di Andrea Lacoppola
Biografia

Rosa Cacace (Taranto, 1973), in arte RosaKa sviluppa una passione per l’arte già in giovane età. Diplomata al Liceo Artistico Lisippo di Taranto nel 1992, si dedica inizialmente alla realizzazione di copie d’autore su richiesta e a piccoli lavori, alla ricerca di un’identità pittorica che la definisse. Ad ottobre del 1995 partecipa alla seconda edizione della Biennale dello Jonio organizzata al Castello Aragonese di Taranto dal Circolo Culturale Rosselli e dal Circolo Culturale Mandrillo. In questo periodo approda alla sua maturità artistica, riuscendo a impadronirsi dello stile che tutt’oggi caratterizza i suoi lavori. Grazie alla mostra del 4/12/2021, “Interazioni narrative”, la quale viene suddivisa in quattro sezioni, (“Metamorfosi”, “Identità”, “Shakespeare in love”, “L’arte racconta”) abbiamo esplorato un nuovo mondo che ci ha completamente conquistato, lasciandoci senza fiato. Il fruitore potrà immergersi nelle raffigurazioni dell’artista, frutto della commistione fra una poetica di matrice surrealista dove, le rappresentazioni figurative, si animeranno mediante elementi simbolici di rimando ai romanzi a cui Rosa fa riferimento.
Sezione Identità, opera: “Colette ne veut plus être Claudine”

Nella sezione “Identità”, il fruitore è attratto dall’opera “Colette ne veut plus être Claudine”. Colette è una giovane fanciulla che viene sottomessa alla forza del marito e costretta a scrivere per lui, fino a quando disperata per la condizione in cui vive riesce ad ottenere la desiderata separazione. Infatti, il visitatore viene catturato in primis dallo sguardo sdegnato che comunica ira nei confronti dell’uomo, e successivamente dalla sua sensualità disarmante. Dato che l’uomo continua ad imporre ostacoli alla vita di Colette, anche nel momento in cui si separano, la sua malvagia presenza viene rappresentata con cilindro nero sospeso in aria. In questa rappresentazione possiamo leggere l’impegno sociale e l’istinto femminista dell’artista che interpreta Colette come simbolo della donna desiderosa di emanciparsi e di sfuggire da una società caratterizzata da mascolinità tossica.
Sezione Metamorfosi, opera: “Due metà un’unica bellezza”

Nella serie “Metamorfosi”, il visitatore subisce il fascino di una natura seducente, una natura ricca di simboli che rivelano grandi verità. L’opera sottostante “Due metà un’unica bellezza” illustra il mito di Orchide: si tratta di un ragazzo fuori dal comune, il quale tende sempre a comportarsi come una donna e per questa ragione viene respinto dalla società. Nel dipinto sono presenti due volti intrecciati che appartengono rispettivamente ad un uomo e ad una donna, per rappresentare la sua duplice natura. Quello che risulta davvero interessante è proprio l’elemento naturale, in questo caso l’orchidea, in quanto diventa il simbolo del contrasto che il giovane vive ogni giorno: la parte superiore del fiore rappresenta la bellezza della donna, mentre le sue radici ricordano le gonadi maschili. Interessante risulta il messaggio sempre attuale sulla doppia identità che caratterizza l’individuo.
Sezione: “L’arte racconta”, opera: “All’alba…l’amore”

Nella sezione l’arte racconta vale la pensa soffermarsi sull’opera “All’alba…l’amore” che richiama i temi del celebre romanzo Orgoglio e pregiudizio. Si tratta di un amore puro per cui l’alba assume nel dipinto un ruolo centrale in quanto simbolo della nascita dirompente di un sentimento pronto a superare ogni sfida. Le bende rosse nel dipinto di Rosaka diventano metafore della cecità appassionata dei due soggetti che ogni giorno superano gli ostacoli dei pregiudizi e continuano a credere e a lottare per il loro amore. L’irrazionale forza dell’amore risalta sulla tela e ci invita a credere ancora in questo sentimento che a volte può diventare qualcosa di estremamente complicato.
Sezione Shakespeare in love, opera: “Le sorelle fatali e la sconfitta di Macbeth”
Nell’ultima sezione “Shakespeare in Love” lo spettatore ripone attenzione al quadro “Le sorelle fatali e la sconfitta di Macbeth”. Le tre sorelle fatali tessono il destino di tutti gli uomini, dunque la società si trova schiacciata da una potenza superiore. Per quanto l’opera sia drammatica purtroppo rivela una verità: nessuno di noi potrà mai opporsi al destino. L’opera risulta pervasa da un certo pessimismo, ma non è semplicemente la rappresentazione di una triste verità, può essere interpretata come un consiglio rivolto alla società: gli uomini dovrebbero rassegnarsi e accettare la propria sorte, perché combattere per modificarla causerebbe solo sofferenza.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.