Dalla Naturopatia al Tarot
Reduci dall’esperienza dei seminari on line sull’esplorazione dell’anima e della psiche offerti dalla Scuola di Alta Formazione Safes pro e dallo Studio di Psicologia Cipriano, incontriamo Filomena Secondo come un filo d’erba tra antiche alchimie. Partiamo da una parola, naturopata, che la vede itinerante per un sentiero che si dipana tra la magia del vivere e la scienza dell’applicare. Filomena coglie ogni evento, ogni gioia, ogni malanno come un messaggio e da questo si lancia sul trampolino del divenire in un viaggio molto personale, dove in modo autentico si lascia contaminare dalla conoscenza diretta. La sua è un’arcana passione per la natura del “come è” diversamente dal come “dovrebbe essere“. Ha avuto la fortuna di sperimentare tutte quelle discipline che riguardano il prevenire,il comprendere e sciogliere i nodi come esperienza tesa alla comprensione “di cosa siamo fatti“.
Di cosa siamo fatti ?
I Tarocchi sono un gioco, una leggenda; Filomena ha imparato in famiglia a giocare a carte. Le carte nelle sue mani ci aiutano ad aprire dialoghi intimi con noi stessi, attraverso due vite che s’incontrano in un magico momento, due anime che si pongono una di fronte all’altra, in un ritrovarsi mai perduto. Questa profonda dimensione relazionale si rivela negli occhi dell’altro che per via di un’Arcano ci descrive e disvela la possibilità di vederci per come siamo fatti.
Sentire il Bisogno
E’ una condivisione, qualcosa d’intimo che passa attraverso un mezzo di comunicazione molto particolare, antico e mai sopito, che è transitato nei secoli di mano in mano di cuore in cuore. Il bisogno non è solo quello del consultante che domanda, ma anche quello di Filomena di mettersi al servizio. Senza queste affinità elettive, gli Arcani maggiori e la loro coorte di quelli minori si rileverebbero solo dei cartoncini sterili, non generativi di una nuova diversa prospettiva di vita.
Cosa chiedono i consultanti ?
L’approccio, “quella sensazione che avverto quando le persone si mettono dall’altra parte del tavolino, è un sentire che m’investe ancor prima della verbalizzazione. E’ qualcosa che genera una risposta aperta, mai che sia una sentenza, ma un coinvolgimento osservante in una dinamica che va oltre la carta. A un certo punto la persona scopre qualcosa, che non avrebbe mai chiesto; è questa la scoperta fondamentale che si manifesta ogni volta che facciamo le carte. Da quella sensazione introduttiva si crea una domanda, si stabilisce una connessione e una fiducia; mi crea piacere, vuol dire che io mi sento parte di quel mezzo, ed è lì che con autenticità sento ora più che mai attraverso il Tarot di essere entrata in quella sincerità, al di là dello spettacolo che sembra porsi in scena. L’uso del Tarot è uno dei primi mezzi con cui ho sperimentato l’autenticità che diventa poi reciproca nell’istante relazionale. Un mezzo che non senza qualche resistenza viene ora accolto nelle discipline di ascolto naturopatiche“
Ma è utile ?
“Per me lo è stato; per me lo è ancora, lo è per le persone che giocano insieme a me, perché nel gioco prendiamo sul serio le cose, pur rimanendo in un gioco senza il peso delle resistenze“
Paura
Ai tarocchi sono legate storie ancestrali, dalle streghe bruciate sul rogo ai tocchi dell’oscurità. Il timore si trasforma però in curiosità, quella che diviene un chiaro movente per andare oltre i propri limiti. Quella paura si affronta in due nel viaggio offerto dalla stesa degli Arcani. Quando le carte vengono messe a terra in qualche modo ci si incontra, laddove c’era oscurità le luci di due coscienze illuminano ombre e oggetti che si occultano quando si è soli. “E’ bello ed è estetico fare un breve o un lungo viaggio insieme illuminandoci uno con l’altro“.
Verbalizzazione e dimensione sacra
“Per arrivare alla verbalizzazione alla connessione è necessaria una comunicazione attraverso il rispetto, questo è fondamentale Io entro e osservo, ma nello stesso tempo il mio osservare è l’osservare dell’altro, quindi guardiamo insieme. Che cosa abbiamo qui? Degli scatoloni, apriamoli, cosa c’è dentro ? Ci sono dei vecchi libri. Li vogliamo leggere? No? Allora via.. ce ne disfiamo insieme”. Così le parole vanno a formare le giuste domande che sono spesso le risposte cercate.
Il futuro ?
“La realtà è che noi siamo il nostro passato, il nostro presente e il nostro futuro. Non abbiamo bisogno di usare i tarocchi per questo. Si guarda forse il futuro per cambiarlo, ma è necessario ? Cambio il presente, attraverso le decisioni, e questo diventa esplorare il futuro. Con i tarocchi in realtà non si vede il futuro ma si offrono delle possibilità di scelta. Parlare del futuro è un pò ciarlare“.
La mescola
“Mescolare le carte, sentirle tra le mani, è una meditazione; io sono qui in queste carte, in queste mani. E’ essere totalmente presenti a se stessi e alla realtà che si dipana. E’ veramente piacevole come sensazione. Essere lì a passeggiare tra gli arcani, è una passeggiata da fuori e dentro la realtà”
In verità, osservare Filomena maneggiare gli Arcani è come guardare una donna che fa profondamente l’amore con il suo amato, in modo sacro e sublime, solo così questi le si concedono completamente, al di là di ogni teoria, metodo o insegnamento.
Filomena mi ha poi letto il presente come promesso nell’intervista, ma sono affari tra me è lei.
Dott. Egidio Francesco Cipriano
Psicologo – Informatico
Immagini e video Egidio Francesco Cipriano
Foto di Jean Didier da Pixabay
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