Greta e le furbate della politica che diventano autogol
Greta Thunberg, la ragazzina che da qualche tempo, marinando la scuola ogni venerdì, anziché andarsene in giro a bighellonare, come fanno tutti in ragazzi “normali” del mondo, si è messa a protestare contro le istituzioni e la politica in genere, ree di aver creato le condizioni per la progressiva distruzione dell’ambiente. Questo è. Il resto lo hanno fatto i social. Qualche anno fa nessuno se ne sarebbe neppure accorto. E nessuno avrebbe parlato di premio Nobel. Diciamo le cose come stanno: Greta è un altro prodotto dei social, al pari dei più “illustri” influencer che parlano di scarpe piuttosto che di magliette. Come sempre si sono create le diverse tifoserie, non senza qualche caduta di stile, come ad esempio alcuni titoli di note testate giornalistiche nazionali che di fatto hanno insultato la ragazza. Troppo spesso si giustifica il cattivo gusto con la satira. Charlie Hebdo ne è l’esempio plastico, ma anche taluni nostri fini umoristi non scherzano quando prendono di mira i difetti fisici di personalità pubbliche. Il messaggio di Greta è sicuramente da assumere seriamente al centro di un dibattito che deve puntare a individuare soluzioni concrete. Il rischio è che le manifestazioni ispirate a Greta possano rappresentare solo la valvola di sfogo di una pentola a pressione. La questione è seria e riguarda il rapporto tra benessere naturale, ovvero la vita nel rispetto delle condizioni date dalla natura con le sue regole, le sue bellezze e le sue fragilità, e il benessere artificiale, quello, per intenderci, dello smartphone ultimo grido, del suv, del resort di lusso sulla spiaggia, piuttosto che dei piatti di plastica che ci evitano la fatica del lavare. Da un lato c’è quella parte del mondo, pochi, che si arricchiscono a più non posso producendo tutto ciò che incide negativamente sull’ambiente ( sia nella fase di produzione stessa sia nell’uso di massa), dall’altra le masse che consumano di tutto e di più. La politica mette insieme le due cose a volte con qualche furbata che diventa però autogol. Un modo è quello di cavalcare ciò che appare essere gradito all’opinione pubblica facendo propria la “battaglia”. E’ il caso del Presidente del Senato che ha invitato Greta a Palazzo Madama dove la ragazzina ha attaccato in modo chiaro proprio la politica e i politici! “ Ci avete mentito, ci avete dato speranze false, ci avete detto che il futuro era un qualcosa a cui noi dovevamo guardare. E sì, certo, alcuni di noi possono avere tutto quello che vogliono, per ora. Molti possono comprare molto più di quanto abbiano bisogno. Ma l’unica cosa di cui veramente abbiamo bisogno è un futuro” e ancora: “Noi siamo scesi in strada non perché voi facciate selfie con noi. Ma perché vogliamo che voi agiate, che prendiate delle misure”. Tutti ad applaudire Greta mentre venivano censurati pesantemente dalla stessa ragazzina. Consapevoli che, in ogni caso, tutto sarebbe rimasto inalterato. Ex Ilva docet! Il premio Nobel andrebbe dato idealmente ai bambini di Taranto, quelli sacrificati sull’altare del “progresso” industriale. Ma noi, si sa, amiamo “il forestiero”.
Qui il video dell’intervento di Greta
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