Oggi è la giornata nazionale della donazione degli organi. Importante informarsi e esprimere la propria volontà alla donazione degli organi
29 settembre 1994, autostrada Napoli-Reggio Calabria, vicino a Vibo Valentia, una famiglia americana, padre, madre e due bambini di sette e quattro anni, è in vacanza, in viaggio verso la Sicilia. L’auto viene scambiata per quella di un gioielliere e assaltata per rapina, i malviventi sparano e un colpo raggiunge alla testa il bambino di sette anni, seduto sul sedile posteriore. Le sue condizioni appaiono subito gravi, viene ricoverato al centro neurochirurgico del Policlinico di Messina, dove morirà due giorni dopo. I genitori autorizzano il prelievo degli organi e sette persone, tra cui tre adolescenti, ricevono gli organi del bambino e continuano a vivere. Il nome di questo bambino era Nicholas Green e il suo volto pieno di lentiggini è stampato nella memoria collettiva italiana, insieme al gesto dei suoi genitori Reginald e Margaret. In Italia, infatti, apparse straordinaria la scelta di questa famiglia di donare gli organi del piccolo. Una scelta rapida, immediata, naturale per loro, ma non per tanti di noi. La decisione della famiglia Green, infatti, rappresentò un’occasione di accelerazione della cultura della donazione nel nostro Paese.
Ad oggi, dopo ventisette anni, la disponibilità alla donazione degli organi, pur essendo diffusa nel nostro paese, è inferiore a quanto sarebbe necessario. Secondo i dati del Centro Nazionale Trapianti, l’Italia è uno tra i primi paesi in Europa per numero di donazioni e interventi eseguiti e la solidità del sistema è stato dimostrato anche dal calo contenuto riscontrato nell’anno dell’emergenza Covid. Nonostante ciò, oltre 8.000 pazienti sono in attesa di un organo e per ogni “no” dichiarato in vita il sistema trapianti calcola circa 2,5 mancati trapianti. Non sempre ci sono le condizioni per procedere alla donazione degli organi e, quando ciò è possibile, la percentuale di chi si oppone al prelievo raggiunge il 30%, rivelandosi troppo alta. Ci sono ancora forti differenze territoriali, soprattutto tra nord e sud del Paese (dove i consensi alla donazione sono inferiori rispetto alla media nazionale) e la fascia d’età che maggiormente si oppone alla donazione è quella degli over 60.
In base alla legge italiana, è possibile esprimere in vita il proprio consenso (o diniego) alla donazione degli organi, questo eviterà che siano i parenti a dover scegliere. Come ci raccontano infatti alcuni medici che si occupano di questo, accade spesso che i parenti non riescano a decidere o a trovare un accordo tra loro: frastornati dalla notizia della morte del proprio caro, non riescono a trovare la lucidità per decidere rapidamente cosa fare. La donazione degli organi, infatti, è una attività che richiede rapidità nella decisione: è necessario agire tempestivamente per attivare le procedure per l’individuazione dei possibili riceventi e organizzare le equipe per il prelievo degli organi e il trasporto. Mentre i riceventi vengono preparati e le equipe raggiungono il centro dove sarà effettuato il prelievo, gli anestesisti rianimatori hanno il compito molto delicato di mantenere funzionali gli organi che saranno poi donati.
Il dottor Pasquale Massimilla, coordinatore alle donazioni nell’ospedale SS. Annunziata di Taranto, ci ha raccontato qualche tempo fa che non si tratta di un lavoro semplice, perché bisogna mantenere nei giusti parametri gli organi e i tessuti di una persona che ormai, purtroppo, non è più viva. Gli organi vengono prelevati grazie al lavoro congiunto dell’equipe dell’ospedale in cui avviene il prelievo e di quelle che si occuperanno poi del trasporto e del trapianto nel ricevente. Gli organi che possono essere prelevati per la donazione sono cuore, fegato, reni, polmoni, pancreas, intestino che vengono immediatamente trapiantati su riceventi compatibili; possono essere prelevate anche le cornee che, essendo tessuti, se non immediatamente necessari, vengono portati in apposite strutture che si occupano della conservazione fino a quando esse non saranno necessarie.
Nel nostro Paese, secondo i dati forniti dal Centro nazionale trapianti in occasione della giornata nazionale della donazione e del trapianto di organi e tessuti che ricorre proprio oggi, 11 aprile, sono 8.291 i pazienti iscritti nelle liste d’attesa del Sistema informativo trapianti. Il 72,5% (6.132) aspetta un rene, il 12,7% (1.076) un fegato, il 7,9% (670) un nuovo cuore. Inferiori i numeri di chi ha bisogno di un trapianto di polmone (3,8%, 320 pazienti) e pancreas (3%, 252 pazienti), mentre sono in cinque ad aspettare un intestino. 164 pazienti aspettano un trapianto multiorgano e sono contemporaneamente iscritti in più liste. Il 15,5% dei pazienti in attesa (1.287 persone) ha già ricevuto in passato un organo ed è in attesa di un ri-trapianto: nella quasi totalità dei casi (97,5%) si tratta di rene, ma ci sono anche 5 pazienti che hanno bisogno di un secondo trapianto di cuore e 13 di un altro fegato. Secondo il Centro Nazionale Trapianti, gli uomini in attesa di un organo sono quasi il doppio delle donne: 64% contro 36%, una prevalenza che diventa più marcata nel caso della lista del cuore, nella quale i maschi sono l’80%. L’unico organo per il quale la lista d’attesa vede una lievissima maggioranza femminile (52%) è il polmone. Oltre la metà dei pazienti (52%) ha un’età compresa fra i 40 e i 60 anni, un terzo (33%) ha più di 60 anni, il 15% ha meno di 40 anni. I pazienti pediatrici sono 202: il più giovane iscritto in lista ha solo 7 mesi e aspetta un cuore. Ma il trapianto è un’opportunità anche per tanti anziani: l’anno scorso a Milano un 81enne ha potuto ricevere un rene nuovo.
Per questo motivo è importantissimo diffondere la cultura della donazione, superando una naturale ritrosia dovuta molto spesso alla scarsa informazione e cercando così di sensibilizzare quanti ancora non hanno espresso la propria volontà alla donazione. È possibile esprimere la propria volontà alla donazione degli organi all’ufficio anagrafe del proprio Comune al momento del rinnovo o del rilascio della carta d’identità, all’Asl di competenza attraverso la compilazione e firma di un apposito modulo, oppure iscrivendosi all’AIDO. È possibile anche esprimere al propria volontà stampando la card sul sito sceglididonare.it e portandola sempre con sé.
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Per leggere due nostri articoli sulla donazione degli organi dedicati ad altrettanti episodi accaduti a Taranto in questi ultimi mesi, puoi cliccare qui e qui.
Francesca Perrone