile, da sempre in mano a profeti, avatar o biechi venditori d’illusioni; chi siamo noi per per decidere cosa sia il futuro ? Ogni singolo evento ogni scelta compiuta od omessa crea migliaia di possibilità ponendo il futuro e la sua percezione sempre in infinito movimento all’interno di declinazioni comunque finite su se stesse.
I Tarocchi, come I Ching le Rune e quant’altro, se utilizzati con etica e correttezza, per via del loro simbolismo mettono, sotto una guida attenta, l’individuo in connessione con le sue profondità ponendosi come media di trasmissione di canali normalmente inaccessibili.
Oltre la superstizione
Gli Arcani se studiati a fondo pongono in evidenza un’estetica matematica e geometrica che li pone al di là della tradizione popolare; sono uno dei pochi mezzi storici che parla visivamente per via di figure antropomorfiche sposate a linee colori e simboli, non sono semplicemente un’opera d’arte e richiedono uno studio profondo e una conoscenza anche cognitiva della mente umana, al confine tra la psicologia del profondo e il comportamentismo Pavloviano che nella loro completezza tentano si sondare la figura umana.
Una diretta sull’inconscio
L ‘inconscio si rivela seguendo l’azzardo, la probabilità, la casualità mentre la precisione cognitiva permette di leggere la frase che gli Arcani formano connotandola alla persona e alla sua vita di relazione.
Le carte allora parlano, danno risposte a domande inespresse, risposte che possono essere poco gradevoli, spesso sono risposte a domande ataviche che permettono di generare finalmente la domanda che ci si è negati di formulare per anni o addirittura per generazioni.
Psicologo
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