Arte, tradizione, spiritualità, in un opera che rischia di essere una delle ultime realizzazioni in cartapesta.
Visitabile fino al settimana successiva alla Epifania.
Lui è Cosimo Carruggio, padre passionista, 71 anni; nato a Uggiano, vive a Manduria nel convento dei Passionisti, (Parrocchia San Paolo della Croce) con la passione, nata sin dall’infanzia, per la cartapesta. Quella di scuola leccese, anche se conosce bene la napoletana. La differenza sostanziale tra le due scuole consiste nei vestiti in stoffa che caratterizzano il presepe campano. In un ampio spazio del convento da anni Padre Cosimo realizza, praticamente da solo, un
grande presepe di circa 100 metri quadri. Un’estensione che supera i 7 metri e si eleva verso l’alto riproducendo la vita del paese in tutti i suoi aspetti e momenti. Abbiamo visitato l’opera insieme al suo autore e al preside Michelino Fistetto, noto storico e conoscitore delle tradizioni locali. Non si tratta del classico presepe da parrocchia ma di una vera e propria opera d’arte e di ingegno. Al di là delle dimensioni sicuramente notevoli, ciò che davvero impressiona è la realizzazione nei minimi dettagli di tutti i suoi componenti. Tutti rigorosamente in cartapesta. La struttura è realizzata in polistirolo lavorato con acqua, colla e polvere di pietra leccese. A vista sembra di essere in presenza di solido materiale tufaceo. I tantissimi personaggi invece sono, come si è detto, di cartapesta, realizzati a mano con infinita pazienza. Si parte da una struttura portante solitamente di ferro su cui si posa della paglia di grano che, secondo padre Carruggio, per garantirne la durata nel tempo (anche 200 anni), deve essere imbevuta nel vetriolo almeno per una settimana. Oggi la produzione è diventata industriale, si usano le macchine, e la durata non è più garantita. Ragione per cui il padre passionista non ha inteso più partecipare alle varie manifestazioni-concorso.
Nel grande presepe che ogni anno si arricchisce di nuovi componenti c’è la vita di tutti i giorni, con il lavoro nei campi, la vigna, il raccolto, la spremitura dell’uva. Quest’anno anche qualche ulivo infettato dalla xylella. E dopo il duro lavoro anche il meritato riposo. Tra i tantissimi quadri rappresentati, uno davvero singolare e di grande impatto per i dettagli: un gruppo di amici che gioca a carte e il passaggio di una carta da un piede ad una mano (foto); davvero un capolavoro di realismo artistico.
Difficile descrivere la bellezza e i tanti particolari delle grande opera. Neppure le fotografie e i filmati che sono presenti su youtube, rendono davvero l’idea. Occorre guardare da vicino; oltre alla plasticità dell’opera nella visita si sentono anche i suoni e, ci ha detto padre Cosimo, in futuro pensa addirittura di far sentire gli odori.
Parlando con l’autore si avverte la passione con cui realizza le sue opere; ci ha permesso di visitare il suo laboratorio e abbiamo preso visione di altre opere realizzate, sempre in cartapesta. Notevole un angelo il cui volto, come padre Cosimo ci ha sottolineato, non lascia intravedere caratteristiche somatiche associabili ad un determinato sesso; come la tradizione cristiana insegna parlando di angeli. Bellissimo anche un Gesù bambino in dimensioni naturali. Ciò che più colpisce è l’attenzione per i dettagli e sicuramente la passione con cui tutte le opere sono realizzate.
E’ inutile dire che insieme alle grandi capacità artistiche nel lavoro di padre Carruggio c’è molta spiritualità, la volontà di rappresentare la vita in tutti i suoi aspetti, il lavoro, la vita familiare, lo svago e qualche inevitabile sofferenza. Il tutto ruota intorno alla grotta della natività, che è messa davanti, prima di ogni altra immagine, a significare probabilmente l’origine di ogni cosa; e questo ovviamente è il momento fondamentale di un’opera che, ricordiamolo, rappresenta la nascita di Cristo. Purtroppo con molta probabilità difficilmente ci sarà un seguito all’opera di padre Carruggio; come ci ha segnalato non ci sono giovani disposti ad imparare l’arte della cartapesta. Intanto consigliamo di vistare il presepe che è aperto al pubblico tutti i giorni fino all’ultima domenica dopo l’Epifania.
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