Emma, Sabine e le altre
Sabine Spielrein aveva colpito Jung alle tempie con dei pugni furiosi, avrebbe voluto accoltellarlo ma non lo fece, solo il padre l’aveva forse in passato così profondamente ferita a causa della sua indifferenza; ad oggi i racconti leggendari, i pettegolezzi e le maldicenze passate per generazioni nei circoli delle “gente colta” ci dicono che la giovane aveva trasformato l’idea fantastica di Jung sulla poligamia in realtà, sarebbe stata la prima dopo Emma la sua consorte e da lì in poi sarebbero venute una serie di giovani donne.
Sabine l’amore della sua vita ?
Quando Sabine si confidò con Freud volle fortemente ricordare che le loro anime “erano profondamente simili”. Spesso nell’intimità oltre il sesso gli occhi si riempivano vicendevolmente di lacrime nello scoprire le stesse aspirazioni, come quando discutendo della musica di Wagner lei aveva appena accennato all’opera “L’oro del Reno” e gli occhi puntanti si commossero ancor prima di parlare, perché Carl aveva appena finito di scriverne nel suo studio. Erano come menti, cuori e anime connesse. Sabine citerà a Freud un passo di una lettera di Jung “Quando l’amore per una donna si sveglia in me, il primo sentimento, che ho è di dispiacere, di pietà per la poveretta che sogna un eterna fedeltà e altre cose impossibili, mentre è destinata a un brusco risveglio”. Spesso nell’intimità Carl raccontava a Sabine di altre donne, lei conservò sempre il sospetto che fosse tutto o in parte opera di fantasia, per mantenere il passo delle giuste distanze corroborato anche da questa lettera. Nei suoi colloqui con Freud, Sabine ci teneva a fargli sapere e rammentarsi che Jung la riteneva più intelligente e sensibile di Emma e che aveva tanto insistito per farla iscrivere alla scuola universitaria di medicina.
Iniziato da Sabine ?
Jung e Sabine sarebbero considerati oggi entrambi afflitti da più di un disturbo, un amore tormentato un legame che li avrebbe probabilmente portati a danneggiarsi l’un l’altro se non a distruggersi, così Jung con dolore decise di mettere fine alla relazione, che più volte era caduta e trasformatasi in conflitto a volte sconfinando quasi nell’odio. In realtà nel periodo in cui Carl stava ponendo fine alla relazione aveva già cominciato diverse relazioni poco importanti e una in particolare con una ragazza di ventun anni, timida e attraente “Emanava quella sessualità di ninfa di cui spesso sono dotate le ragazze che vivono sull’orlo della follia”, “aveva un portamento naturalmente elegante, un intelligenza formidabile e in genere attorno a lei c’era una grande aria di qualcosa di scelto e di speciale” si chiamava Toni Wolff, mai avrebbe preso il posto di Sabine, sarebbe stata una relazione diversa, la pericolosità e la tensione della relazione precedente era intollerabile e metteva in pericolo quella con la moglie Emma ma ancor più rendeva instabile il cuore e la mente di Jung.
La moglie
Emma in realtà nonostante gli sforzi iniziali di Carl di nascondere la relazione con Sabine era sicuramente al corrente di ciò che accadeva, più di qualcuno ha insinuato che Jung provasse piacere nel sapere che la moglie sapesse e in qualche modo fosse felice per lui, era più preoccupato che il suo mentore Freud lo giudicasse che non la sua consorte che sarebbe comunque rimasta per sempre al suo fianco, con un amore che Sabine non poteva comprendere e donare; la relazione con Toni sfociò invece in qualcosa di completamente nuovo; Jung obbligò la famiglia ad accettarla, lei viaggiava con loro, frequentava la casa e divenne zia Toni. Emma in realtà preferiva l’ombra che copriva la relazione con Sabine, seppure aveva compreso il silenzio, questo in qualche modo salvava nell’essere in società convenzionale, le forme oltre la sostanza. La moglie di Carl questa volta diede sfogo alla sua collera ma ricevette una precisa imposizione del diritto di “ampliare gli orizzonti di vita frequentando un’altra donna. Per Jung ai tempi esistevano due tipi di donne: una personificata da Emma, moglie, madre e padrona di casa; l’altra era Toni, con il destino di amante e fonte d’ispirazione per l’uomo che crea. Jung si considerava uomo di genialità, così ribadì ad Emma che aveva bisogno di entrambi i tipi
Legame oltre la vita ?
Rimane ferma la convinzione di alcuni storici, come la mia, che la vera ispirazione e l’amore profondo nella vita di Jung rimase sempre Sabine , la sessualità, le contraddizioni, il conflitto e la passione che solo con lei si accendeva tanto da metterlo in pericolo.
Sabine rimaneva per lui una sorta di mina vagante, e dovette, con estremo sacrificio, rinunciarci sacrificando non solo l’amore ma anche tutti i progetti che con lei avrebbe voluto realizzare. Alla sua morte Jung a migliaia di Chilometri di distanza sentì quel dolore nel suo cuore, un legame che mai nonostante tutti gli sforzi riuscirono a recidere
E Toni ?
Sulla Lapide di Emma Jung fece incidere a caratteri Cinesi “E’ stata le fondamenta della mia casa”, su quell di Toni “E’ stata la fragranza della mia casa”, non ci fù lapide per Sabine, era scolpita nel cuore di Jung, era il suo stesso cuore la sua stessa anima, erano la stesa persona in due corpi diversi.
Il dottore
Egidio Francesco Cipriano
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